Secondo parere: Suicide Squad 1 di Adam Glass
Pubblicato il 3 Ottobre 2011 alle 00:00
La Suicide Squad ritorna alle origini con quello che forse è il #1 più crudo e violento fra quelli usciti finora.
Suicide Squad n. 1
Autori: Adam Glass (Testi); Federico Dallocchio, Ransom Getty e Scott Hanna (Disegni); Val Staples (colori).
Casa editrice: DC Comics
Provenienza: USA
Prezzo: $ 2,99
Data di pubblicazione: 14 settembre 2011 (USA)
La considerazione da fare appena letto Suicide Squad #1 è: “questi non sono i Secret Six né ai testi c’è Gail Simone”.
La nuova Suicide Squad così è più simile alla sua controparte originale degli ’80…un gruppo di villain viene “reclutato” per una missione impossibile, se si fallisce o si tenta di fuggire la pena è la morte, solo che viene catturato e posto sotto tortura: tutto l’albo, che lasciatemelo dire è il più violento e crudo dei #1 letti finora, si snoda fra le torture applicate ai nostri e flashbacks sul loro, più o meno recente, passato.
La composizione della squadra in realtà mi lascia ancora un po’ perplesso funzionano Harley Quinn e Deadshot e a sorpresa King Shark ma le new entry come El Diablo o Black Spider sono per ora una incognita.
Adam Glass infatti fra il “colpo di scena” ed il cliffhanger finale dimostra di saperci fare ma per gestire una testa i cui protagonisti sono i cattivi bisogna davvero avere una marcia in più soprattutto per renderli interessanti, per farli interagire e per non renderli semplici manichini a cui attacare una etichetta: Deadshot il bastardo senza cuore, El Diablo il cattivo pieno di rimorsi, Harley la tipa pazza e così via…
Forse i disegni non valorizzano appieno l’atmosfera dell’albo devo essere sincero: Fernando Dallocchio, Ransom Getty e Scott Hanna sono troppo puliti, la colorazione troppo omogenea il chiaroscuro troppo “digitale”…ci vorrebbe qualcuno dal tratto più particolare a mio modo di vedere che dia personalità ai personaggi…
Per i nuovi fan Suicide Squad #1 funziona a patto che vi piacciano le premesse della serie, per i vecchi fan questo #1 sembra avere qualcosa che manca ed è forse la scrittura ironica e ricca di humor nero della Simone tuttavia bisogna dare il beneficio del dubbio ad Adam Glass e vedere come se la caverà con qualche numero in più sulle spalle.