Suicide Squad/Harley Quinn n. 2 | Recensione – Rinascita DC

Pubblicato il 19 Aprile 2017 alle 10:50

Inizia la nuova serie di Harley Quinn! Cosa combinerà nel contesto della Rinascita? Ce lo spiegano Jimmy Palmiotti e Amanda Conner in una testata dai toni ironico/demenziali! Proseguono inoltre le avventure della Squadra Suicida!

Il secondo numero del quindicinale dedicato agli antieroi DC propone l’esordio della nuova serie di Harley Quinn, l’ex fidanzata del Joker che, grazie al film della Suicide Squad, ha ottenuto notevole popolarità negli Stati Uniti. Come sanno i fan di vecchia data, il personaggio è sfaccettato. Malgrado la sua instabilità psichica, Harley può essere considerata fino a un certo punto una cattiva. Non esita a commettere crimini efferati quando le circostanze lo richiedono ma ha lati positivi. Anzi, in diverse occasioni si sforza di aiutare gli altri, sebbene con metodi discutibili.

La nuova collana è firmata da Jimmy Palmiotti e Amanda Conner che non stravolgono più di tanto la protagonista. Anche le atmosfere narrative, contrassegnate da toni ironico/demenziali, con un ritmo da sit-com, non si discostano da quelle pre-Rebirth. Nel contesto attuale della Rinascita, Harley si è trasferita a New York e, nello specifico, a Brooklyn.  Grazie alle sua abilità di psichiatra, è riuscita a trovare lavoro in una casa di cura per anziani. Ma ha bisogno di ulteriore denaro e ciò la spinge a fare scelte criticabili.

Quanto al resto, Red Tool è ancora perdutamente innamorato di lei; la love story con Mason Macabre, a quanto è dato capire, procede; l’amicizia con Poison Ivy è sempre salda; e tipi come Big Tony, la Gang delle Harley e altri amici sono tuttora in circolazione. Nulla, dunque, pare essere cambiato. Il primo episodio si apre in maniera allegra, con Harley e Poison Ivy che si concedono momenti di relax in un salone di bellezza. Ma poi le cose prendono un’altra direzione, a causa di un’epidemia che trasforma le persone in zombi famelici.

Il duo Palmiotti/Conner scrive una storia d’intrattenimento e da questo punto di vista funziona. Harley Quinn non è un comic-book sperimentale e intellettuale ma mainstream nell’impostazione, forse un po’ superficiale, ma nel complesso godibile, almeno a giudicare da questo primo capitolo. Testi e dialoghi sono frizzanti ed efficaci e l’unica nota dolente è rappresentata dai disegni di Chad Hardin, troppo cartoon e poco coinvolgenti.

Si procede con i nn. 1-2 di Suicide Squad. Il bravo Rob Williams ci narra la prima missione ufficiale della Task Force X. La line-up è composta dal Colonnello Flag, Katana, Deadshot, Harley Quinn, Capitan Boomerang, l’Incantatrice e Killer Croc, coordinati dalla volitiva Amanda Waller. Williams punta sull’azione adrenalinica, cosa naturale per un albo incentrato su personalità borderline come queste, e riesce a delineare le psicologie in maniera peculiare: Flag è l’unico stabile e responsabile; Harley una pazzoide; l’Incantatrice una folle; Katana ha un atteggiamento freddo e distaccato; Killer Croc è una mina vagante e Deadshot e Capitan Boomerang sono due bastardi privi di scrupoli.

Gli ottimi disegni di Jim Lee sono l’ulteriore punto di forza di Suicide Squad che è da annoverare tra le serie più riuscite del Rebirth. Ci sono inoltre due brevi storie d’appendice, tratte dai primi due albi, sempre firmate da Williams. L’autore ne approfitta per approfondire i trascorsi dei personaggi e inizia con Deadshot e Capitan Boomerang, dimostrando di saper concepire psicologie complesse. Se infatti, come ho scritto pocanzi, i personaggi nella storia principale mancano di morale, nelle backup stories rivelano fragilità interiori che li rendono più umani.

Deadshot è tormentato a causa dell’amore che prova nei confronti della figlia piccola e rievoca un tragico avvenimento del passato (riguardante anche Batman) che lo mette in una luce diversa. Vale lo stesso per Capitan Boomerang i cui dolori lo spingono ad atteggiarsi in maniera sprezzante e cinica. A conti fatti, l’unica a essere veramente spietata è Amanda Waller, colei che dovrebbe, almeno formalmente, stare dalla parte dei buoni e invece è pronta a usare qualsiasi mezzo, senza porsi limiti di tipo etico.

Le storie sono inoltre valorizzate dagli splendidi disegni di Jason Fabok e Ivan Reis, dotati entrambi di uno stile elegante e raffinato che non può lasciare indifferenti. Nel complesso, l’albo è da tenere d’occhio ed è uno dei più intriganti della Rinascita DC.

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