Secondo parere: Men of War n. 1

Pubblicato il 17 Settembre 2011 alle 00:00

Parte anche l’insolita Men of War serie di ambientazione militare ma gli autori non riescono appieno a trasporre le atmosfere belliche ed il risulta è purtroppo insoddisfacente.

Men of War n. 1

Autori: Ivan Brandon, Jonathan Vankin (Testi). Tom Derenick, Phil Winslade (disegni). Matt Wilson, Thomas Chu (colori). Viktor Kalvachev (copertina).
Casa editrice: DC Comics
Provenienza: USA
Prezzo: $ 2,99

Aborro la guerra…non gioco neanche a Call of Duty per dirvela tutta però adoro i fumetti di guerra non quelli caciaroni alla Ennis piuttosto quelli semi-seri o pseudo-fantascientifici come le mini Wildstorm sul Team7 o più recentemente la serie IDW sui G.I.Joe sì mi rendo conto che di guerra vera lì ce n’è poca però le ambientazioni, il cameratismo, le missioni stile black-ops mi divertono.

Per questo motivo con aspettative di un certo tipo, la lettura di Men of War mi è sembrata un po’ troppo sbrigativa: il nuovo Sgt. Rock che qui ci viene presentato è ovviamente un soldato amato dai suoi compagni ma odiato dai suoi superiori catapultato in una black-op per recuperare un senatore americano in uno dei così detti stati canaglia.

L’azione è frenetica i nostri sparano poco e subiscono tanto visto che fa la sua comparsa anche un misterioso meta a sgominare il plotone di Rock che quindi rimane solo e ferito in territorio nemico.

Ivan Brandon fa un lavoro discreto ai testi in cui le didascalie piene di pathos la fanno da padrone tuttavia la premessa di Men of War, ovvero come reagirebbero i militari in un mondo dove si sono appena affacciati i metaumani o quali sarebbero le misure militari per arginare un metaumano ostile, falliscono miseramente non riuscendo a bilanciare bene la presentazione del protagonista, l’azione e a dare profondità ad una storia che sembra quasi un one-shot piuttosto che il primo numero di una serie regolare.

Tom Derenick alle matite col suo stile spesso e chiaroscuroso è perfetto ma non basta da solo a risollevare le sorti di un albo che in fin dei conti non invoglia a comprare il secondo numero.

Menzione d’onore per la storia d’appendice firmata dall’accoppiata Jonathan Vankin-Phil Winslade che forse riesce meglio a trasporre l’atmosfera bellica ed è tutto dire…

VOTO: 4,5

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