Aliens – Defiance 1 [VIDEO RECENSIONE]
Pubblicato il 20 Aprile 2017 alle 13:01
Ben ritrovati amici di MF oggi parliamo di Aliens seconda proposta, in formato spillato, che apre il ritorno dell’Alien Universe a fumetti nel nostro paese grazie ai tipi di saldaPress.
Appena rimessasi da un gravissimo infortunio la colonial marine Zula Hendricks deve accompagnare una nave della Weyland-Yutani in una missione di recupero di un relitto alla deriva nello spazio. La soldatessa si unirà così ad un equipaggio composto da soli sintetici fra cui spicca Davis, tuttavia la missione non è stata approntata per recuperare solo dati ed il relitto non è del tutto disabitato…
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Ben ritrovati amici di MF oggi parliamo di Aliens seconda proposta, in formato spillato, che apre il ritorno dell’Alien Universe a fumetti nel nostro paese grazie ai tipi di saldaPress.
Nel primo spillato italiano troviamo i primi due numeri della serie originale americana, composta da 12 numeri, Aliens – Defiance scritta da Brian Wood con disegni di Tristan Jones; la serie inoltre vede anche l’apporto di due talenti italiani ovvero Riccardo Burchielli, che firmerà i disegni del terzo numero, e Massimo Carnevale che invece firma le copertine.
Cronologicamente gli avvenimenti di Defiance si collocano fra Alien e Aliens – Scontro Finale e sono paralleli a quelli del videogame Alien – Isolation, riferimento importante visto che proprio uno dei personaggi principali del gioco farà un cameo nel primo numero.
Appena rimessasi da un gravissimo infortunio la colonial marine Zula Hendricks deve accompagnare una nave della Weyland-Yutani in una missione di recupero di un relitto alla deriva nello spazio. La soldatessa si unirà così ad un equipaggio composto da soli sintetici fra cui spicca Davis, tuttavia la missione non è stata approntata per recuperare solo dati ed il relitto non è del tutto disabitato…
Brian Wood costruisce il plot partendo da un premessa semplice e familiare ai fan dell’Alien Universe ma a metà albo la ribalta aprendo ad un inaspettato twist che fa ottimamente sperare per i numeri a venire.
L’autore intelligentemente capisce di non poter ricalcare pedissequamente quanto fatto nelle pellicole del franchise di Alien e preferisce piuttosto partire dall’elemento fondamentale per ogni storia: il protagonista.
Hendricks è una protagonista efficace sia perché il background è semplice ma soprattutto perché mostra quella resilienza che da sempre è il marchio di fabbrica dei protagonisti del franchise. Wood innesta poi il “diversivo” dei sintetici: Hendricks non solo mostra ribrezzo verso gli xenomorfi ma anche diffidenza verso i sintetici che sembrano mal digerire la presenza di una umana “danneggiata” a bordo. Alla fine della lettura quindi la soldatessa sarà accerchiata da minacce fisiche e psicologiche che amplificheranno così quella atmosfera opprimente tipica di Alien ed in cui gli xenomorfi compaiono in maniera dosata ma letale.
Quindi prima ancora che scrivere una storia di Alien, Wood vuole scrivere una storia convincente a prescindere di modo da attirare sia i fan di vecchia data che nuovi lettori.
Ottime le matite di Jones: realistiche ed a tratti quasi europee. Quello che premia il penciller però è soprattutto la costruzione della tavola che gioca fra panel orizzontali e ed inquadrature grandangolari che partono spesso dal basso e consegnano prospettive che esaltano la claustrofobia degli ambienti chiusi ma anche la vastità tenebrosa dello spazio. Menzione d’onore anche per il colore con palette che esaltano l’idea di un futuro tecnologicamente non poi così avanzato e che utilizza il nero, saggiamente, solo per due elementi lo spazio e gli xenomorfi.
Come già dimostrato, nel bene e nel male, per altri illustri franchise, il segreto per espandere l’Alien Universe in altri media è quello di realizzare storie che colmino “i vuoti” fra un episodio cinematografico e l’altro: evitare prequel e sequel significa quindi evitare di appesantire la struttura portante del franchise. Questo Defiance fa esattamente questo si colloca nel mezzo ed aggiunge pochi ma interessanti tasselli, ma soprattutto vive di vita propria avendo una protagonista simile ma diametralmente opposta alla mitica Ripley.