Teen Titans: The Judas Contract – Recensione

Pubblicato il 15 Aprile 2017 alle 23:14

Nightwing si riunisce ai Teen Titans per affrontare il culto terrorista di Brother Blood, intenzionato a catturare i membri del team per assorbirne i poteri. Blood affida il compito all’infallibile mercenario Deathstroke che ha infiltrato una spia all’interno dei Teen Titans ed intende vendicarsi di Damian Wayne, il nuovo Robin.

Scritta da Marv Wolfman, disegnata da George Perez e pubblicata nel 1984, The Judas Contract è una delle story-arc dei Teen Titans, e del DC Universe più in generale, maggiormente amate dai fan. Nel giro di soli quattro albi (tre della serie regolare Tales of the Teen Titans più un Annual) veniva cucinata a dovere moltissima carne al fuoco: il passaggio di Dick Grayson dall’identità di Robin a quella di Nightwing; le origini di Deathstroke; Kid-Flash che abbandona i Titans; l’introduzione di Jericho e, soprattutto, uno dei tradimenti più sconvolgenti nella storia del fumetto supereroistico.

La trama viene qui adattata alla continuity dei film d’animazione DC Universe, diventa il sequel diretto di Justice League vs. Teen Titans mentre la faida tra Deathstroke e Damian-Robin risale a Son of Batman, uscito ormai tre anni fa. Non sveleremo qui chi sia il traditore all’interno dei Teen Titans anche se si tratta di un segreto di Pulcinella. I lettori del fumetto ne conoscono già l’identità che viene comunque rivelata subito anche nella trasposizione. La vicenda si lascia apprezzare proprio perché si tratta di un tradimento basato su motivazioni reali, non uno scontro tra supereroi mosso da dinamiche pretestuose proprio come nella precedente scaramuccia con la Justice League.

Il flashback che funge da prologo scimmiotta in maniera divertita la battaglia finale di The Avengers introducendo il personaggio di Starfire che darà vita, insieme al fidanzato Nightwing, ad una serie di imbarazzanti battutine venate di allusioni sessuali. Il resto del team denota le tipiche dinamiche adolescenziali. Blue Beetle si sente emarginato dalla sua famiglia. Raven si porta ancora addosso i segni dello scontro con suo padre, il demone Trigon. Terra (Christina Ricci) è una ragazzina tormentata, più empatica rispetto all’opera originale, soprattutto nei riguardi di Beast Boy, e vuol essere trattata come un’adulta. Non c’è spazio per le origini di Deathstroke (il compianto Miguel Ferrer), facoltative ai fini della vicenda principale.

Il film scorre con buon ritmo ed equilibrio tra intimismo, humour e scene d’azione che denotano un buon tasso di violenza esplicita a giustificare il PG-13 del prodotto. Per la cronaca, c’è un cameo di Kevin Smith e una scena dopo i titoli di coda che apre all’episodio successivo. E’ il primo film della serie a raggiungere la durata più consistente di un’ora e 24 minuti, peccato che il livello d’animazione non si evolva e che l’estetica continui a conformarsi senza guizzi autoriali agli altri episodi della continuity.

I deliri messianici di Brother Blood, sostenuto in primis da Mother Mayhem (Meg Foster, la Evil-Lyn di Masters of the Universe), il tema del tradimento con tanto di riferimento evangelico nel titolo, i Teen Titans “crocifissi” quasi alla lettera nel finale con la redenzione e il martirio successivi, costituiscono la metafora mitologico-religiosa del film, insita però nel sottotesto, affidata all’interpretazione del fruitore ed evitando di vomitarla in maniera pedante e didascalica in faccia al pubblico come accaduto in recenti trasposizioni cinematografiche DC Comics.

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