Prometheus Fire and Stone [VIDEO RECENSIONE]
Pubblicato il 15 Aprile 2017 alle 12:01
Ben ritrovati amici di MF oggi parliamo di Prometheus Fire and Stone volume che apre il ritorno dell’Alien Universe a fumetti nel nostro paese grazie ai tipi di saldaPress.
Gli avvenimenti di questa prima mini si svolgono dopo l’omonima pellicola di Ridley Scott del 2012. Siamo nel 2219 e viene approntata una missione di recupero, che ha come obbiettivo una nave da ricerca precipitata con dati inestimabili, sul remoto pianeta LV-223 in realtà la missione nasconde un obiettivo secondario: indagare sulla scomparsa 125 anni prima dell’astronave Prometheus, giunta sul pianeta per risolvere il mistero degli Ingegneri.
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Ben ritrovati amici di MF oggi parliamo di Prometheus Fire and Stone volume che apre il ritorno dell’Alien Universe a fumetti nel nostro paese grazie ai tipi di saldaPress.
Prometheus Fire and Stone è scritta da Paul Tobin ed illustrata da Juan Ferreyra, visto recentemente all’opera su Green Arrow per DC Comics, ed è la prima di 4 miniserie collegate che gettano le basi del nuovo universo fumettistico in cui interagiranno Alien, Predator e lo stesso Prometheus.
Gli avvenimenti di questa prima mini si svolgono dopo l’omonima pellicola di Ridley Scott del 2012. Siamo nel 2219 e viene approntata una missione di recupero, che ha come obbiettivo una nave da ricerca precipitata con dati inestimabili, sul remoto pianeta LV-223 in realtà la missione nasconde un obiettivo secondario: indagare sulla scomparsa 125 anni prima dell’astronave Prometheus, giunta sul pianeta per risolvere il mistero degli Ingegneri.
Tobin ha studiato tutti gli stilemi portanti del franchise e li posiziona strategicamente nel corso della storia partendo dalla presentazione degli equipaggi delle navi coinvolte nella missione in cui convivono personaggi archetipici con cui è facile stabilire una immediata connessione: dal mercenario sbruffone passando al dottore curioso fino al capitano integerrimo ma pieno di segreti fino alla ingenua passeggera Clara che è anche il nostro punto di vista iniziale sulla storia.
Il plot è semplice e trova nel ritmo il suo punto di forza con il progressivo aumento delle minacce che nel corso delle pagine accerchieranno i nostri protagonisti.
Lo scrittore sembra quasi non voler osare quanto piuttosto fornire uno starting-point facile per qualsiasi tipo di lettore anche se non rinuncia ad alcune felici intuizioni come la “melma nera” elemento che unirà Prometheus ed Alien e trasformerà l’intero pianeta LV-223 in un luogo ostile e mortale trasferendo così “all’aperto” quelle atmosfere opprimenti che durante la saga prediligevano gli spazi chiusi delle astronavi.
Ottimo anche l’uso del Costrutto, Elden, degna controparte di David – il costrutto interpretato da Michael Fassbender – che viene estremizzato, quello che manca in definitiva è un vero approfondimento sugli Ingegneri che fanno da sfondo alle vicende ricalcando ancora una volta la pellicola del 2012.
Se la sceneggiatura di Tobin vuole fornire un facile starting-point le matite di Ferreyra ne sono necessario complemento. La costruzione semplice e chiara della tavola, punto di forza del penciller, si sposa con un tratto “matitoso” e dalla linee tondeggianti, accompagnate da una colorazione “pastellosa” che rende le tavole molto “chiare” tant’è che il disegnatore ci mette parecchie pagine prima di trovare il ritmo non tanto nel disegno quanto nel creare l’atmosfera giusta. A beneficiare però di questo stile “semplice” e diretto sono le scene d’azione che vengono così esaltate.
Non è facile mettere ordine in un universo fumettistico e la coppia Tobin/Ferreyra ha anche il compito più arduo cimentandosi con quella che è la pellicola più recente e che quindi ha avuto meno tempo a disposizione per attecchire nel cuore dei fan.