Suicide Squad/Harley Quinn n. 1- Rinascita DC [Recensione]

Pubblicato il 4 Aprile 2017 alle 10:00

Come se la passano i criminali DC nel contesto del Rebirth? Scopritelo in questo albo dedicato ai personaggi più discutibili di sempre, protagonisti di storie ad alto tasso adrenalinico illustrate da artisti del calibro di Jim Lee e Philip Tan!

Tra i nuovi quindicinali del Rebirth che Lion propone questo mese, quello dedicato alla Suicide Squad e ad Harley Quinn è uno dei più particolari. La DC ha spesso realizzato storie sui villain del suo universo narrativo e non sono mancate opere di qualità. Almeno a giudicare da questa prima uscita, le premesse sono intriganti, anche perché Harley Quinn, Deathstroke e compagnia, pur essendo soggetti discutibili, non mancano di carisma.

E’ il caso della fascinosa Harley Quinn, dotata di una personalità borderline ma non priva di simpatia. Se da un lato è una psicopatica che non si esime dal commettere omicidi efferati, ha anche fragilità emotive e, nel suo contorto modo di pensare, a volte è spinta da finalità altruistiche. E’ ciò che succede in Harley Quinn and the Suicide Squad April Fool’s Special che, pur nella sua impostazione autoconclusiva, crea le premesse della nascita della Squadra Suicida del Rebirth.

Harley è una psichiatra e decide di aprire uno studio privato. I suoi clienti saranno criminali che necessitano di supporto psicologico. Si tratta di un’iniziativa strampalata e presto Harley avrà a che fare con Man-Bat e altri cattivi, con conseguenze devastanti. Ma siamo sicuri che l’idea sia proprio sua? Qualcuno ha forse cercato di manipolarla? E se è così, quali sono le motivazioni? Lo sceneggiatore Rob Williams ci fornisce tutte le risposte, delineando una trama dal ritmo adrenalinico valorizzata da toni scanzonati.

L’autore descrive abilmente la psicologia di Harley e firma testi e dialoghi efficaci. L’aspetto grafico è inoltre spiazzante: una parte della storia è illustrata dall’ottimo Jim Lee che ci delizia con il consueto tratto dinamico e di grande impatto. Una lunga sequenza onirica, tuttavia, è disegnata in stile cartoon dal bravo Sean Galloway. E’ una soluzione appropriata, considerando che Harley nasce nell’ambito delle serie animate. Il risultato complessivo è estremamente piacevole.

Si prosegue con Suicide Squad Rebirth, speciale che introduce la Squadra Suicida nell’attuale contesto della Rinascita. Qui Rob Williams opta per atmosfere narrative crude e drammatiche, ponendo i protagonisti in un’ambientazione realistica, quella dei conflitti e dei focolai terroristici che tormentano la nostra società, con gli Stati Uniti responsabili di una politica ambigua e discutibile. E ambigua e discutibile, nella visione di Williams, è la volitiva Amanda Waller che inizia a organizzare una nuova line-up della Task Force X o Suicide Squad che dir si voglia.

Per il momento ne fanno parte Harley Quinn, Deadshot, Capitan Boomerang e il Colonnello Flag (ma altri membri si aggiungeranno nei prossimi numeri). Quest’ultimo è l’unico elemento relativamente positivo e mentalmente stabile della squadra e Williams approfondisce la sua personalità, ponendolo al centro della story-line. I character meglio analizzati per ora sono lui e Amanda Waller e la saga anticipata da questo speciale sembra coinvolgente.

I disegni di Philip Tan sono di buon livello. Il penciler è influenzato da Jim Lee e anche nel suo caso abbiamo a che fare con un artista che pone particolare attenzione nei confronti della concezione dinamica e cinetica del lay-out. L’albo si conclude poi con Deathstroke Rebirth che vede come protagonista Slade Wilson, uno degli antieroi più apprezzato dai DC fan.

Cristopher Priest si pone l’obiettivo di inserirlo nella contemporaneità del DCU, fornendo nello stesso tempo informazioni sul suo passato, tramite una riuscita serie di flashback. Slade è un uomo duro e spietato, segnato da un pessimo rapporto con i figli, e stimolato da una natura essenzialmente mercenaria.

Priest chiarisce subito questo punto, presentando un individuo pronto a svolgere qualsiasi missione, senza porsi limiti etici e ignorando qualunque concetto di ‘giusto’ o ‘sbagliato’. Come nel caso della Suicide Squad, la storia allude al clima di tensione attuale, con la minaccia di conflitti etnici, politici e religiosi sempre in agguato. Pure Priest scrive testi e dialoghi curati e, con il pretesto di raccontare uno scontro con un classico villain della DC, introduce elementi narrativi che verranno sviluppati nella serie regolare.

Lo stile plastico ed elegante di Carlo Pagulayan valorizza la sceneggiatura e le tavole sono dotate di un’impeccabile eleganza formale. Insomma, questo primo numero di Suicide Squad/Harley Quinn va tenuto d’occhio.

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