Shugo Chara vol. 1 di Peach-Pit: Recensione
Pubblicato il 19 Settembre 2011 alle 19:00
Il duo Peach-Pit torna in Italia con “Shugo Chara”, shojo manga dalle atmosfere magiche che racconta con fantasia il tema della crescita e della volontà di cambiamento.
SHUGO CHARA VOL. 1
Autore: Peach-Pit
Editore: Star Comics
Provenienza: Giappone
Prezzo: € 4,20
Amu Hinamori è un’alunna delle scuole elementari, da tutti considerata un tipo “tosto” per via del suo look aggressivo e dei suoi modi di fare freddi e distaccati. In realtà un simile atteggiamento è una maschera che la piccola Amu si è ritrovata ad indossare per nascondere la sua timidezza.
Stanca di questa immagine falsa che gli altri hanno di lei, la protagonista esprime il desiderio di cambiare il suo carattere in uno più aperto e solare. La sua richiesta viene accolta e così improvvisamente Amu viene in possesso di tre uova, da cui fuoriescono gli Shugo Chara, ossia i guardiani delle emozioni, che consentono di esprimere la vera natura e le potenzialità nascoste della bambina.
Amu inizia quindi la difficile scoperta di sé unendosi agli altri guardiani, alla ricerca del prezioso embrione che permette di esaudire qualsiasi desiderio e che rischia di finire in mani sbagliate.
Star Comics porta in Italia “Shugo Chara – La magia del cuore”, serie in dodici volumi firmata dal duo Peach-Pit (“Zombie Loan”, “Rozen Maiden”, “DearS”).
Abbandonando i toni cupi delle opere precedenti, le due mangaka firmano uno shojo ben strutturato che presenta molti elementi tipici del genere majokko, senza tuttavia potervi essere ascritto del tutto.
I disegni delle autrici sono molto curati nei dettagli, con un’attenzione al particolare che può sembrare eccessivamente leziosa, ma che a suo modo funziona, coniugandosi con uno stile chibi che fa rientrare il tutto in una celebrazione coerente del kawaii. In generale, “Shugo Chara” si distingue dallo stile più asciutto di “Zombie Loan”, essendo più vicino alle scelte adottate in “Rozen Maiden” o in “DearS”, conformemente al diverso target di riferimento.
Un po’ debole la caratterizzazione grafica dei protagonisti, soprattutto dei guardiani, che al di là del costume design, non presentano significativi elementi di distinzione, a causa di una regia quasi del tutto incentrata sui primi e i primissimi piani, a scapito di un’adeguata differenziazione tra i personaggi.
Le tavole sono completamente destrutturate, in piena conformità con i classici canoni shojo, ricche di decorazioni e retini che compensano la quasi totale assenza di scenografie, puntando quindi, ancora una volta, sulle figure. Nonostante il gran numero di effetti la lettura risulta comunque scorrevole.
Amu e i suoi Shugo Chara sono senz’altro i personaggi di maggior peso, e presentano nel complesso una buona caratterizzazione, così come i comprimari e gli antagonisti, che svolgono in modo apprezzabile la loro funzione nell’ambito della trama.
Il formato adottato per l’edizione italiana è quello classico da edicola, con rilegature solide e carta resistente che tiene bene i neri. Il rapporto qualità-prezzo è quindi nella media.
Concludendo, “Shugo Chara” è una lettura piacevole, un buon titolo nel suo genere, e pertanto consigliabile agli amanti di questo tipo di storie. Potrebbe forse risultare una prova un po’ deludente per i fan delle Peach-Pit che ne avevano apprezzato le precedenti opere, dal taglio più maturo e l’impianto più complesso.