70 Anni di Marvel Comics, Collezione 100% Marvel: Recensione
Pubblicato il 9 Novembre 2011 alle 13:32
Un’antologia che celebra la Golden Age degli storici personaggi Timely, realizzata da James Robinson, Roy Thomas, Karl Kesel e altri talenti per far rivivere a una nuova generazione di lettori le vicende dell’Universo pre-Marvel!
70 Anni di Marvel Comics
Autori: James Robinson, Roy Thomas, Scott Snyder, Tom De Falco, Roger Stern, Karl Kesel (testi), Marcos Martin, Mitch Breitweiser, Scott Wegener, Chris Burnham, Paolo Rivera, Steve Uy (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,00, 17 x 26, pp. 154, col.
Il Marvel Universe inizia ufficialmente nel novembre del 1961 con l’uscita del primo numero di Fantastic Four, leggendario comic-book creato da Stan Lee e Jack Kirby che, effettivamente, costituì il punto di partenza di un’etichetta che, nel giro di poco tempo, avrebbe occupato uno spazio rilevante nel mercato fumettistico americano, affascinando, con i suoi supereroi, generazioni di lettori. In realtà, però, la casa editrice esisteva già da molto prima del 1961 e, specificamente, dagli anni trenta.
All’epoca si chiamava Timely e pubblicava riviste pulp. Nel 1939, però, il direttore editoriale Martin Goodman, convinto dal disegnatore Frank Torpey, e dal successo commerciale di Superman della National (futura DC Comics), decise di occuparsi di fumetti, proponendo supereroi che sarebbero diventati estremamente popolari, alla stregua di Superman, appunto, Batman o Wonder Woman. In mensili entrati nel mito come, per esempio, Marvel Comics, furono introdotti characters del calibro di Sub-Mariner, la Torcia Umana originale e il vigilante Angel. E costoro furono solo i primi di una lunga schiera di giustizieri in calzamaglia che avvinsero i fan. Basti pensare a Capitan America, inventato da Joe Simon e Jack Kirby, per comprendere come la Timely non fosse meno interessante della National.
Nel corso degli anni, la Timely (che a volte si chiamò Atlas) continuò la sua attività, benché, con la fine della Seconda Guerra Mondiale e il calo del clima patriottico e propagandistico, i fumetti di supereroi fossero caduti nel dimenticatoio per essere sostituiti da serial western, fantascientifici o romance. Ma, come ho scritto, nel 1961 Lee e Kirby, con il Favoloso Quartetto, riportarono in auge il genere, rinnovandolo. Tuttavia, Stan Lee, pur consapevole del glorioso passato, non si ricollegò all’epoca Timely. Riprese Sub-Mariner e Capitan America, per esempio, inserendoli nella continuity contemporanea, però senza fare riferimenti alle storie precedenti. La stessa Torcia Umana originale apparve in un annual dei Fab Four ma per sparire quasi subito. E quando altri autori cercarono di recuperare vecchi eroi Timely, Lee stabilì che dovevano essere nuove versioni e non gli originali (è il caso del sintezoide Visione, modellato su un eroe alieno della Golden Age; o di Ghost Rider, ispirato al meno noto Blazing Skull).
Solo Roy Thomas fece esplicito riferimento al periodo Timely, ogni volta che ne ebbe l’opportunità, e il culmine di tale tendenza fu raggiunto nel suo serial Invaders, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e imperniato sulle vicissitudini di Capitan America e altri eroi dell’epoca in lotta contro i nazisti. In tempi più recenti, però, la Marvel ha deciso di non rinnegare questo passato editoriale e non è inconsueto ormai vedere personaggi degli anni trenta/quaranta fare capolino negli scaffali delle fumetterie statunitensi.
E per festeggiare i settant’anni della casa editrice, la Marvel ha realizzato alcuni one-shot che riprendono i titoli di storiche testate Timely, disponibili nel tp Panini intitolato 70 Anni di Marvel Comics, appunto. Il volume si apre con Captain America Comics, dedicato, ovviamente, al grande Cap. Scritto dal bravo James Robinson di Starman, consiste in un affascinante flashback su Steve Rogers, in un periodo in cui non era ancora stato sottoposto all’esperimento del Super Soldato. I testi di Robinson sono efficaci e la parte grafica dello spagnolo Marcos Martin interessante, anche se, a mio avviso, c’è di tanto in tanto qualche incertezza nel tratto.
Si prosegue con Sub Mariner Comics, con protagonista l’altezzoso Namor. La storia è del geniale Roy Thomas, grande esperto del personaggio, nonché amico del compianto creatore del Principe di Atlantide, Bill Everett. Thomas realizza una trama avvincente, con toni da spy-story e in linea con le atmosfere dei comics Timely, oltretutto splendidamente disegnata da Mitch Breitweiser che con i suoi giochi d’ombra rende particolarmente suggestivo l’episodio.
Human Torch Comics è invece imperniato sull’androide Torcia Umana ed è scritto dallo Scott Snyder di American Vampire. Lo scrittore dimostra di conoscere la psicologia dell’eroe e delinea una story-line godibile e leggera. Peccato che a disegnarla ci sia Scott Wegener (quello di Atomic Robo), il cui tratto eccessivamente cartoonesco, secondo me, non si adatta bene al tono della storia.
È poi la volta di Marvel Mystery Comics, che si concentra sui team-up. In particolare, la storia ha a che fare con Sub-Mariner e la Torcia Umana; ma non mancano Ferret, un detective dell’era Timely; Toro, storico partner della Torcia; il vigilante Angel; e un altro supereroe, Electro (da non confondersi con l’omonimo nemico dell’Uomo Ragno). Alla tastiera c’è il veterano Tom De Falco, notorio esperto della complicata storiografia Timely e Marvel, e alle matite il bravo Chris Burnham.
E un altro veterano, Roger Stern, scrive Young Allies, forse il contributo migliore del volume. Stern rievoca la serie dedicata ai team-up di Bucky e Toro, aiutanti di Cap e della Torcia, nonché dei loro collaboratori, le Sentinelle della Libertà. L’autore, però, si riallaccia agli eventi odierni: Bucky, ex Soldato d’Inverno e attuale Cap, ricorda un’avventura del passato, con toni malinconici e riflessivi di notevole intensità. Il tutto è visualizzato dallo stile evocativo del bravissimo Paolo Rivera.
E il tp si conclude con All Winners Comics, dedicato alla squadra dei Vincitori, gruppo formato dal Capitan America degli anni cinquanta (l’ex Patriota), il secondo Bucky (futuro Nomad), la Trottola, Miss America, Sub-Mariner e Toro. Lo sceneggiatore è Karl Kesel, in genere identificato più con la DC che con la Marvel, ma pure lui profondo conoscitore della Golden Age. La storia è divertente, piena di citazioni e strizzatine d’occhio ai lettori più nerd (si nominano, per esempio, altre eroine Timely come Blonde Phantom, riproposta da Byrne nel suo Sensational She-Hulk, o Golden Girl, per un periodo partner della Torcia Umana; nonché uno scrittore di fantascienza, e di fumetti, come Otto Binder, che ebbe un ruolo essenziale nell’evoluzione della narrativa di genere; e addirittura, in un ideale chiusura del cerchio tra l’epoca Timely e quella Marvel, il Baxter Building). Il penciler Steve Uy fa un buon lavoro e riesce a caratterizzare in maniera deliziosa ogni personaggio. Per concludere, quindi, se volete rivivere le atmosfere dell’epoca pre-Marvel, questo è il volume da non perdere.