Nemesis di Mark Millar e Steve McNiven: Recensione
Pubblicato il 9 Novembre 2011 alle 14:00
In un mondo senza supereroi, spetta ad un umanissimo poliziotto l’arduo compito di fermare il più grande supercriminale in circolazione. Finalmente in Italia Nemesis, by Mark Millar e Steve McNiven, il team artistico che ci ha regalato gli acclamati eventi Civil War e Vecchio Logan.
Nemesis
Autori:Mark Millar (testi), Steve McNiven (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,00; 17 x 26, B., 104 pp., col.
Un tempo i What if…? della Marvel (ovvero le storie nelle quali ci si chiedeva che cosa sarebbe successo se un dato evento nella vita di un supereroe fosse andato diversamente) erano episodi in cui gli autori si divertivano a lasciare campo libero alla propria fantasia, provando a fantasticare su mondi ed eventualità possibili, ma il gioco finiva nel giro di poche pagine, senza troppo clamore.
In tempi come questi invece, di grande scarsità di idee, quelle piccole e ingenue domande possono anche diventare la trama portante di storie ad ampio respiro.
Lo sa bene Mark Millar, che in Superman: Red Son aveva ipotizzato l’uomo d’acciaio cresciuto nella Russia comunista, e che sul suo precedente Kick-Ass (ovvero, come si presenterebbero i supereroi nel mondo reale?) ha costruito un successo planetario, preparandosi a bissare proprio con Nemesis, in quanto già si comincia a vociferare di una trasposizione cinematografica diretta nientemeno che da Tony Scott.
La domanda che il brillante sceneggiatore scozzese si è posto questa volta è altrettanto semplice quanto ficcante: che cosa accadrebbe se un supereroe come Batman, con le sue capacità e le sue risorse finanziarie, si dedicasse alla causa del male invece che al bene? Per tanti anni abbiamo visto il cavaliere oscuro combattere a fianco del commissario Gordon, qui li possiamo vedere scontrarsi.
In realtà, anche per scongiurare cause legali della Distinta Concorrenza, i personaggi sono stati camuffati e le similitudini attenuate. Così abbiamo Nemesis, che dopo l’uccisione dell’ennesimo grande poliziotto in Asia, decide di sfidare il più blasonato commissario d’America, Blake Morrow, protettore di Washington D.C.
Se fisicamente il malvagio protagonista assomiglia all’alter ego di Bruce Wayne, caratterialmente appare più vicino al Joker, dotato di un sadismo e un’efferatezza che hanno fatto meritare al volume la raccomandazione ad un pubblico maturo. Proprio come la nemesi di Batman, Nemesis trova una sorta di perverso godimento nel giocare con il suo obiettivo, facendo sfoggio del suo acume e delle sue abilità fisiche. Il tema della vendetta personale, che motivò il cavaliere oscuro a intraprendere la sua crociata, viene qui ribaltato, e serpeggia sullo sfondo per quasi tutta la durata della vicenda. La partita fra i due poli della giustizia si gioca sulla pelle di innumerevoli vite umane, decimate da Millar con la solita tarantiniana indelicatezza. Del resto da anni lo scrittore prova a contendere a Garth Ennis lo scettro di autore più politicamente scorretto, proponendo scene surreali al limite del grottesco.
Coadiuvato dal sempre ottimo Steve McNiven, Millar riconferma poi la sua grande abilità di regista di scene d’azione, nonché la sua attitudine ai dialoghi graffianti e la sua capacità di caratterizzare i personaggi in poche righe. I due costruiscono chiaramente i quattro atti della storia come le fasi narrative di un film, applicando un ritmo costante e alternando le fasi di azione e dialogo. McNiven, assecondando il suo stile, struttura le vignette come inquadrature cinematografiche, prediligendo spesso infatti la larghezza “widescreen” concessa dall’intera pagina rispetto alla classica gabbia. Millar, da par suo, trova il modo di rendere meno scontata la storia proponendo un gran numero di colpi di scena, ognuno radicale, come il raffinato finale che rimette tutto in prospettiva.
È un fumetto questo che piacerà sicuramente a quelli che trovano Wanted e Kick-Ass dei capolavori, ma in fin dei conti non è niente di così nuovo e inaspettato. Millar ambisce ancora una volta allo status di fumetto di culto, e viene da chiedersi dove lo condurrà questa sua ricerca, in attesa di vedere pubblicato anche da noi il prossimo Superior, in coppia con Leinil Francis Yu. Nel suo universo Millarworld, anche qui, dopo Wanted, sembra interessarsi al fascino dei malvagi e del crimine, ma è difficile trovare una sorta di vera e profonda riflessione fra queste pagine. Meglio dire che Nemesis è piacevole e diverte, e se non altro, ha l’onestà intellettuale di presentarsi soltanto come puro intrattenimento (per quanto di alto livello).