Secondo parere: Green Arrow 1 di J. T. Krul
Pubblicato il 11 Settembre 2011 alle 09:10
Rilancio per l’arciere di smeraldo, rilancio più che dovuto per un eroe strappazzato negli ultimi anni da gestioni discutibili. Quanto è cambiato Green Arrow nel DCnU?
Green Arrow 1
Autori: J. T. Krul (Testi). Dan Jurgens (disegni). George Pérez (chine). David Baron (colori). Dave Wilkins (copertina).
Casa editrice: DC Comics
Provenienza: USA
Prezzo: $ 2,99
Credo che Green Arrow sia uno di quei personaggi che maggiormente necessitasse di un nuovo inizio tale da spazzare via ciò che di pessimo era stato fatto negli ultimi anni sia per la malaugurata scelta di autori che si è succeduta sia per il modo disastroso con cui James Robinson ha utilizzato il personaggio fino a renderlo pressoché inutilizzabile.
Perciò nelle mani di J.T. Krull, autore che si era già occupato di Green Arrow nella mini-run che faceva da supporto all’evento Brightest Day, Green Arrow è un eroe nuovo, globale e moderno: il look è nuovo, pagando tributo al Green Arrow televisivo visto in Smallville, così come è stato abbandonato il tradizionale pizzetto, la base operativa non è più Star City ma la “vecchia” Seattle, elemento ripreso dalla seminale run di Mike Grell sul personaggio, e il suo alter-ego Oliver Queen è a capo delle Queen Industries qui di nuovo multinazionale a pieno regime.
L’azione di questo primo numero si svolge a Parigi, sembra che la serie vedrà le ambientazioni variare in lungo ed in largo per tutto il globo, ed il plot lineare: GA è sulle tracce di 3 meta di cui scopriremo solo in seguito fare capo una organizzazione che spaccia droga che da poteri meta.
Lo svolgimento è bilanciato fra azione, parti in cui Oliver Queen deve gestire l’azienda e l’introduzione del nuovo cast di supporto ovvero Jax e Naomi due “dipendenti” delle Queen Industries che forniscono a GA i gadget e l’intelligence.
La scrittura di Krull è lineare, semplice quasi classica in alcuni punti, da un lato l’autore è libero di poter dare al personaggio un tocco più personale, cosa che gli era stata impossibile nella precedente run troppo legata alle trame di Brightest Day, dall’altro però, almeno in questo primo numero, questo GA è più pacato del solito deciso sì ma meno “politicizzato” rispetto al passato anche quello più recente; se dovessi trovare un difetto nella scrittura di Krull direi che sembra quasi adattarsi allo stile del disegno, infatti i due vecchi leoni Jurgens e Perez, qui solo inchiostratore, danno all’albo un pericoloso senso di dejà-vù e quindi un’atmosfera quasi distesa: mi aspetto Mission: Impossible il film e mi sono ritrovato davanti Mission: Impossible la serie tv dei ’70.
Personalmente avrei strizzato maggiormente l’occhio al GA televisivo proprio per attirare nuovi lettori invece di una strada già battuta in cui il cliffhanger finale stuzzica poco…una partenza che sembra non voler scontentare troppo i vecchi lettori ma neanche entusiasmarne di nuovi, magari la run ci darà delle piacevoli sorprese in allungo anche perché Krull a differenza di altri autori ha dovuto/voluto “creare” da zero il personaggio di GA dandogli una nuova collocazione e nuovi personaggi con cui interagire.