Rinascita DC: Wonder Woman 3 e 4 [Recensione]

Pubblicato il 19 Marzo 2017 alle 10:10

Continuano le vicende di Wonder Woman dell’era Rebirth! Quali sono le vere origini della Principessa Amazzone e cosa farà Diana quando si confronterà con Cheetah? Scopritelo in questi due albi targati RW-Lion!

L’operazione Rebirth sta suscitando l’attenzione e la curiosità dei lettori e Lion sta continuando a pubblicare i quindicinali che ospitano le principali testate della DC, in attesa di altri che esordiranno tra poco. Come sanno i fan, l’era New52 è ormai un ricordo e la casa editrice ha ripreso diversi elementi narrativi che dopo Flashpoint sembravano scomparsi.

La situazione di Wonder Woman è piuttosto complicata e le sue origini sono in realtà avvolte nel mistero. E’ proprio questa una delle tematiche della nuova collana della Principessa Amazzone, affidata a Greg Rucka. L’autore si è in passato occupato di personaggi femminili ed è abile con eroine coraggiose e aggressive; tuttavia, nel caso di Diana, non sembra, almeno per il momento, che stia dando il meglio di sé.

Innanzitutto, la sua run si compone di due story-line principali: quella intitolata Anno Uno, che inizia ufficialmente nel n. 3 del quindicinale, si colloca nel passato; l’altra, dal titolo Le Bugie, il cui secondo capitolo appare nel n. 4, è ambientata nel presente.  Rucka ha quindi deciso di alternarle.

Di conseguenza, nei numeri dispari si legge un capitolo di Anno Uno e in quelli pari un capitolo de Le Bugie. Si tratta di un’idea cervellotica e macchinosa e francamente non riesco a capire per quale ragione lo scrittore abbia preso una simile iniziativa.

In Anno Uno, dunque, Rucka inizia a descrivere la vita su Themyscira, ideando una trama sostanzialmente esile che prelude al primo incontro tra Diana e Steve Trevor. Per giunta, allude pure a una probabile bisessualità di Diana, dettaglio che non tutti i lettori americani hanno gradito.

Questo conformismo politically correct in effetti non sembra in linea con le caratteristiche originali di Diana, sebbene sia anche logico che in un mondo popolato di sole donne si sviluppino amori esclusivamente lesbici. I disegni di Nicola Scott, eleganti e raffinati, rendono più piacevole una lettura comunque trascurabile.

Nel n. 4, invece, procedono le vicende de Le Bugie. Diana non è più in grado di tornare a Themyscira e si reca in Africa per cercare l’aiuto di una vecchia conoscenza: la famelica Cheetah.

Anche in questo caso, Rucka firma una trama esile, benché abbellita dal tratto oscuro e suggestivo del bravo Liam Sharp. Insomma, Wonder Woman, sinceramente, mi sembra davvero una delle serie più deboli del Rebirth.

In entrambi gli albi prosegue poi la miniserie Poison Ivy: Cycle of Life and Death, dedicata a una delle più note avversarie di Batman. La scrittrice Amy Chu si sta concentrando su toni thriller, dal momento che Pamela Isley, che pare aver messo la testa a posto, sta indagando su una serie di omicidi collegati al furto di alcune sue ricerche.

Nel complesso, la Chu sta impostando una storia godibile, pur non rivoluzionaria, e sta dimostrando di conoscere bene la psicologia complessa e articolata di un personaggio non facile da gestire.

Nell’episodio del n. 4, inoltre, Pamela è coadiuvata da Catwoman e le atmosfere narrative diventano sempre più intricate. La storia del terzo numero è disegnata da Clay Mann e quella del quarto da Robson Rocha. Entrambi i penciler si allineano agli standard imperanti nel fumetto mainstream americano e si rivelano tutto sommato efficaci e funzionali.

Lo ripeto. Il quindicinale di Wonder Woman è forse quello meno interessante tra quelli finora proposti dalla Lion, specialmente per ciò che concerne la serie principale. Magari nel corso del tempo le cose potranno migliorare ma, almeno per adesso, l’albo di Diana non fa gridare al miracolo.

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