Horizon Zero Dawn [Recensione]
Pubblicato il 15 Marzo 2017 alle 15:10
L’Action RPG di Guerrilla Games è uno dei migliori Open-World di questa generazione. Vasto, divertente e visivamente impressionate , in un mondo che rimarrà impresso a lungo.
Siamo nel 3000 dc in un futuro post-apocalittico nel quale l’essere umano vive una sorta di nuova età della pietra e il mondo caratterizzato da una natura rigogliosa è dominato da robot dall’aspetto animale.
Questo è l’incipit di Horizon Zero Dawn, action in terza persona open world con componenti da gioco di ruolo sviluppato dai ragazzi di Guerrilla Games. Protagonista del gioco è Aloy alter-ego del giocatore in una delle più belle esclusive playstation degli ultimi anni.
Pad alla mano il gameplay risulta fin dalle prime ore di gioco molto divertente, prendendo spunto da formule già collaudate all’interno di altri giochi action-rpg e riproponendole in maniera molto originale.
Provando il sistema di combattimento appare lampante l’esperienza degli sviluppatori con gli shooter, Guerrilla Games infatti vanta nel suo curriculum la serie Killzone, apprezzatissimo Fps realizzato sempre in esclusiva per la console Sony.
In altri videogiochi lo shooting in terza persona è basato sul sistema di coperture (Gears of War), Horizon Zero Dawn invece propone un ritorno allo shooting libero infatti le coperture saranno distruttibili e non si avrà mai un senso di sicurezza e protezione.
A nostra disposizione avremo diversi tipi di arco e diversi tipi di frecce, trappole varie che possono essere potenziate o scambiate per una versione migliore e inoltre perno fondamentale del gameplay sarà un dispositivo radar chiamato “Focus” ( che Aloy acquisirà da piccola) che ci permetterà di scovare i punti deboli delle macchine e rendere più semplice la loro uccisione.
Le munizioni a disposizione saranno molto elevate ma qualora le finissimo è possibile crearle in un’istante anche durante il combattimento, invece nel corpo a corpo avremo a disposizione una lancia attraverso cui sferrare colpi veloci o potenti anch’essa potenziabile.
L’uso della lancia si rivela molto utile nelle fasi iniziali dello scontro quando avvicinandosi in maniera stealth si può infliggere danno critico a macchine ed avversari in carne e ossa, infatti sebbene le protagoniste indiscusse degli scontri saranno le macchine in diversi punti del gioco ci scontreremo anche con diversi esseri umani, tali fasi però, minate da un’intelligenza artificiale mediocre, risultano meno esaltati dei combattimenti con le macchine.
Proseguendo con il gioco ed esplorando dei dungeon chiamati calderoni, forieri di tecnologia “aliena”, sarà possibile acquisire la conoscenza per sovrascrivere il comportamento delle creature robotiche, il cosiddetto “Override“.
Infatti attraverso la lancia, avvicinandosi di soppiatto alle macchine si potrà prenderne il controllo: per esempio i Corsieri e i Ferrariete potranno essere cavalcati per muoversi più velocemente, oppure gli Spazzini e i Secodonti diventeranno degli alleati e attaccheranno le altre macchine.
Il combat sytem quindi funziona, è divertente, vario e ben strutturato, con momenti più esaltanti di altri che raggiungono livelli di epicità pura in alcuni scontri come ad esempio contro il Divoratuono o l’Avitempesta, bestie enormi e difficili da abbattere.
Molto ben realizzate sono anche le fasi di puzzle game e i momenti di esplorazione in generale, sicuramente risulta piacevole per esempio scalare i giganti Collilunghi per eseguire l’override e scoprire porzioni di mappa prima celate.
Il primo aspetto del gioco di ruolo si manifesta nel titolo con la crescita del personaggio, infatti Aloy completando le varie missioni acquisirà esperienza che gli permetterà di salire di livello ( il livello cap è 50).
Ad ogni livello raggiunto si avrà a disposizione un punto abilità da spendere in tre rami differenti – predatrice, audace, raccoglitrice – per acquisire caratteristiche atletiche e funzionali.
L’ambientazione di Horizon Zero Dawn è sicuramente originale, poiché a differenza di altri futuri post-apocalittici nel panorama videoludico, il titolo apporta una storia nuova, una post preistoria in cui macchine simil dinosauri e esseri umani convivono, esseri umani che sono in qualche senso regrediti all’età della pietra.
E proprio la situazione in cui versa la nuova civiltà pone al giocatore delle domande fin dalle prime battute di gioco: che fine ha fatto la nostra civiltà? perché è regredita? perché questi nuovi esseri umani non hanno ricordo della nostra civiltà? e chi ha costruito le macchine?
E in parte sono le stesse domande che si pone Aloy , la cui realizzazione a noi è piaciuta molto, un personaggio ben caratterizzato, dall’incrollabile determinazione e forza, che lotta per sopravvivere contro l’emarginazione e portare a galla la propria identità.
Guerrilla Games ci offre un’intera mappa di gioco liberamente esplorabile, non tutta fin dall’inizio va sbloccata man mano, ma la sensazione di libertà una volta sbloccata la totalità della mappa è enorme e la voglia di mettersi alla prova è sempre alta, grazie a sfide sempre differenti con macchine sempre differenti.
Le città e gli insediamenti visitabili non sono tanti però sono fatti tutti molto bene, ben caratterizzati, alcuni molto ispirati come per esempio la città di Meridiana, che è semplicemente splendida.
Però è un peccato che le città siano più da vedere che da vivere, in quanto gli unici servizi al loro interno saranno i mercanti e i vari personaggi dai quali prendere le side-quest; a proposito di quest’ultime purtroppo non sono tante, ma spesso raccontano delle piccole storie parallele che aiutano il giocatore ad immergersi ulteriormente nel mondo di gioco.
Per quanto riguarda la longevità noi abbiamo finito il gioco dopo una trentina di ore, ma una volta finita la storia principale il divertimento non scema, infatti si potrà continuare a giocare e tra commissioni, liberare gli avamposti dei banditi, quelli delle macchine corrotte, le sfide di caccia, esplorare i calderoni e raccogliere i collezionabili avremo ancora parecchio tempo da dedicargli.
In conclusione quindi possiamo dire che il titolo si attesta su livelli molto alti di longevità.
Il titolo dal punto di vista artistico è una gioia per gli occhi, in Horizon Zero Dawn si sprecano i momenti durante i quali si rimane a bocca aperta, le ambientazioni particolarmente ispirate sono raffigurate sullo schermo in maniera impeccabile, i vari giochi di luce, la profondità di campo, la precisione nella realizzazione di ogni singolo dettaglio del gioco mostra i muscoli del nuovo motore grafico Il Decima Engine, diretta evoluzione del motore grafico utilizzato per Killzone.
Il gioco mantiene i 30 fps fissi su Ps4 Pro anche nelle fasi più concitate, il tutto accompagnato da una colonna sonora che non esiteremmo a definire tra le più belle degli ultimi anni, a partire dal tema principale, che è entrato subito nella nostra testa, fino ai vari brani che accompagnano i momenti topici dell’avventura.
Infine una parola sul doppiaggio, nota dolente del titolo, che non restituisce il giusto riconoscimento a dei personaggi ben caratterizzati e pregiudica la loro recitazione, senza parlare del labiale che a volte risulta non sincronizzato con la voce nei dialoghi.