Il cane che guarda le stelle: Racconti [Recensione]
Pubblicato il 10 Marzo 2017 alle 10:10
Dopo il toccante “Il cane che guarda le stelle“, Murakami continua a commuoverci con le tenere storie di due cagnolini e dei loro padroni, accomunati dal fatto di essere stati abbandonati… e poi ritrovati.
“Il cane che guarda le stelle”, sul filone della storia di Hachiko, ha commosso e intenerito il cuore di tantissimi lettori e, dopo il successo del primo volume, Murakami ritorna su quello stesso filone narrativo per presentarci altri personaggi e altri “racconti” (non a caso è il sottotitolo di questa raccolta), non poi così distanti dal fumetto precedente: anzi, i suoi due protagonisti (cane e padrone) tornano per una veloce comparsa.
Anche in questo caso le due storie (prima ben distinte, ma poi si scopriranno essere legate tra di loro, oltre che con la precedente opera di Murakami) sono raccontate dal punto di vista di due cagnolini abbandonati, adottati poi rispettivamente da un’anziana signora scorbutica, con la convinzione di non avere più motivo per vivere, e da un ragazzino malnutrito, trascurato dalla madre.
L’abbandono è il tema centrare di questi due racconti, con tutta la malinconia e la tristezza di cui è capace Murakami: non solo attraverso la sceneggiatura, ma anche con un disegno dal tratto sottile, delicato e un po’ naif. “Abbandono” inteso sia per quanto riguarda i due cagnolini, sia per i loro padroni, tenuti a distanza dalla società, che ritrovano nei loro amici a quattro zampe un’ancora di salvezza.
Anche per questo, come da introduzione al volume, le coppie cane-padrone di questo manga sono da considerare stelle gemelle, destinate a trovarsi e a non abbandonarsi mai. Nonostante questi “buoni sentimenti”, l’opera di Murakami non pecca di buonismo e sarà una lettura piacevole anche per chi non è avvezzo ai buoni sentimenti gratuiti: anche perché il lato realista e “crudo” del racconto non viene celato o mitigato.