Superman n. 3 – Rinascita DC [Recensione]
Pubblicato il 6 Marzo 2017 alle 10:00
Che cosa succede a Supergirl nel nuovo contesto del Rebirth? Scopritelo in questo terzo numero del quindicinale di Superman! Le avventure dell’Uomo d’Acciaio diventano sempre più avvincenti grazie a Peter J. Tomasi e Dan Jurgens!
Tra le serie Rebirth quelle di Superman sono senz’altro le più coinvolgenti. Coloro che stanno seguendo il quindicinale Lion dedicato all’Uomo d’Acciaio se ne sono già resi conto e in questa terza uscita le story-line diventano sempre più intriganti.
Per ciò che concerne la testata Superman, lo si deve all’estro inventivo del bravissimo Peter J. Tomasi che sta impostando uno story-arc vasto e articolato, impreziosito da testi profondi ed evocativi.
Come ormai è risaputo, molti degli elementi narrativi che precedevano Flashpoint sono ritornati. L’Uomo d’Acciaio del New52 è morto e al suo posto c’è il vecchio Superman finora rimasto nell’ombra, in compagnia della moglie Lois e del figlioletto Jon.
Le circostanze l’hanno costretto a indossare nuovamente i panni di Superman e Jon sta iniziando a sviluppare superpoteri che non è ancora in grado di comprendere e utilizzare in maniera appropriata.
E sembra che sia proprio Jon il fulcro narrativo delle vicende attuali. In questo episodio, Clark inizia a fargli da mentore, e Tomasi, tra le altre cose, scrive un bellissimo dialogo chiarificatore tra i due, con la maestria che lo contraddistingue.
Non rinuncia però all’azione e lo scontro tra Supes e un gigantesco mostro marino è il pretesto che gli consente di introdurre una minaccia che, per ragioni al momento enigmatiche, è penetrata nella Fortezza della Solitudine.
I disegni di Patrick Gleason sono splendidi e il suo tratto plastico, raffinato ed elegante è uno dei punti di forza della serie. Si procede poi con il n. 959 di Action Comics, la testata storica dell’Uomo d’Acciaio.
Anche in questo caso abbiamo a che fare con una trama avvincente dal ritmo, però, più serrato e adrenalinico; e non potrebbe essere diversamente, considerando che l’eroe deve vedersela con Doomsday. L’autore di Action Comics, Dan Jurgens, sta inserendo numerosi misteri, a cominciare da un Clark Kent privo di poteri il cui ruolo è ancora incomprensibile.
Ma pure quello di Lex Luthor lo è. Ora si atteggia a supereroe ma siamo sicuri che sia sincero? Naturalmente Jurgens, tra una scazzottata e l’altra, non dà risposte ma contribuisce a tenere alta la curiosità. I disegni di Tyler Kirkham sono efficaci e funzionali, nonché adatti per una storia tipicamente supereroica come questa.
L’albo è inoltre da tenere presente per lo speciale Supergirl Rebirth che conclude il sommario. Lion pubblicherà, alternandole, le serie della bella cugina di Clark e del Superman cinese visto negli scorsi numeri.
Nel contesto della Rinascita, Kara Zor-El si trova sulla terra e collabora con il D.E.O., l’associazione governativa che monitora i meta-umani, alle dirette dipendenze della volitiva Cameron Chase, ben nota ai lettori di una serie di qualche anno fa a lei dedicata e a quelle di Batman e di Batwoman.
Cameron non si fida molto di Kara ma ha accettato di aiutarla e la giovane kryptoniana è stata adottata da una coppia terrestre, anch’essa alle dipendenze del D.E.O., allo scopo di comprendere lo stile di vita degli umani. I suoi poteri sono intermittenti ma una minaccia nello spazio la costringe a intervenire e presto la Supergirl di un tempo tornerà in tutta la sua potenza.
Non sospetta però che ad Argo City sta accadendo qualcosa di orribile e c’è un villain in circolazione. I lettori di vecchia data certamente lo riconosceranno e le premesse paiono promettenti.
La storia è scritta da Steve Orlando che delinea una trama semplice, divertente e mainstream nell’impostazione. E’ prematuro dare un giudizio e sarà necessario leggere la serie regolare di Supergirl per comprendere il nuovo corso dell’eroina. Ciò che più colpisce sono, in ogni caso, i disegni di Emanuela Lupacchino che ci regala una versione deliziosa di Kara e sfoggia uno stile fluido ed elegante.
Dà il meglio di sé nelle sequenze d’azione mentre a volte è statica in quelle più riflessive ma il suo lavoro è valido. Anche questo terzo albo di Superman, dunque, è da promuovere.