Supereroi Le Leggende Marvel 17 – Wolverine – Logan: Recensione

Pubblicato il 18 Settembre 2011 alle 15:22

L’antologia di storie dedicate al mutante canadese, disegnate da artisti non statunitensi e ambientate in svariati momenti della complessa e labirintica esistenza del signor Logan!

Supereroi Le Leggende Marvel 17 – Wolverine – Logan

Autori: Brian K. Vaughan, Gregg Hurwitz, Victor Gischler, Joseph Clark, Rafael Grampà, Jimmy Palmiotti (testi), Eduardo Risso, Marcelo Frusin, Das Pastoras, Rafael Grampà, Rafa Garres (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, 18 x 28, pp. 192, col.

Ho scritto in precedenza di non essere un fan sfegatato della Marvel di Joe Quesada.

Non nego che l’ormai ex editor in chief della Casa delle Idee, nel corso della sua gestione, sia riuscito a svecchiare e a rinnovare diversi comic-book e a dare spazio a sperimentazioni e a produzioni inusuali per l’etichetta statunitense. Tuttavia, ritengo che i fumetti Marvel siano diventati eccessivamente commerciali, nonché a volte caratterizzati da soluzioni narrative banali e da una spasmodica ricerca del colpo di scena fine a se stesso.

Altra cosa che gli imputo (benché, a onor del vero, va contestato pure ai predecessori di Quesada e al suo attuale successore, Axel Alonso) è quello di aver sfruttato troppo personaggi come l’Uomo Ragno, gli X-Men, i Vendicatori e Wolverine, a scapito di altri characters, magari meno conosciuti, ma non privi di carisma e di potenzialità, sia a livello creativo sia a livello di mercato.

Nello specifico del mutante canadese, ho altresì chiarito che non è il mio eroe preferito. Di sicuro Logan ha avuto un ruolo di primo piano per ciò che concerne l’evoluzione del concetto di supereroe e, nelle mani di Claremont, colui che lo ha reso intrigante, il canadese artigliato è risultato di una importanza fondamentale. Ma non vorrei essere frainteso: non tutto quello che è targato Marvel è da buttare e, nello specifico di Wolverine, in questi ultimi anni ci sono stati prodotti interessanti (e non mi riferisco alla run di Jason Aaron che, a mio modesto parere, con Wolvie ha toppato di brutto).

Una prova è data dal diciassettesimo volume della serie Supereroi Le Leggende, dedicato, appunto, all’aggressivo componente degli X-Men, di X-Force e dei Vendicatori. L’uscita in questione comprende vari episodi, scritti da writers di tutto rispetto, e disegnati da pencilers non provenienti dal comicdom anglosassone.

Il piatto forte è costituito da Logan. Sceneggiato da Brian K. Vaughan, noto ai più per essere l’autore di autentici gioielli come Y The Last Man, Runaways ed Ex Machina, tra le altre cose, e disegnato dal grande Eduardo Risso di 100 Bullets, è una storia drammatica ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella fattispecie, in Giappone. A Hiroshima, per la precisione. E, dal momento che tutti sanno cosa accadde a Hiroshima, si può intuire che la vicenda immaginata da Vaughan non sarà rilassante.

Logan avrà a che fare con uno strano soldato, forse anch’egli dotato di un fattore di guarigione o, comunque, di qualche super abilità, e che gli darà filo da torcere. Inoltre, incontrerà una bella ragazza giapponese e con lei Logan ‘diventerà un uomo’. La saga rappresenta l’ennesimo tassello del passato di Wolvie e Vaughan riesce a inserirla nella complessa continuity del personaggio senza contraddire o stravolgere nulla. Anzi, a una lettura attenta, si capirà che la story-line chiarisce alcuni punti misteriosi della sua esistenza. I testi di Vaughan, così come i dialoghi, sono validi e ben impostati e lo sceneggiatore riesce a dosare i momenti di azione e quelli introspettivi con equilibrio, senza mai scadere nella violenza risaputa. Anche perché, del resto, il bravissimo Eduardo Risso, con il suo tratto espressivo, i chiaroscuri e la particolare costruzione della tavola valorizza ogni aspetto dello script, con maestria indiscutibile.

Gli altri episodi non sono da meno. ‘Il Canto di Morte di J. Patrick Smitty’, tratto dall’annual 2007 di Wolverine, scritto dal romanziere Gregg Hurwitz e disegnato dal Marcelo Frusin di Hellblazer, è un intenso e adrenalinico hard-boiled ispirato a un poema di T.S. Eliot, ‘The Love Song of J. Alfred Prufrock’. Sebbene, in tutta franchezza, non riesca a trovare similitudini tra l’aggressività delle avventure di Logan e il disperato e alienante anelito modernista della poesia eliotiana, la trama ha un bel ritmo, ambientata, a differenza della precedente, in una metropoli americana.

Le altre storie, tratte da varie riviste, sono interessanti. ‘Revolver’, scritto da Gishler e illustrato dallo spagnolo Das Pastoras, è un angosciante horror che, partendo da un contesto che riecheggia ‘Il Cacciatore’ di Michael Cimino, si evolve in un racconto dai toni macabri e misticheggianti che non lascerà indifferente nessuno. E lo stesso dicasi per ‘La Strada della Morte’, sempre illustrato da Das Pastoras e scritto da Joseph Clarke: qui ci troviamo in un paesino dell’entroterra americano, genere Twin Peaks, per intenderci, con devianze e perversioni latenti, e il nostro Logan dovrà confrontarsi con le pulsioni omicide di un maniaco insospettabile. Anche se un po’ risaputo, l’episodio ha una sua scioccante incisività. E segnalo, soprattutto, il bravissimo penciler Das Pastoras, il cui stile è un riuscito mix dell’iperrealismo di Corben e della visionarietà lisergica di Moebius.

‘Caro Logan’ di Rafael Grampà è forse l’unico passo falso della collezione. Si tratta di un contributo ironico e sarcastico, dall’atmosfera, sia narrativa che grafica, influenzata dall’underground e stridente con il resto dell’albo. Ma è la dimostrazione della versatilità del personaggio Wolverine che può, in effetti, essere utilizzato in contesti tra i più disparati. Sarà magari la presenza del chiacchierone Deadpool, che non ho mai gradito, a farmi storcere il naso.

Si finisce con ‘La Leggenda di Crimson Falls’, scritto dall’esperto Jimmy Palmiotti e illustrato dall’ottimo Rafa Garres. In questo caso, i due autori realizzano una vicenda di licantropi, con un pizzico di thriller e di erotismo accennato, senz’altro piacevole nel complesso. Per concludere, quindi, il volume è valido e può indubbiamente soddisfare i fans di Logan, così come coloro che, negli ultimi anni, hanno provato qualche perplessità nei confronti della produzione Marvel contemporanea.

Voto: 7

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