Heavy Bone – Diabulus in Musica: Recensione
Pubblicato il 17 Settembre 2011 alle 10:13
Dopo il successo del precedente volume La Storia del Metal, dove Heavy Bone novello Virgilio ci guidava attraverso le migliori band dell’Heavy Metal e dell’Hard Rock degli Anni ‘70/’90, stavolta è il turno di una storia vera e propria con lui come protagonista
Heavy Bone – Diabulus in Musica
Autori: Enzo Rizzi (testi e disegni), AAVV (disegni).
Casa editrice: Aaron Works (sotto-etichetta Nicola Pesce Editore).
Provenienza: Italia.
Prezzi: 9,90 Euro.
Note: 96 pagine, brossurato, b/n, formato 21×29.
Il serial killer di rockstars, zombie demoniaco che tiene nel suo stomaco i mastini infernali Rock & Roll, voraci di superstar, è alla caccia di nuove vittime illustri mentre dall’Inferno (o meglio l’Hellsound), altri demoni come il generale Hellfire cercano di ostacolarlo per ingraziarsi Sua Maestà Satanica (nella storia “Il Dono”, per i disegni del bravissimo Alessio Fortunato), e portare a termine la sua missione chiamata Diabulus in Musica.
Il volume raccoglie quindi diversi brevi racconti, più o meno collegati tra loro, nel primo dei quali “Sex, Drugs & Rock’n Roll” ad opera per testi e disegni proprio del suo autore, Enzo Rizzi, vediamo il nostro putrido eroe alle prese con le invettive del suo padrone; purtroppo sono ormai decenni che non riesce più a procurare il trapasso di celebrità che possano stare allo stesso livello di Janis Joplin, Jimi Hendrix o Jim Morrison (del quale ricorda con nostalgia quando un po’ per volta lo condusse verso l’autodistruzione fornendogli droghe sempre peggiori, uno dei suoi capolavori!).
Oggi, sia lui che il suo satanico capo, debbono accontentarsi di nuove leve dell’hard rock, del tutto sconosciute e insipide (che però vengono massacrate ugualmente senza tante storie, in attesa di tempi migliori); dalla storia successiva le trame cominciano ad intrecciarsi in maniera più significativa, chiarendo diversi punti importanti della mitologia del personaggio.
In “Ritorno a L.A.” (disegnato da Lelio Bonaccorso), rientra in scena il gangster Mr.Brownstone, antagonista di Heavy Bone nella prima introvabile miniserie, autoprodotta nel 2001, mentre in “Into the Sound” (disegnato da Fabrizio Galliccia), scopriamo le sue origini e qualche particolare in più sul misterioso disegno riguardante il Diabulus in Musica.
Dopo il gustoso interludio di “The King is Alive” (disegni di Walter Trono), in cui il gemello di Elvis creduto morto durante il parto in realtà era vivo e vegeto e assetato di vendetta (come e perché è tutto da scoprire), parte il rush finale con “Rock & Roll”, “The Club of 27” (molte sono le rockstars morte a 27 anni) e “Diabulus in Musica”, tutte disegnate stupendamente, con un ottimo uso del b/n e dei toni di grigio, da Arjuna Susini.
Scopriamo ulteriori dettagli su Heavy Bone, sui mastini infernali Rock & Roll, sulle stars che avrebbe ucciso (tutte riconoscibili ma dai cognomi leggermente cambiati, Burt Cocain invece che Kurt Cobain ad es.), mentre un ispettore di polizia ha cominciato a unire diversi tasselli e sembra essere sulle sue tracce; sullo sfondo si muove anche il gangster Mr. Brownstone, verso un ormai inevitabile incontro/scontro con Heavy Bone (che però vedremo solo prossimamente, se ci sarà un seguito), e c’è anche lo spazio per un confronto tra il nostro simpatico zombie metallaro e l’avversario infernale Hellfire (dalla conclusione sconcertante).
Nell’ultima storia infine (la più lunga), veniamo finalmente a conoscenza della vera portata del piano infernale che dà il titolo al volume e che a più riprese ha fatto capolino qui e là nei diversi racconti, così come del ruolo pensato a suo tempo da Sua Maestà Satanica per il ragazzo umano di nome Steven poi trasformatosi in Heavy Bone; scopriamo quindi la sua missione originaria e come e perché un imprevisto cambiò i piani e lo portarono a diventare l’uccisore di rockstars, con tanto di lotta finale del Nostro con un mostro par suo (Dark Night…da non confondere col ben più noto Dark Knight/Cavaliere Oscuro).
La storia si chiude lasciando ampi spiragli e un piccolo colpo di scena che rimanda a eventuali seguiti; chiudono invece il volume una decina di pagine di bellissime pin-up (tra cui una di Giuseppe Palumbo) e un’intervista all’autore molto interessante per capire meglio l’origine e il destino futuro del personaggio (nonché i suoi esordi editoriali sulla prima miniserie).
Volume godibilissimo, non solo per i fans del metal (o estimatori di Lobo l’ultimo Czarniano della DC), che troveranno probabilmente molto più vicino alle loro corde un tal personaggio, ma anche per tutti gli amanti del buon fumetto che apprezzino storie dai toni scanzonati e divertenti oltre che ben disegnate; il personaggio semmai paga qualcosa proprio nel suo ruolo di uccisore di celebrità del rock, visto che è costretto a non ucciderne nessuna “defunta” negli ultimi anni, perché ritenuto troppo offensivo alla memoria di persone scomparse in tempi piuttosto recenti e non assurte ancora ad icone leggendarie (e che nel fumetto verrebbero bistrattate senza troppi riguardi, con probabile incazzatura dei loro fans), o a parlarne modificandone in maniera fantasiosa i cognomi per quelle morte da più tempo (quasi girandoci intorno, limitando il tutto a poche rievocazioni e una manciata di vignette).
Heavy Bone rimane comunque dotato di una certa innata simpatia con annessa vena dissacratoria (e un po’ cazzona, ma in senso buono ^_^), che supplisce a questo dettaglio (non proprio secondario); inoltre c’è tutta una parte grafica che vanta come detto ottimi disegni, da questo punto di vista infatti il volume presenta una carrellata di autori che si destreggiano magnificamente coi chiaro/scuri del b/n e pure dei grigi, tutti degnissimi delle migliori testate Bonelli (come ad esempio Alessio Fortunato che non per nulla già ha dei Dampyr nel suo curriculum).