Le Avventure della Brigata Fucilieri: Recensione
Pubblicato il 8 Novembre 2011 alle 10:16
Arriva l’irriverente fumetto di guerra di Garth Ennis, con protagonista la più assurda, folle e demenziale squadra di assalto della Seconda Guerra Mondiale!
Le Avventure della Brigata Fucilieri
Autori: Garth Ennis (testi), Carlos Ezquerra (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 15,95, 16,8 x 25,7, pp. 144, col.
Gli utenti sanno che l’irlandese Garth Ennis è senza ombra di dubbio uno degli autori più estremi e trasgressivi del panorama fumettistico anglofono e basta prendere in considerazione il serial che gli ha dato successo, Preacher, per rendersene conto. Tuttavia, benché Ennis sia uno sceneggiatore di grande livello, spesso e volentieri non riesce ad evitare il manierismo. Fondamentalmente, il suo stile si può riassumere con pochi elementi: turpiloquio, violenza eccessiva, situazioni stravaganti e blasfemia.
È pur vero che, a volte, per esempio in miniserie come Unknown Soldier o Enemy Ace, tali dettagli sono quasi del tutto assenti; ma, in linea di massima, quando si sta per leggere un fumetto scritto da Garth si sa ciò che più o meno è lecito aspettarsi. Un altro fondamentale aspetto dell’ispirazione ennisiana è rappresentato dalle storie di guerra.
Ennis, infatti, ha una grande passione per questo tipo di racconti (è sufficiente pensare agli splendidi one-shot che compongono le cosiddette War Stories, riuniti in volume da Planeta) e non ha mai nascosto, per giunta, la sua ammirazione per la gloriosa tradizione fumettistica della Fleetway, casa editrice britannica che alle war stories, appunto, è spesso stata legata.
Lo prova Le Avventure della Brigata Fucilieri, tp pubblicato da Planeta che include due miniserie Vertigo: Adventures in The Rifle Brigade e Adventures in The Rifle Brigade: Operation Bollock. Coloro che le leggeranno avranno modo di rilevare una spiccata componente ironica (e l’ironia è un altro dei numerosi marchi di fabbrica della produzione ennisiana) e chi si aspettasse di trovare l’intensa e disperata drammaticità di War Stories è meglio che giri al largo.
Innanzitutto, cos’è la Brigata Fucilieri? Un commando di soldati impegnati in missioni pericolose in piena Seconda Guerra Mondiale, sovente contro i nazisti. Ma i suoi componenti, il capitano Hugo Darcy, il tenente ‘Dubbioso’ Milk, il Sergente Crumb, il Caporale Genzer, Hank lo Yank e lo Zampognaro, non sono militari come gli altri. Potremmo definirli fuori di testa e decisamente farseschi.
Malgrado non manchino sangue, sparatorie, mutilazioni, esplosioni e tutte le violenze assortite che è lecito attendersi da Ennis, le due miniserie in questione possono essere interpretate come una satira delle storie di guerra e, da questo punto di vista, funzionano. Malgrado ciò, Ennis non va mai in profondità e realizza un’opera di intrattenimento fine a se stessa, senza peraltro (con l’eccezione di Darcy e Dubbioso) delineare le psicologie dei personaggi, poco più che abbozzate e impostate in maniera poco sfaccettata.
Ennis, comunque, si diverte a prendere in giro l’istinto bellico, palese conseguenza della repressione sessuale e del machismo deviato, e non manca di sbeffeggiare svariati luoghi comuni riguardanti la ‘britishness’: l’omosessualità nascosta (evidente nella figura di Dubbioso), l’omofilia delle public schools inglesi, le poesie di Walt Whitman e così via. E per giunta Ennis si ricollega, nella seconda miniserie, a una diceria riguardante Adolf Hitler. Secondo alcuni studiosi, infatti, Hitler era privo di un testicolo (ciò non è mai stato provato, comunque) e l’autore parte da ciò per inventare una story-line pazzesca in cui la Brigata Fucilieri, per una serie di ragioni, si mette alla ricerca del testicolo perduto del Fuhrer, tra naziste dai seni enormi e psicopatici in divisa.
Ennis non ha fatto un pessimo lavoro ma le due miniserie sono, a mio avviso, da annoverare tra i suoi esiti creativi minori e se vi attendete qualcosa al livello di Preacher resterete delusi. I dialoghi sono tuttavia divertenti e ben congegnati e l’ottimo Carlos Ezquerra, che ha già collaborato numerose volte con Ennis, riesce a ben rappresentare le vicende poco ‘politically correct’ della Brigata. Nel complesso, si tratta di un volume onesto e di mero intrattenimento.