Animal Man di Grant Morrison [Recensione]
Pubblicato il 26 Febbraio 2017 alle 10:00
Lion ripropone una delle opere più rivoluzionarie del fumetto americano: Animal Man di Grant Morrison! Non perdete la run passata alla storia dei comics che ha fatto conoscere il trasgressivo e celebrato autore di Glasgow!
Lion ripropone gli storici episodi di Animal Man scritti da Grant Morrison. Non si tratta di un’opera qualsiasi, come sanno coloro che già li conoscono.
Nell’arco di ventisei numeri, infatti, l’autore di Glasgow, al suo esordio nel mercato statunitense, ideò una story-line complessa, articolata e dall’impostazione meta-narrativa che molti in seguito non esitarono a definire rivoluzionaria.
In realtà, Grant non era interessato al personaggio, un eroe minore del DCU che non aveva mai avuto grande risonanza.
Il suo sogno era quello di occuparsi di Batman o Flash ma all’epoca la casa editrice non era propensa a fare scrivere le sue testate principali a uno sconosciuto. La lungimirante Karen Berger, tuttavia, consapevole del suo talento, gli propose una miniserie di Animal Man.
Negli anni ottanta la DC tendeva ad affidare eroi di secondo piano ad autori trasgressivi ed eversivi di area britannica e perciò Animal Man non fece eccezione.
Dal momento che Buddy Baker è in grado di mimare le caratteristiche di qualunque animale si trovi nei paraggi, Grant gli conferì una profonda sensibilità ecologista. Animal Man, infatti, è una serie che fa dell’ecologismo e dell’animalismo le tematiche fondamentali.
Grant dunque scrisse un’avventura di quattro parti che ottenne un notevole riscontro. La Berger decise allora di trasformare la mini in una serie regolare, sempre scritta da Morrison, e il resto, come si suol dire, è storia. Lion fa uscire un volume con i primi nove numeri del comic-book.
A scanso di equivoci, specifico che non sono il massimo dal punto di vista grafico. I disegni di Chas Truog, legnosi e standardizzati, non sono niente di che e, a prima vista, Animal Man non si differenzia dalle tante collane mainstream tipiche degli anni ottanta.
Non vale lo stesso però per le avventure concepite da Grant. In ogni caso, va tenuto presente che questi primi numeri non sono ancora molto stravaganti. Man mano che la story-line procede, invece, le cose si faranno sempre più strane, surreali e visionarie.
Nei primi quattro albi, Grant introduce quindi il personaggio. Oltre a essere uno strenuo difensore dei diritti degli animali, è sposato con la bella Ellen e ha due figli. Le dinamiche familiari sono rilevanti, considerando inoltre che moglie e figli sanno che Buddy è anche Animal Man.
All’inizio dovrà vedersela con un gruppo di spietati cacciatori e con uno scienziato che sottopone gli animali ad atroci esperimenti. In pratica, Morrison, tramite l’eroe, esprime la sua condanna della vivisezione.
Dal n. 5 le cose cambiano e Morrison incomincia timidamente a usare uno stile narrativo meno convenzionale. ‘The Coyote Gospel’, questo il titolo dell’episodio, fece comprendere ai lettori quanto fosse eccentrica la sua ispirazione. Senza spoilerare, mi limito a puntualizzare che nell’ultima pagina c’è un dettaglio che anticipa la pazzesca conclusione della run di Animal Man.
Nel n. 6 Morrison si collega alla saga Invasion e, in maniera peculiare, inserisce Buddy in un contesto più supereroico, facendolo scontrare con una perfida Thanagariana e citando, tra le altre cose, l’occultista Aleister Crowley.
Nel n. 7, invece, con l’attitudine sarcastica e irriverente che presto diventerà il marchio di fabbrica del suo stile, fa apparire un giustiziere della Golden Age, Capitan Triumph, ormai vecchio e amareggiato. La storia è un’analisi dei miti dell’epoca d’oro dei fumetti e del cinema di serie b, non priva di malinconia.
Nel n. 8 Buddy affronta Mirror Master, criminale destinato ad avere un ruolo cruciale negli episodi successivi. Apparentemente può sembrare un’avventura di supereroi come tante altre ma è qui che il sadico Grant getta le basi di una saga innovativa e sconvolgente.
Nel n. 9 si diverte poi con la Justice League Europe, filiale europea della JLA, gruppo di cui all’epoca Animal Man faceva parte. Lo ripeto. Sembrano storie tradizionali ma non è così e nei prossimi volumi ve ne accorgerete.
Questa prima uscita è essenziale per comprendere le motivazioni del personaggio e il mood della serie, caratterizzata da testi meno sperimentali di quelli del Morrison odierno. Ma è una proposta da non perdere.