Suiciders vol. 2 [Recensione]

Pubblicato il 18 Febbraio 2017 alle 10:00

Chi sono i Kings of Hell-A? Scopritelo nel secondo volume di Suiciders, la dirompente serie Vertigo ideata da Lee Bermejo! Violenza, degrado, atmosfere distopiche e adrenalina pura: sono gli elementi di questa story-line illustrata da Alessandro Vitti!

Tra le serie Vertigo recenti, si è distinta Suiciders. Scritta e disegnata da Lee Bermejo, è ambientata in un futuro distopico.

L’autore immagina una Los Angeles distrutta dal cosiddetto Big One, il terremoto che nella realtà potrebbe realmente segnare la fine della città. In seguito a questo evento, è stata costruita New Angeles, metropoli occupata solo da benestanti.

Il resto della popolazione vive ai margini, nel più assoluto degrado, e non può entrare a New Angeles a causa di un muro sorvegliato da milizie al soldo della Mulholland Corp, compagnia che ha le mani in pasta in molte attività e che di fatto rappresenta il potere.

Gli esclusi che sperano in una vita migliore hanno una sola possibilità: diventare Suiciders. Costoro sono lottatori che gareggiano in tornei in cui si rischia costantemente la vita. Sono queste le premesse della serie ideata da Lee Bermejo.

Lion nel precedente volume ha pubblicato la prima sequenza narrativa ma l’autore sta andando a rilento nella realizzazione degli episodi successivi. In questo secondo tp, infatti, è inclusa una miniserie parallela, Suiciders Kings of Hell-A, che Bermejo ha fatto uscire in attesa della ripresa del comic-book regolare.

Si è occupato solo dei testi, limitandosi a disegnare il prologo e l’epilogo. La storia si colloca quindici anni prima di quella del primo volume e appaiono personaggi appositamente concepiti per questa mini di sei albi. Il Big One ha dunque provocato un sacco di danni e coloro che vivono all’esterno di New Angeles non se la passano bene.

Crimine, droga e prostituzione sono all’ordine del giorno e le strade sono dominate da pericolose gang in lotta tra loro. Tra esse spiccano i Kings of Hell-A, forse il gruppo in assoluto più spietato.

Bermejo si concentra in particolare su tre di loro: Johnny, l’aggressivo leader che cerca sempre un pretesto per aggredire qualcuno; sua sorella Trix, patita dello skateboard, e Troy che ha iniziato una relazione con lei. In verità, l’ha messa incinta e teme la reazione dell’iper-protettivo Johnny.

Ma nella trama appaiono anche Leonard, un ex Suicider erroneamente accusato di aver barato nei combattimenti e che per questo motivo ha perso il prestigio, nonché la custodia del figlio; e uno psicopatico dalle pulsioni cannibali.

In una serie di vicende intrecciate, rimangono tutti coinvolti nelle macchinazioni della Mulholland Corp e le situazioni violente e sanguinose si sprecheranno.

Ogni personaggio è tormentato dai traumi del passato, spesso legati all’infanzia; sono vittime dei loro istinti primordiali e si comportano di conseguenza. In pratica, Bermejo, con la scusa di una vicenda distopica, descrive e denuncia la violenza della società contemporanea.

Tuttavia, a differenza della serie regolare, Suiciders Kings of Hell-A è piuttosto esile. Molti sviluppi narrativi si riducono a una serie infinita di inseguimenti, sparatorie, scazzottate ed efferatezze assortite. I character non sempre risultano credibili e l’analisi psicologica è carente. In poche parole, Bermejo ha fatto meglio con i primi episodi di Suiciders e la miniserie in questione sembra più che altro un contentino per i lettori orfani della collana principale.

Come ho scritto, Bermejo ha disegnato solo il prologo e l’epilogo. Il resto è appannaggio dell’ottimo Alessandro Vitti che caratterizza in maniera efficace i personaggi e rappresenta i paesaggi urbani sporchi e squallidi con dovizia di particolari.

Valida pure la costruzione della tavola. Un episodio è disegnato da Gerardo Zaffino che, a differenza di Vitti, ha un tratto meno fluido e dinamico, ma comunque suggestivo, anche grazie a piacevoli giochi d’ombra.

Nel complesso, quindi, questa seconda uscita dell’edizione Lion di Suiciders non può dirsi pienamente riuscita. Potrà comunque piacere ai fan abituali della Vertigo e ai lettori che apprezzano le avventure d’azione.

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