Recensione – Taboo, episodio 7
Pubblicato il 20 Febbraio 2017 alle 15:10
“Che razza di uomo ragionevole farebbe affidamento sulla giustizia?”
Ha sempre il pieno controllo della situazione, James Delaney, anche quando viene emesso un mandato di cattura nei suoi confronti. Anche quando viene accusato di tradimento. Anche quando viene torturato. Il gioco lo comanda lui. Anzi, lui il gioco l’ha inventato.
La partita a scacchi iniziata fra James e Stuart Strange, leader della Compagnia delle Indie, è arrivata alle mosse finali: tutti i pedoni – il sottobosco criminale di Londra, gli alchimisti, le spie americane, le puttane, i sicari, perfino il Principe Reggente – sono stati mangiati o sono divenuti obsoleti, inutili, inservibili. Ora è un testa a testa fra i pezzi più forti, le due regine, James contro Stuart. E il magistrale cliffhanger orchestrato da Steven Knight rimanda alla prossima settimana l’esito del duello.
Che gradevole e brutale esperienza è stata questo penultimo episodio di Taboo. Pieno di ritmo, tensione, rivelazioni drammatiche e sorprese scottanti.
In questo senso le indagini del signor Chichester rappresentano un’interessantissima storyline secondaria, che in questo episodio farà luce su un particolare aspetto del passato di James: senza rovinarvi la sorpresa, sappiate che il nostro James potrebbe non essere solo pazzo, ma anche molto, molto cattivo.
Lo sapevamo già, potreste pensare. Forse si. Ma di sicuro, non fino a questo punto (criptico, vero? è per il vostro bene, credetemi).
Altre rivelazioni arriveranno dalla storyline del maggiordomo Brace, e altre ancora da quella dedicata a Lorna. Le scene delle torture sono crude e impietose, perfettamente in linea con le atmosfere estreme dello show. Ad Hardy le maschere di ferro devono piacere parecchio (pensate a Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, o a Fury Road) e qui ne indossa una integrale che lo fa respirare come un Darth Vader ottocentesco: la sua incrollabile tenacia, nonostante le immani sofferenze alle quali i suoi aguzzini lo sottoporranno, è tanto ammirevole quanto divertente.
Vedremo quale sarà il destino di questi personaggi alla fine della sanguinosa e oscura vicenda che è diventata la loro vita. Chissà che il povero Stuart Strange, vessato fino all’esaurimento dalle macchinazioni di Delaney, non possa finalmente essere libero di iscriversi al prossimo PGA tour e dimostrare a tutti le sue qualità da golfista.