Ti Prego, Rispondi: la graphic novel dei coniugi Immonen [Recensione]
Pubblicato il 14 Febbraio 2017 alle 10:00
I coniugi Kathryn e Stuart Immonen si allontanano dal fumetto seriale mainstream per pubblicare una graphic novel che, però, conduce il lettore verso una lettura vuota e priva di ritmo narrativo
Kathryn Immonen, sceneggiatrice, e Stuart Immonen, disegnatore, sono entrambi noti per lavorare con le più note case editrici americane, alternando di tanto in tanto progetti personali come il web comic “Moving Pictures”. Questa volta è il turno di “Ti Prego, Rispondi” (in originale “Russian Olive to Red King”), edito in Italia da Bao Publishing.
Dopo anni di lavorazione, i due coniugi propongono una storia d’amore drammatica e dal finale amaro: i protagonisti sono Olive, una ricercatrice con un debole per Cechov, e Red, che invece è probabilmente un critico letterario. Almeno, l’intento degli autori è quello di raccontare un fumetto di questo tipo, ma purtroppo si perdono dopo poche pagine di narrazione.
Le prime tavole di “Ti Prego, Rispondi” sono abbastanza promettenti ma, dopo l’approccio iniziale, il lettore si rende conto fin da subito che la storia portata avanti dal fumetto è piatta, priva di ritmo, con zero empatia nei confronti dei due protagonisti.
Questo perché di Red e Olive sappiamo ben poco: e non solo perché non sono particolarmente caratterizzati (anzi), ma anche per il fatto che di loro si intuisce ben poco anche rispetto al contesto e all’ambientazione in cui sono inseriti. La sceneggiatura non permette al lettore di conoscerli, se non a un livello molto superficiale: per questo non soffriamo per la loro separazione forzata, e non proviamo nemmeno compassione per le difficoltà che devono affrontare.
A questo si aggiunge la totale piattezza della trama, quando ci sono in ballo tematiche come la lotta per la sopravvivenza, un amore perduto troppo presto, l’elaborazione impossibile di un lutto imprevisto. Non esistono momenti di tensione, anche quando dovrebbero, e la storia prosegue dall’inizio alla fine come un elettrocardiogramma piatto.
Inoltre, dopo una prima conclusione, la graphic novel ad un certo punto procede con una narrazione completamente diversa. Se la prima parte di “Ti prego, rispondi” è, a livello di struttura, riconducibile ad una griglia di vignette comune per un fumetto americano, ad un tratto l’impaginazione cambia del tutto: le ultime pagine sono formate da tre vignette affiancate in un’unica riga, accompagnate solamente da un testo impaginato a sinistra.
Il testo di quest’ultima parte è il monologo interiore di Red, costretto a vivere senza la sua compagna. Purtroppo questa scelta non solo risulta fuori luogo e immotivata, ma addirittura noiosa, e non conduce nemmeno ad un finale degno di essere chiamato tale.
La scrittura di Kathryn Immonen merita sicuramente un giudizio severo, mentre invece i disegni del marito Stuart – nonostante non riescano comunque a compensare le lacune della sceneggiatura – risultano piacevoli e ben costruiti, anche se un po’ ripetitivi in certi passaggi.
Per concludere: “Ti Prego, Rispondi” è una graphic novel che ha solamente un “presupposto di trama”, un accenno che non viene mai approfondito, esplorato, raccontato.
La storia non ha nemmeno una vera e propria conclusione (scelta che, in caso di un buon fumetto, avrebbe comunque potuto essere ben motivata), ma non solo: la trama non è soddisfacente o all’altezza delle aspettative nemmeno nel corso della narrazione.