Recensione: Omega Lo Sconosciuto 1 – Collezione 100% Marvel
Pubblicato il 8 Settembre 2011 alle 19:43
La rilettura in chiave Avant-Pop della creatura di Steve Gerber: Omega Lo Sconosciuto, uno dei più strani eroi Marvel degli anni settanta, ad opera del romanziere americano Jonathan Lethem!
Omega Lo Sconosciuto 1
Autori: Jonathan Lethem, Karl Rusnak (testi), Farel Dalrymple (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,00, 17 x 26, pp. 128, col.
Nei primi anni novanta del secolo scorso, il critico americano Larry McCaffery, collegato agli ambienti cyberpunk, curò due antologie che includevano racconti di giovani autori classificabili in una nuova corrente letteraria da lui definita Avant-Pop. Gli scrittori Avant-Pop erano influenzati dagli esperimenti narrativi e linguistici del post-modernismo ma anche dalla cultura popolare, rappresentata dal cinema, il rock, la televisione e i comics. Inoltre, costoro erano profondamente interessati agli stilemi della fiction di genere: nello specifico, il noir, la fantascienza, il fantasy e l’horror, utilizzati in chiave ironica. La definizione Avant Pop ebbe fortuna e, tra coloro che si fecero conoscere con le antologie di McCaffery, ci furono il compianto David Foster Wallace, Mark Leyner e William T. Vollmann.
E il successo di questi ultimi aprì la strada a una pletora di scrittori che si inserirono con entusiasmo nella nuova corrente espressiva: Chuck Palahniuk, per esempio; Dave Eggers; o Jonatham Lethem, che iniziò la sua carriera con racconti e romanzi ispirati alla fantascienza visionaria e claustrofobica di Philip K. Dick o alle classiche atmosfere hard boiled, come nel caso dei cicli di libri imperniati sul bizzarro investigatore Testa di Pazzo. Tuttavia, Lethem non nascose il suo amore nei confronti dei fumetti e, in particolare, di quelli Marvel. Ciò fu palese in uno dei suoi migliori romanzi, ‘La Fortezza della Solitudine’, tradotto in italiano da Il Saggiatore.
In quello splendido esito creativo, Lethem narrava le vicende semi-autobiografiche di un ragazzo di Brooklyn, in un arco di tempo che andava dagli anni sessanta fino alla fine degli ottanta. E il romanzo era pieno di citazioni di film, dischi, programmi televisivi e, nel complesso, dell’immaginario pop di una nazione. E non mancavano i riferimenti ai fumetti (cosa evidente sin dal titolo, palese omaggio alle storie di Superman). Il ragazzo del libro è, infatti, un fan sfegatato della Marvel, che apprezza molto più della DC, e ha un’autentica venerazione per Jack Kirby.
Tuttavia, subisce un vero e proprio shock quando legge il primo numero di un comic-book Marvel dei seventies: Omega The Unknown. In realtà, lo shock riguardò lo stesso Jonathan Lethem che, al pari di tutti quelli che ebbero modo di leggerlo, non riuscirono più a scordarselo. Le storie di Omega furono scritte dal grande Steve Gerber, uno degli autori più anti-convenzionali del comicdom statunitense, coadiuvato da Mary Skrenes, con i disegni di Jim Mooney.
Da noi Omega fu pubblicato sulla rivista Gli Eterni dell’Editoriale Corno che ebbe il merito di proporre opere significative come quelle degli Eterni, appunto, di 2001 Odissea nello Spazio e Machine Man, realizzate dal Re Kirby; nonché Nova, Deathlock, i Guardiani della Galassia e Omega. Il serial, comunque, più estremo era quest’ultimo. In un’atmosfera dickiana, Gerber narrò, nell’arco di dieci episodi, le vicende parallele di Omega, alieno giunto sulla terra dopo che il suo pianeta era stato distrutto da creature robotiche e che, suo malgrado, agiva da supereroe a New York; e del giovane James Michael, un ragazzino cresciuto dai genitori in isolamento e che, il giorno in cui viene da loro accompagnato a scuola, li perde in seguito a un incidente, scoprendo, per giunta, che sono due robot (e la sequenza dell’incidente sconvolse il pubblico Marvel dell’epoca!). Omega e James Michael erano mentalmente collegati ma Gerber non ne spiegò mai i motivi, per giunta senza risolvere i punti narrativi rimasti in sospeso, e ciò fece di Omega The Unknown uno dei serial più astrusi dell’intera storia Marvel. Dopo appena dieci numeri, come ho scritto, il mensile chiuse, essendo troppo avanti per il periodo, e l’eroe fu recuperato da Steven Grant in alcuni episodi di The Defenders (ma i misteri rimasero tali).
Dopo parecchi anni, Lethem ha accettato la proposta della Marvel di scrivere una storia del personaggio che tanto ha contato per la sua formazione di scrittore, in coppia con l’amico Karl Rusnak. Va chiarito che si tratta di una ‘rilettura’ d’autore e ci si può accostare alla vicenda senza tenere in considerazione gli avvenimenti passati. Tuttavia, Lethem conserva qualche aspetto della gestione gerberiana, e cioè l’inizio e le premesse del comic-book: anche in questo caso, Omega è un alieno giunto sulla terra dopo la distruzione del suo mondo natale a causa di perfide creature meccaniche; e c’è un adolescente, Alexander, cresciuto dai genitori in assoluto isolamento e che, il giorno in cui sta per andare a scuola per la prima volta, rimane coinvolto insieme a loro in un incidente, scoprendo che sono due robot. Il resto è differente.
Se in origine Omega era un fumetto fuori dagli schermi, si può dire che, facendo le debite proporzioni, lo è pure la versione di Lethem, malgrado possa, forse, essere considerata meno eversiva del modello ispiratore. Lethem però si dimostra abile nella delineazione di una story-line dai forti toni cospiratori, alienante, carica di suspense, mistero e angoscia, con personaggi stravaganti: l’infido vigilante Visone; una creatura senziente dalla testa gigantesca; e, ovviamente, parecchi robot. Il giovane Alexander, parallelamente a Omega, dovrà affrontare complicati intrighi collegati alla nano-tecnologia e il ritmo della storia è veloce e mantiene desta l’attenzione del lettore.
Lethem, inoltre, sa caratterizzare ogni personaggio: il confuso Alexander; l’enigmatico Omega; un predicatore che vende hot-dog; bulli che terrorizzano le scuole; un’infermiera carina ma ingenua; una ragazzina di colore che si affeziona ad Alexander e così via, e i dialoghi sono ben impostati. I disegni di impronta indie di Farel Dalrymple, inoltre, con elementi pop e un intrigante lay-out, rendono ulteriormente anomalo (in senso positivo) Omega The Unknown. In poche parole, si tratta di un prodotto assolutamente non in linea con lo stile mainstream della Marvel, un’opera inclassificabile che potrà piacere agli amanti dei supereroi, certamente, a quelli della fantascienza ma anche a coloro che di solito non si fanno ammaliare dai comics a stelle e strisce. A mio avviso, questo primo volume (di due), che include i cinque numeri iniziali del serial, è da tenere d’occhio e merita un tentativo. In fondo, non sono molti i fumetti Avant-Pop in circolazione. Provatelo.