Dirk Gently : Agenzia di investigazione olistica – prima stagione [Recensione]

Pubblicato il 8 Febbraio 2017 alle 15:10

Dirk Gently ci ha sorpreso positivamente, un prodotto arrivato senza grossi proclami che può diventare un cult nel suo genere.

Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica è una serie tv americana creata Max Landis ispirata ai romanzi dello scrittore brittanico Douglas Adams.

La prima stagione composta da 8 episodi è andata in onda su BBC America a partire dallo scorso ottobre. In seguito Netflix ne ha acquisito i diritti e l’ha rilasciata per intero sul proprio servizio di streaming l’11 dicembre 2016.

La storia racconta le vicende dell’eccentrico detective olistico Dirk Gently (interpretato da Samuel Bennett) e del suo riluttante assistente Todd Brotzman (Elijah Wood) che si ritrovano ad indagare sull’omicidio di Patric Spring, e sulla sparizione della figlia di quest’ultimo, Lydia.

La trama coinvolge misteriosi cani corgi e gatti pescecane, un gruppo di vampiri che succhiano non si sa cosa dalla gente, una setta che scambia anime umane con quelle animali, e se tutto non fosse già abbastanza strano ci si mettono anche i viaggi nel tempo.

Se siete fan della fantascienza, cinematografica e letteraria, il nome Douglas Adams non vi suonerà nuovo. Uno dei suoi più grandi successi è certamente Guida Galattica per Autostoppisti  da cui è stato tratto un film nel 2005 con Martin Freeman, Zoey deschanel e Sam Rockewell. Se l’avete visto avrete ben chiaro qual’è il tono di Dirk Gently ancora prima di vederla: una serie fantascientifica letteralmente folle ma anche dalle vene ironiche e senza dubbio originale.

Del cast fanno parte oltre i sopra citati protagonisti anche Hannah Marks nel ruolo di Amanda Brotzman, sorella di Todd, che soffre di pararibulite, una malattia di cui sembra aver sofferto anche il fratello in passato che causa allucinazioni terrificanti  percepite come reali; Fiona Dourif nel ruolo di Bart Curlish, un’assassina olistica che crede che l’universo le indichi le persone da uccidere; Jade Eshete nei panni di Farah Black l’ex guardia del corpo di Edgar SpringMpho Koaho è Ken, un hacker rapito da Bart.

Gli altri attori sono Dustin Milligan, Miguel Sandoval, Neil Brown Jr, Richard Schiff.

La storia all’inizio non si svolge in maniera lineare e definibile ma è pervasa da una grande confusione che però colpisce lo spettatore in maniera positiva e lo porta a continuare nella visione quasi come fosse una droga, per comporre le tessere di un puzzle interpretabile solo alla fine; caratteristica che contraddistingue soltanto gli show di qualità.

Gli attori sono scelti e interpretano i personaggi in maniera efficace trasmettendo allo spettatore un senso di autenticità.

Elijah Wood (il redivivo Frodo Baggins del Signore degli Anelli) è un protagonista terribilmente confuso succube di un Samuel Bennett iperattivo, eccentrico (molto simile ai protagonisti di Doctor Who) e profondamente convinto del suo “metodo olistico”, che prevede che tutto sia in dipendenza, diretta o indiretta, da tutto, propugnando la “fondamentale interconnessione fra tutte le cose”.

Per questo cerca di risolvere i casi che gli si propongono con metodi non convenzionali e, all’apparenza, del tutto svincolati dal problema.

Le co-protagoniste Hannah Marks e Jade Eshete sono forse i personaggi più “normali” con qualche leggera stranezza ogni tanto.

La prima molto brava a trasmettere la sofferenza mentale e fisica che la sua fittizia malattia dovrebbe causarle e lo fa con un’intensità che si contrappone ai divertenti momenti di leggerezza.

La seconda riesce a conciliare due aspetti contrapposti di un personaggio: Farah è una donna combattiva ma con grossi problemi di autostima, insicura quanto risoluta.

Ma il personaggio forse più interessante – anch’esso femminile – è l’assassina olistica Bart (magistralmente interpretata dalla Dourif)Le scene insieme al malcapitato Kean (via via si andrà instaurando un legame tra i due) sono le più affascinanti ed esilaranti.

Bart ha una missione precisa e misteriosa: uccidere chi deve uccidere guidata solo dal caso come se l’universo gli avesse detto di farlo, e tra le sue vittime designate c’è anche Dirk Gently.

La serie è ben costruita e nonostante i mal di testa che farà venire all’inizio fa scaturire nello spettatore il desiderio irrefrenabile di continuarla a vedere fino all’episodio finale: conclusivo ma con un cliffhanger che aprirà la strada a nuove vicende future.

Dirk Gently ha tratti caratteristici sia del genere fantascientifico che di quello comico, la storia coniuga vari elementi sci-fi a momenti di comicità brillante e fisica. Un altro punto a favore per Netflix: non vediamo l’ora di vedere la seconda stagione.

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