Color Tex n° 1 – E venne il giorno: Recensione
Pubblicato il 11 Settembre 2011 alle 00:00
Esordio in grande stile per la nuova collana annuale dedicata a Tex. Il Color Tex numero uno disegnato da Bruno Brindisi e scritto da Mauro Boselli racconta una storia avvincente e affascinante, tutta da godere.
Color Tex n. 1
E venne il giorno
Autori: Mauro Boselli (testo) e Bruno Brindisi (disegni).
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 5,20 Euro.
Anche gli eroi di carta stampata, si sa, sono mortali. Si dibatte se sia giusto o no, conveniente o meno che essi possano morire, ma tant’è. Certo è che quando un eroe muore, di incredulità ce n’è sempre. E molta. Succede così anche quando nella prima metà dell’albo della nuova collana annuale di Tex, “Color Tex”, apprendiamo che Kit Carson è morto, attirato in un’elaborata trappola e affrontato da numerosi nemici.
E così le pagine del Color Tex numero uno si sfogliano con ansia, i bei disegni di Bruno Brindisi si osservano con gli occhi sgranati, i dialoghi di Mauro Boselli si leggono con attenzione, cercando particolari per capire come e se Kit Carson sia veramente morto.
Insomma, è difficile rassegnarsi ad una notizia del genere. Non lo fanno in cuor loro nemmeno Tex, Kit Willer e Tiger Jack, i pards del ranger scomparso, che dall’Arizona giungono fino a Spokane Falls, città nella quale Carson era giunto per la lettura di un testamento. Testamento che altro non era che un inganno, inscenato con freddezza da chi, sconfitto dal ranger in passato, vuole vendiarsi dei (presunti) torti subiti. E così è la vendetta, agognata, tentata, riuscita, ad essere protagonista delle 160 pagine dell’albo che inaugura in grande stile un nuovo, imperdibile appuntamento col ranger in camicia gialla e le sue avventure.
“E venne il giorno” è una storia di ampio respiro, che parte con un lungo flashback nelle aride e desolate distese del Nevada, si sviluppa nella quieta e verdeggiante zona di Spokane e si conclude nell’ufficio dello sceriffo del posto. In mezzo: intrighi, trappole, colpi di scena, e tanto, tanto colore, definito recentemente da Sergio Bonelli «un impercettibile veleno» che si sta facendo spazio tra le tavole bonelliane. Se i risultati sono come quelli raggiunti in quest’albo, perché reagire con un antidoto?