Dirk Gently, la serie a fumetti ispirata al lavoro di Douglas Adams [RECENSIONE]
Pubblicato il 6 Febbraio 2017 alle 10:00
Dopo diversi romanzi e un paio di serie Tv, Saldapress porta in Italia le avventure a fumetti della creatura di Douglas Adams.
Douglas Adams è uno scrittore britannico noto soprattutto per il suo ciclo di romanzi, inaugurato da “Guida galattica per autostoppisti”, un mix di fantascienza e commedia che lo ha fatto conoscere e apprezzare nel mondo.
Tra le sue opere più riuscite c’è anche quella dedicata all’investigatore Dirk Gently, un lavoro che, pur conservando lo humor dei romanzi che hanno lanciato l’autore, vira verso atmosfere più noir.
Dirk Gently, agenzia di investigazione olistica è il tentativo dello scrittore Criss Ryall di riportare sulle pagine a fumetti le stesse dinamiche e situazioni che hanno reso celebre a amato il personaggio. Anzi lo scrittore si spinge oltre, ponendo “L’interconnessione della realtà” cronologicamente dopo i primi due romanzi, dunque in continuity.
Questo aspetto, da un lato farà contenti i lettori di Douglas, dall’altra potrebbe disorientare, almeno inizialmente, coloro che si avvicinano per la prima volta al fumetto.
Sia ben chiaro, non ci sono che un paio di richiami alle opere letterarie e nulla che una nota esplicativa dell’editore non possa chiarire, ma è comunque doveroso segnalare questo aspetto del volume.
La storia vede il protagonista, Dirk Gently, spostarsi dall’Inghilterra all’America alla ricerca d’indizi per un caso che neanche lui conosce di preciso e che lo porterà a incrociare il cammino di personaggi bizzarri: dagli emulatori di famosi serial killer, a improvvisati assistenti, fino ad arrivare a due reincarnazioni provenienti dall’antico Egitto.
Dirk Gently è un investigatore cialtrone ed eccentrico che potrebbe ricordare vagamente, agli amanti dei cartoons americani, L’ispettore Gadget: se quest’ultimo risolveva i casi per mezzo della geniale nipote, prendendosi alla fine i meriti del suo successo, il detective olistico li risolve grazie alla sua folle convinzione che tutto sia interconnesso.
Convinzione alla quale crede così fortemente che alla fine si concretizza, dandogli in ultimo ragione.
A dare man forte allo scrittore Ryall sono le matite di Tony Akins (per i numeri 1-2) e di Ilias Kyriazis (per i numeri 3-5) che riescono a restituire ai personaggi quel tono sopra le righe e umoristico che permea i romanzi di Douglas, a costruire tavole ingegnose e a integrarsi tra loro senza dare un senso di discontinuità grafica.
Tanto bella, quanto fuorviante è la copertina del volume di Robert Hack, fin troppo seriosa rispetto ai contenuti dell’albo.