Recensione: Beelzebub vol. 1 – Ryuhei Tamura
Pubblicato il 26 Agosto 2011 alle 10:30
Star Comics porta in Italia la commedia soprannaturale “Beelzebub”, scritta e disegnata dall’esordiente Ryuhei Tamura.
Beelzebub vol. 1
Autore: Ryuhei Tamura
Editore: Star Comics
Provenienza: Giappone
Prezzo: € 4,20
Tatsumi Oga è il teppista più forte del liceo Ishi, temuto da tutti per via della sua forza. Dopo l’ennesima rissa, sulla riva del fiume, da un corpo trasportato dalla corrente, fuoriesce un neonato che il ragazzo finisce per prendere con sé.
Il bimbo sembra essersi affezionato a Oga, tant’è che rifiuta persino di seguire la sua bambinaia Hilda, venuta a riprenderlo. Un problema non da poco, considerato che il piccolo non è altri che il figlio di Satana, ossia il futuro re dei demoni, per la precisione Kaiser De Emperana Beelzebub quarto, il cui destino è quello di distruggere il genere umano.
Oga si ritrova così ad essere stato scelto da Beelzebub come suo genitore adottivo, con la funzione di catalizzatore per i poteri del principino nel mondo degli umani…
Star Comics porta in Italia la commedia soprannaturale “Beelzebub”, scritta e disegnata dall’esordiente Ryuhei Tamura, che attualmente conta dodici volumi in prosecuzione.
Le premesse per l’ennesimo shonen senza arte né parte sembrerebbero esserci tutte, ma leggendo quest’opera non si può fare a meno di rimanere sorpresi dalla sua capacità di catturare l’attenzione e il cuore del lettore. Non c’è dubbio che Tamura sia riuscito a vincere la sua scommessa, oltretutto sulle pagine del competitivo Shonen Jump.
Con un ritmo incalzante e personaggi ben strutturati, questa commedia d’azione apparentemente banale nelle sue linee di fondo, fa della semplicità dell’idea il suo punto di forza, per un titolo fresco ed esilarante. Alla base di questa riuscita alchimia, un disegno dalle linee piuttosto sottili ma ben modulate, che guarda alla produzione shonen degli anni Novanta nella sua capacità di variare lo stile, deformandolo, sporcandolo e giocando con un certo gusto per la caricatura. A questo si sovrappone una leggerezza costante del segno e un modo di rifinire con la retinatura che sono propri invece del gusto del decennio successivo.
Le tavole presentano una struttura dinamica ma sempre perfettamente scorrevole, con vignette piuttosto ampie e incentrate principalmente sui personaggi e sulla loro carica espressiva, mantenendo la composizione nell’insieme fresca e facilmente leggibile.
I protagonisti sono ben delineati nelle loro caratteristiche di fondo, sia grafiche che caratteriali, per figure distinte tra loro e immediatamente riconoscibili. In questo primo volume la scena è dominata quasi esclusivamente da Oga e dal piccolo Beelzebub, personaggio muto, ma dall’inconfondibile matrice kawaii che finisce per farlo risaltare accanto alla tenebrosa figura di Oga, in netto contrasto con la sua natura demoniaca. Un bel connubio tra caratterizzazione e funzionalità narrativa, dato che il bimbo è il perno su cui ruota la trama.
L’edizione di Star Comics è presentata nella confezione tipica da edicola, per un rapporto qualità-prezzo nella media.
In conclusione, “Beelzebub” a prima vista non presenta nessun elemento che possa essere davvero considerato innovativo: personaggi tutto sommato già visti, gag nella media, scazzottate, equivoci e malintesi. Niente di veramente originale a ben vedere. Eppure, in un qualche modo il tutto funziona, e funziona pure bene. Un buon titolo consigliato a chi è alla ricerca di una lettura fresca e divertente, che nel suo incipit non sembra avere troppe pretese, ma che non risulta banale e scontata.