Recensione: Hellblazer Papa Midnite
Pubblicato il 21 Agosto 2011 alle 17:10
Speciale di Hellblazer dedicato al personaggio creato da Jamie Delano per l’etichetta adulta della Dc Comics
Hellblazer Papa Midnite
Autori: Mat Johnson (testi), Tony Akins (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,95, 16,8 x 25,7, pp. 128, col.
I fans del mensile Hellblazer ben ricordano la prima, leggendaria run del serial, opera dell’inglese Jamie Delano. In quella mitica, iniziale gestione, Delano inserì John Constantine, detective dell’occulto inventato da Alan Moore nel comic-book Swamp Thing, in situazioni angosciose e claustrofobiche, specchio delle devianze della Gran Bretagna thatcheriana, con un forte tono di denuncia socio-politica.
Tuttavia, nei primissimi episodi, Delano delineò un’avventura che si svolse, almeno nelle sue parti più cruciali, negli Stati Uniti e, precisamente, a New York. Nel tentativo, infatti, di liberare l’umanità dall’orribile minaccia di Mnemoth, il demone della fame sconsideratamente liberato dall’amico Gary Lester, John entrava in contatto con un bizzarro sacerdote vudù denominato Papa Midnite.
Sin da quella apparizione, si intuiva che il personaggio aveva un passato estremamente complesso e, nel corso delle successive gestioni, di tanto in tanto riapparve, senza che, però, mai si sapesse qualcosa di preciso sul suo conto. A ciò provvede la miniserie Vertigo intitolata Papa Midnite, appunto, proposta da Planeta in tp.
Scritta dal romanziere Mat Johnson, autore di romanzi come ‘Hunting in Harlem’, e disegnata dal Tony Akins di Jack of Fables, coadiuvato alle chine da Dan Greene, la mini si svolge su diversi piani temporali: c’è il presente, ovviamente, che vede Papa Midnite nel suo consueto ruolo di temuto boss dalle conoscenze esoteriche; e il passato, nello specifico quello del periodo coloniale, in cui la vergognosa piaga dello schiavismo costituisce la tematica più importante.
Papa Midnite, comunque, pur essendo rilevante nella trama, a tratti cede il passo a characters che, a conti fatti, si riveleranno determinanti, a cominciare dalla sorella dello stregone vudù, senza trascurare uno spettro che vaga nella New York contemporanea e che ha diversi legami con Midnite. In ogni caso, il lettore scoprirà le origini del criminale e verrà a conoscenza di una tragedia e di un errore che hanno condizionato l’esistenza di uno dei più importanti avversari di Constantine e che, in definitiva, gli conferiscono una spiccata umanità, trasformandolo, da mero cattivo, in un personaggio molto più sfaccettato.
La miniserie, però, pur interessante e lodevole per la denuncia del razzismo e delle discriminazioni presenti nella società americana, è un prodotto, a mio avviso, senza infamia e senza lode e, per essere di marca Vertigo, manca di quella tipica attitudine provocatoria ed eversiva che contrassegna i fumetti della linea ‘for mature readers’ della DC. I testi di Johnson sono ben impostati ma non si discostano più di tanto da quelli di altri sceneggiatori e non mi pare di notare uno stile espressivo personale.
La parte grafica è convenzionale. Ho già scritto in altre occasioni che considero Tony Akins un penciler sostanzialmente standardizzato, come è evidente in Jack of Fables, e pure in Papa Midnite non mi sembra che si discosti dalle sue abituali scelte visive. Le chine di Dan Green, inoltre, non aggiungono un particolare elemento di valore per ciò che concerne l’aspetto grafico nel suo insieme.
Come giudicare, dunque, Papa Midnite? Si tratta di un fumetto onesto ma inferiore alla media Vertigo. Potrà forse piacere agli estimatori dell’area occulta del DC Universe (se non hanno grandi pretese) e ai fans di John Constantine (c’è, ovviamente, una breve apparizione dell’incorreggibile mago tabagista) ma potrebbe lasciare freddi coloro che dai comics richiedono più di un banale passatempo.