Recensione: Jack of Fables 9 – Fine
Pubblicato il 20 Agosto 2011 alle 17:02
Jack of Fables 9 – Fine
Autori: Bill Willingham, Matthew Sturges (testi), Tony Akins (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,95, 16,8 x 25,7, pp. 128, col.
Il successo di Fables, geniale serial Vertigo ideato da Bill Willingham, ha dato vita, come tutti sanno, a diverse iniziative editoriali come, per esempio, le miniserie The Literals e Cinderella, e un vero e proprio spin-off di Fables, il mensile regolare dedicato allo sbruffone Jack delle Fiabe, alias Jack Horner, Jack Frost e Jack l’Ammazzagiganti, e cioè, Jack of Fables, appunto.
L’idea in sé non era strampalata, considerando che Jack è uno dei personaggi più simpatici e azzeccati di Fables e, per giunta, bisogna rammentare che le vicende delle Fiabe fuggiasche si aprivano, nel primo, mitico episodio del serial, proprio con il nostro imbroglione preferito. Tuttavia, per differenziarsi dal comic-book principale, Willingham, coadiuvato da Matthew Sturges, decise di ideare un cast specifico di personaggi da affiancare al protagonista e inoltre usò differenti atmosfere e modalità narrative.
Se in Fables prevalgono i toni fantasy, con un riuscito mix di ironia, humour e di tanto in tanto anche qualche elemento horror, in Jack of Fables le situazioni ironiche, se non specificamente comiche e farsesche, sono prevalenti. Inoltre, Willingham e Sturges spesso interrompono il flusso della storia con sequenze e invenzioni di impronta meta-narrativa, tanto che il serial potrebbe essere interpretato come una riuscita satira della letteratura, dei fumetti, dell’industria editoriale e delle sue dinamiche di mercato.
Con il volume intitolato ‘Fine’, che include i nn. 46-50 del comic-book originale, le vicende spassose e apparentemente caotiche di Jack si fermano qui. Questo è, infatti, l’ultimo tp di Jack of Fables che porta a conclusione le trame rimaste in sospeso. Riferendomi ad esse le ho testé definite ‘apparentemente caotiche’; questo perché, nelle uscite precedenti, avevo avuto la sensazione che gli sceneggiatori avessero messo troppa carne sul fuoco, creando intrecci macchinosi e fine a se stessi, senza avere le idee chiare.
Invece mi sono sbagliato, poiché in questa sequenza conclusiva, i nodi vengono al pettine e ogni elemento trova una sua logica. Per giunta, Willingham e Sturges usano tutti i personaggi apparsi nel mensile, persino quelli che avevano fatto magari brevi apparizioni per poi sparire senza spiegazione; e il loro ruolo si rivela assolutamente coerente con ciò che gli autori hanno voluto narrare.
Jack, quindi, trasformato in un drago, dovrà vedersela con suo figlio e forse il loro confronto cambierà tutto; le stupende gemelle Page rimarranno coinvolte nella ricerca di alcuni libri e tale ricerca avrà sviluppi impensabili; scopriremo, inoltre, dettagli scioccanti sul conto del fedele Gary; e non mancheranno, ovviamente, curiosi intermezzi riguardanti il bue blu Babe. Inoltre, non mancano sezioni in stile cartoon che mi hanno fatto pensare a certi prodotti fumettistici di Sergio Aragones.
Ed è inutile puntualizzare che la storia di Jack non si concluderà in modo scontato (e ci sono riferimenti ai patti che il personaggio aveva fatto, nel corso del tempo, con numerosi demoni) e, di sicuro, avrà qualche ripercussione in futuro nella serie di Fables. I testi di Willingham e Sturges sono, come sempre, validi e il vero punto di forza del loro stile è rappresentato dall’incisività e dall’efficacia dei dialoghi.
La parte grafica è appannaggio di Tony Akins, assistito alle chine da Dan Green e Andrew Pepoy. Come ho scritto nelle recensioni precedenti, considero il penciler abile, benché il suo tratto mi sembri convenzionale, e di certo non regge il confronto con quello del Mark Buckingham di Fables. Tuttavia, Akins svolge un lavoro funzionale e risulta, nel complesso, gradevole. Se avete, quindi, apprezzato la serie di Jack, è bene leggerne la piacevole conclusione.