Recensione: Marvel Collection – I Fantastici Quattro 1
Pubblicato il 15 Agosto 2011 alle 12:32
Marvel Collection – I Fantastici Quattro 1
Autori: Stan Lee (testi), Jack Kirby (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 6,00, 17 x 26, pp. 144, col.
Per ciò che concerne la Marvel degli anni sessanta, si può affermare, senza tema di smentite, che il comic-book Fantastic Four è stato il mensile di punta della Casa delle Idee. E non solo perché il serial dedicato al Favoloso Quartetto fu il primo ad essere realizzato dalla celeberrima coppia Stan Lee/Jack Kirby, ma anche perché diede vita al Marvel Universe, che ancora oggi avvince numerosi lettori. I quattro supereroi ebbero una valenza rivoluzionaria per gli standard fumettistici dell’epoca: Reed, Sue, Ben e Johnny erano, al di là dei loro poteri, fondamentalmente umani. Soffrivano e amavano alla stessa stregua di qualsiasi persona.
Inoltre, il fatto di non possedere un’identità segreta, di aver assunto pubblicamente lo status di giustizieri in calzamaglia e di vivere in un quartier generale da tutti conosciuto, li rendeva particolarmente innovativi, dal punto di vista concettuale. Anche la presenza della mostruosa Cosa era un elemento di grande impatto. Prima di Ben Grimm, infatti, il mostro nei fumetti era di solito un cattivo e non un supereroe (e Lee e Kirby in seguito approfondirono l’idea con Hulk).
Fantastic Four ebbe un successo di vendite incredibile nei sixties e, su questo versante, superava di gran lunga ottimi prodotti come Amazing Spider-Man, Mighty Thor e altri, grazie alle immaginifiche invenzioni di Stan Lee e alle capacità illustrative di Kirby. In queste pagine, per giunta, esordirono characters seminali, buoni e cattivi, che avrebbero ricoperto un ruolo di primo piano nelle storie Marvel.
Tuttavia, si deve ammettere che i primi episodi di Fantastic Four, pur validi e godibili, erano ancora, in un certo senso, ingenui e grezzi e i due autori diedero il meglio di sé a partire dal n. 50 del comic-book. In quel periodo, inoltre, Lee abbandonò l’impostazione quasi sempre auto-conclusiva delle storie per incominciare a impostare trame a lunga gittata e in cui la famigerata continuity diveniva essenziale. Quanto ai disegni, bisogna considerare che inizialmente il grande Jack fu coadiuvato alle chine da collaboratori come Chic Stone e George Roussos che non diedero giustizia allo stile dinamico e cinetico del Re. Ma le cose cambiarono, in senso positivo, con l’avvento del leggendario Joe Sinnott, forse il migliore inchiostratore di Kirby.
E i lettori potranno accorgersene leggendo il primo volume di Marvel Collection dedicato ai Fab Four. Si inizia con il n. 51 e siamo proprio in uno dei momenti cruciali della storia del mensile. In questi episodi, pubblicati nel 1966, Lee e Kirby si scatenano, peraltro inserendo il Quartetto in una serie di situazioni complesse, lontane anni luce da quelle degli esordi.
Ancora sconvolti dall’avvento del terribile Galactus, i componenti del gruppo non se la passano troppo bene: Reed e Sue, ormai sposati, sono costretti ad affrontare problemi di vario tipo; la Cosa ha un rapporto tormentato con la bella scultrice cieca Alicia Masters; e la Torcia Umana, in compagnia dell’amico Wyatt Wyngfoot, è alla disperata ricerca di un modo che gli consenta di riunirsi alla sua amata Crystal, prigioniera, insieme agli Inumani, nella Zona Negativa (e sarà un vero e proprio tormentone di questo e dei numeri successivi).
Lee e Kirby introducono poi la Pantera Nera, il primo supereroe afroamericano dei comics, il terribile Klaw, il signore del suono, e Prester John con il suo Occhio del Male (che, negli anni seguenti, sarà cruciale per le story-lines di Avengers e Defenders); ripescano il tormentato Silver Surfer, un classico villain come il Pensatore Pazzo con il mostruoso Quasimodo e persino la Torcia Umana originale, l’androide creato negli anni quaranta, in era Timely, dal professor Horton. Inoltre, segnalo ‘Questo Uomo Questo Mostro’, a tutt’oggi considerata una delle più belle storie dei Fantastici Quattro mai realizzate.
I testi di Lee sono forse ridondanti e retorici, se analizzati sulla base degli odierni stilemi espressivi, ma hanno il pregio di essere incisivi e ironici e non hanno perso il loro smalto. E i disegni di Kirby, impreziositi dalle chine di Sinnott, appunto, rappresentano il vero e proprio Marvel style dell’epoca. Di conseguenza, se avete voglia di accostarvi a splendido materiale d’annata, non fatevi sfuggire Marvel Collection.