Le coeur de l’ombre: intervista ESCLUSIVA agli autori dell’opera vincitrice agli “International Manga Award”!
Pubblicato il 17 Febbraio 2017 alle 12:30
“Diventare fumettista è stata una bella sfida e continua ad esserlo ogni giorno da circa vent’anni”… MangaForever ha avuto l’onore di porre alcune domande agli autori di Le coeur de l’ombre!
Laura Iorio, Roberto Ricci e Marco D’amico – vincitori agli International Manga Award con Le coeur de l’ombre – ci hanno concesso una lunga intervista piena zeppa di curiosità e di informazioni sull’opera in uscita prossimamente anche in Italia grazie all’editrice Tunué.
Benvenuti su MangaForever e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Prima di iniziare a parlare di Le Coeur de l’Ombre – opera vincitrice all’International Manga Award – potete rivelarci come è nata la vostra passione per il fumetto e dirci qualcosa in più su di voi?
Laura Iorio: Salve a tutti! Io mi sono avvicinata al fumetto un po’ tardi, ero già un’adolescente e sono stati proprio i manga a catturare il mio interesse… più dei comics o della BD. Sono una grande appassionata di anime e, come tutti i bambini dei tardi anni ’80, sono cresciuta a pane e robottoni. I manga sono arrivati dopo, ma mi hanno influenzata molto.
Ho cominciato a disegnare fumetti ispirandomi alla narrazione dei miei mangaka preferiti e una pagina dopo l’altra ho capito che mi sarebbe piaciuto fare di questa passione un lavoro (anche se in verità inizialmente mi sarebbe piaciuto diventare una cantante jazz :D). Solo durante i miei studi alla scuola internazionale di comics a Roma ho approfondito la conoscenza della BD francese e quella è stata una seconda grande rivelazione per me.
Dave McKean, Tim Burton, Enrique Fernandez, Mike Mignola, Hayao Moyazaki e Rebecca Dautremer hanno contribuito a formare il « mio » stile grafico (se di stile si può parlare), mi hanno ispirata moltissimo durante la progettazione e la lavorazione di Le Cœur de l’Ombre e June Christy. Mi piace molto sperimentare e cerco di evolvere ad ogni nuovo progetto di libro. Adoro l’illustrazione per l’infanzia e vorrei portare avanti una carriera da illustratrice parallelamente a quella da fumettista.
Roberto Ricci: Sono sempre stato appassionato di fumetto. Mio padre ne era un grande fruitore e, grazie a lui, ho cominciato a leggerne sin da piccolo. Nonostante questa mia grande passione, non avrei mai pensato di fare il fumettista. Il mio sogno era diventare musicista, ma poi il destino e una brutta tendinite hanno deciso altrimenti. Ho iniziato a disegnare a vent’anni. Inizialmente facevo disegni per gli amici come quasi tutti i disegnatori che conosco, ho iniziato a fare sul serio solo dopo aver abbandonato la musica.
Io mi considero un disegnatore quasi-autodidatta. Ho frequentato un solo anno alla Scuola Internazionale di Comics di Roma, poi non avendo la possibilità di ultimare il corso, ho continuato da solo. Di sicuro, quell’unico anno, mi è servito per mettermi alla prova e per confrontarmi con gli altri ragazzi …e per capire quanto sarebbe stata dura :)
Diventare fumettista è stata una bella sfida e continua ad esserlo ogni giorno da circa vent’anni! ;)
Ho lavorato quasi esclusivamente per l’estero. Ho cominciato realizzando storie per il magazine Heavy Metal (USA). In quel periodo sperimentavo tantissimo, per ogni storia testavo una tecnica diversa. Questo mi ha permesso di realizzare un portfolio molto fornito ed eclettico da poter mostrare a sceneggiatori e case editrici differenti. Infatti ho catturato l’attenzione di Philippe Saimbert, che sarebbe diventato poi lo sceneggiatore della mia prima seria francese “Les Ames d’Helios” (Delcourt editions).
Da quel momento in poi è stato un po’ più semplice (ma neanche tanto :D). Ho lavorato come storybordista per altre serie a fumetti e ho cominciato a collaborare con gallerie, in Francia e negli Usa, facendo parte di diverse expo collettive e pubblicando vari libri (collettivi) di illustrazione.
Il mio unico rammarico è aver dovuto interrompere Moksha, una serie a fumetti per Robert Laffont (è stata interrotta perché la casa editrice decise di non pubblicare più serie a fumetti…). Magari un giorno la riprenderò. Era una storia a cui tenevo molto, scritta insieme al mio amico Marco D’Amico (con il quale poi io e Laura abbiamo realizzato anche Le Cœur de l’Ombre).
Dal 2009 lavoro ad “URBAN”, una BD “d’anticipation” insieme al bravissimo Luc Brunschwig. A giugno uscirà il quarto volume (di cinque totali) per le edizioni Futuropolis e con la galleria “L’oeil de Jack” (di Parigi) è prevista un’expo. È la prima volta che metto in vendita le tavole di Urban. In verità ne sono piuttosto geloso! :D
Marco Cosimo D’Amico: Quando ero un bambino e andavo a scuola dai preti era più o meno obbligatorio abbonarsi al giornalino, mi ricordo ancora la bellezza di alcune cose pubblicate come gli adattamenti di Shakespeare, che ho poi scoperto essere di GIanni De Luca. Poi per un po’ di tempo ho letto saltuariamente Topolino. Da adolescente invece tramite amici ho sviluppato prima una passione per il mondo mutante marvel e poi anche per il manga.
Avevo un amico che comprava letteralmente tutto, da Dragon Ball fino alla storia dei tre adolf. Quando ho cominciato a frequentare una fumetteria specializzata a Roma, la mitica Sogni di Carta di Enzo Carlino, mi è stato “imposto” un acculturamento da parte di Enzo: Alan Moore, Frank Miller, Bill Sienkiewikz, Moebius, Dave McKean, e così via. Da lì la passione non si è mai spenta, prima volevo fare lo sceneggiatore, poi in un incontro Jim Valentino è stato brutalmente sincero « non esiste che cominci come sceneggiatore se non conosci e frequenti artisti, perché nessuno legge sceneggiature », avrei fatto prima ad imparare a disegnare . Da lì la scelta di imparare anche a disegnare, quindi l’iscrizione alla scuola internazionale di comics e poi è nata l’amicizia prima con Roberto e poi anche con Laura.
Allo stesso tempo però la mia passione per le arti marziali e la cultura orientale cominciava a crescere, mi sono iscritto ad un corso di Aikido pochi mesi prima di cominciare la scuola di comics e oggi ventuno anni dopo questa disciplina è, dopo mia moglie, al centro della mia vita. Purtroppo invece la mia carriera professionale nel fumetto si è esaurita nonostante l’opportunità, proprio da sceneggiatore, che mi ha dato Roberto, ma va bene così, posso confermarvi che nessun editore legge una sceneggiatura se non è accompagnata da tavole di prova, spesso non la legge neanche quando è accompagnata da tavole di prova, e alcune volte neanche quando ti assume pagandoti proprio per quella storia. Diciamo che lasciando il fumetto ho scelto di lasciare un campo che mi ha dato poche soddisfazioni in quel momento, anche se vincere questo premio è una bella rivincita.
Al momento di questa intervista, Le Coeur de L’ombre è disponibile in lingua francese. Come mai la scelta di pubblicare l’opera per la Dargaud?
Tutti: L’idea di proporre il progetto ad una casa editrice francese ci è venuta naturalmente. Roberto lavorava per il mercato francese da anni e in quel periodo tutti e tre seguivamo e apprezzavamo la BD, inoltre la storia ci sembrava particolarmente adatta. Dargaud ha accolto il nostro lavoro con grande entusiasmo da subito e noi siamo stati ben felici di pubblicare per loro.
Una edizione italiana è prevista nel prossimo futuro?
Tutti: Sì. Le Coeur de l’Ombre sarà pubblicato dalle edizioni Tunué. Non conosciamo ancora la data precisa, ma credo che tra l’estate e l’autunno (2017) sarà possibile trovare il nostro “bebè” anche nelle librerie italiane.
Parlateci un po’ di Le Coeur de L’ombre per farlo conoscere ai nostri lettori. Come è nata l’idea?
Tutti: L’idea iniziale sulla quale si è basata in seguito la storia è stata di Roberto. Volevamo realizzare una storia che permettesse a Laura di esprimersi pienamente nel suo stile. Questa è la storia di Luc, un bambino italo-francese pieno di fobie, cresciuto da una mamma iperprotettiva, che, nell’incotro-scontro con l’Uomo Nero (creatura fantastica che popola i suoi incubi) affronta e vince tutte le sue paure, una alla volta.
E’ un’ avventura ricca di incontri con il diverso, dove ciò che è spaventoso e spiazzante per gli adulti e i bambini, viene affrontato con leggerezza. Tutto sommato (in molti casi) la paura nasce dall’ignoto. Tutto ciò che non identifichiamo come familiare e rassicurante, ci spaventa. Il bambino è terrorizzato dai mostri ed i mostri sono terrorizzati dal bambino. Ma alla fine scopriamo che il bene e il male coesistono ovunque.
La storia ci porta in giro per il mondo, ma non è importante il luogo fisico, quanto invece il viaggio interiore che inconsapevolmente intraprendono sia Luc che l’Uomo Nero, che culminerà con il riscatto di Luc dalle proprie paure, dai condizionamenti della famiglia e della società, tramite l’incontro con il diverso e il fantastico.
Cambia pagina che l’intervista continua!
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Come avete reagito quando è arrivata la notizia di aver vinto il Silver Award ai MIA? Ricevere un tale riconoscimento da uno dei paesi leader del fumetto mondiale non deve essere roba da poco.
Laura: Per me è stato scioccante. Quando ho aperto la mail (inviata della Dargaud) che annunciava la nostra vittoria, non riuscivo a leggere oltre le parole “Congratulazioni avete vinto il Silver Award alla decima edizione dell’international manga award !!!”. Inizialmente credevo si fossero sbagliati, (magari l’e-mail era destinata a qualcun’altro) :D poi ho creduto di aver capito male (del resto mi avevano scritto in francese), infine ho realizzato (con qualche riserva) che era proprio così, avevamo vinto ! Allora con tono pacato mi sono voltata verso Roberto e ho detto: “oh, misà che abbiamo vinto un premio…in Giappone.” e mi sono commossa.
Lavorare a questo fumetto mi ha messa spesso alla prova. I momenti di euforia si alternavano a quelli di frustrazione e sconforto (che andando avanti con il lavoro erano sempre più frequenti). Spesso ho creduto di non riuscire a portarlo a termine. Per 8 anni ho amato e odiato questo progetto. Perciò vedere riconosciuti tanti anni di duro lavoro da un paese come il Giappone, con una grande cultura e considerazione per il fumetto è qualcosa di indescrivibile. Questa è la cosa che mi fa più piacere, questo e il il bellissimo ricordo dei 10 giorni passati tra Tokyo e Kyoto per la cerimonia di premiazione ! :D
Roberto: Tendenzialmente non sono un autore a cui piace stare sotto i riflettori. Vivo il mio lavoro praticamenteda eremita :D. Non ho mai ricevuto grandi riconoscimenti. Qualche premio in alcuni festival francesi come BédéCiné ( Illzach) nel 2008 o “Des Planches et des Vaches” (Caen) nel 2013.
Ma ricevere questa notizia è stata una grande emozione! Penso che il merito sia soprattutto di Laura che con il suo suo stile ( la sua determinazione e dedizione) ha toccato le corde giuste. Di sicuro sono stato assolutamente entusiasta di questo viaggio e mi sono goduto pienamente le esperienze vissute in quei giorni!
Marco: È stata una sorpresa molto piacevole e sinceramente inaspettata, prima di tutto non immaginavo neanche che i giapponesi potessero essere così “civili” da premiare opere fumettistiche che hanno ritratto culture diverse dalla loro, cioè che fosse questa qualità il motivo d’interesse. Ammetto anche che non sapevo che l’editore l’avesse candidata, ma mi sono allontanato dall’ambiente da un po’. Sono contento perché riconosce una qualità alla storia, che io stesso sottovaluto, in fin dei conti per me è stata prima di tutto una cosa scritta per Laura, per poterle permettere di esprimersi nel campo fumettistico.
Certo dall’idea scanzonata iniziale, nello sviluppo si è imbevuta del mio carattere, del mio pensiero, del mio essere stupido o meno allo stesso tempo, lo riconosco e vedere che anche questo ha meritato al fumetto un premio internazionale che sento sinceramente prestigioso, mi riempie di un orgoglio (che ha il sapore anche un po’ del riscatto). Però è davvero buffo non trovate? Cioè praticare una disciplina giapponese, l’Aikido, da ventuno anni e ricevere un riconoscimento per un fumetto scritto per i francesi ad opera di un team completamente italiano… Se ci penso mi viene sempre un po’ da ridere!
Essendo voi appassionati di arte e cultura del sol levante, quali opere giapponesi, nel caso ve ne fossero, hanno influenzato maggiormente la vostra formazione professionale?
Laura: Io sono una grandissima appassionata del lavoro di Miyazaki, quindi lui è uno degli artisti giapponesi che più mi ha influenzata (Su “Le cœur de l’Ombre” ho voluto omaggiarlo facendo indossare a Luc un pigiamino con una stampa di Totoro sulla maglia :D). Per quanto riguarda i mangaka, sono una grande fan di Osamu Tezuka , Riyoko Ikeda (Lady Oscar), Yumiko Igarashi (Lady Georgie per me è stato il primo amore :D), Rumiko Takahashi (Maison Ikkoku), Fuyumi Souryo (Mars), Masakatsu Katsura (video girl Ai), Ai Yazawa (Paradise kiss, Nana), Hōjō (City hunter) Naoki Urasawa (tutta la sua produzione :D ) e questi solo per citarne alcuni. Poi, ovviamente c’è il cinema di Kitano e le decine di serie animate che hanno accompagnato la mia infanzia. Non credo che questi artisti mi abbiano influenzata stilisticamente parlando, ma di sicuro hanno nutrito la mia immaginazione (insieme anche a molti artisti occidentali).
Roberto: Grey di Yoshihisa Tagami è forse il mio manga preferito in assoluto. Ero molto giovane quando lo lessi per la prima volta. Il segno epurato di Tagami e la sua narrazione fluida e velocissima mi fecero innamorare di lui dal primo istante .
Non credo che questo si veda troppo nel mio disegno, ma le sue immagini lavorano continuamente in background nella mia testa.
Ovviamente ce ne sono molti altri, da Otomo a Urasawa passando per Taiyo Matsumoto a Go Nagai e tanti altri ancora.
Marco: Beh, nonostante sia stato un lettore vorace di manga, non credo di esserne stato influenzato direttamente per quanto riguarda la mia professione fumettistica. Le coeur de l’ombre è un prodotto studiato per il mercato francese e per andare incontro alle esigenze artistiche ( stile e tecnica) di Laura, non ha una narrazione o una scelta di genere mutuato dai manga. Sono stato molto più influenzato da opere letterarie come il musashi di Eiji Yoshikawa, che letto da adolescente è stato uno delle fondamenta della mia passione per le arti marziali, la cultura zen e, di conseguenza, tutta la cultura orientale. Ho scritto solo due fumetti nella mia vita ed entrambi sono profondamente debitori alla cultura orientale. Un’opera che sicuramente ha influenzato le coeur de l’ombre è la città incantata di Miyazaki, l’idea della forza con cui la giovane protagonista si trova catapultata in un mondo altro, fantastico, mi ha colpito molto e si può riscontrare facilmente nell’avventura turbinante di Luc.
Laura, le tue illustrazioni sono quasi “visionarie”, diremmo Tim Burtiane, se ci passi il termine, ed in effetti illustrazioni raffiguranti i personaggi di Edward Mani di Forbice ad opera tua e di Roberto, sono state esposte alla mostra per il 20esimo Anniversario del film, se non erro. Siete, quindi, fan di Tim Burton?
Laura: Sì, sia io che Roberto abbiamo partecipato alla mostra collettiva che celebrava il ventesimo anniversario dall’uscita nelle sale di « Edward mani di forbice » e sì, siamo grandi fan di Burton!
In effetti la nostra storia voleva essere anche un omaggio all’universo di Tim Burton. A dirla tutta, mentre realizzavo le pagine del fumetto le visualizzavo nella mia testa animate, magari in stop motion e quello che vedevo mi piaceva un sacco! :D In seguito la narrazione ha subito molto anche l’influenza stilistica delle storie Pixar e della passione di Marco per la cultura orientale.
Progetti per il futuro?
Laura: In questo momento sto lavorando ad un libro illustrato per bambini scritto dall’amica e collega Daniela Volpari ( sempre per il mercato francese ). Spero di riuscire a terminarlo entro il corso del 2017 anche perché ho già un altro libro illustrato che mi aspetta, quello scritto da un’altra mia grande amica Valeria Colansanti (anche questo sarà editato presumibilmente in Francia). Sono due storie molto diverse, la prima è spensierata e divertente, la seconda più classica ed emozionale, ma entrambe sono bellissime e con una bella morale di fondo.
Ovviamente non dimentico ne abbandono il fumetto, anzi c’è già qualcosa che bolle in pentola, ma tempo al tempo, per ora devo concentrarmi sui libri illustrati !
Roberto: Sinceramente…non lo so. Ogni volta che si avvicina la fine di una serie (in questo caso Urban) comincio a pormi molte domande. Cosa ho sbagliato in quest’ ultimo lavoro? Come posso migliorarmi? Ho preso la giusta direzione narrativa e stilistica? Sono pronto ad investire le mie energie e ( chissà quanti) anni di lavoro su una nuova serie a fumetti? Potrebbe essere interessante cambiare mercato editoriale? America? Giappone? Ne sarei capace? …così all’infinito.
L’esperienza con lo sceneggiatore Luc Brunschwig è stata molto interessante e parliamo già di una nuova collaborazione. Inoltre il mio editore mi ha proposto un progetto in cui lanciarmi come autore unico (testi e disegni). Aleggia nell’aria l’idea di lavorare ad un libro illustrato per bambini.
Ad ogni modo, ho ancora un tomo di “Urban” davanti a me per pensare e riflettere. Sarà un anno duro insomma :)
Forse prenderò una piccola pausa dall’arte sequenziale, non so…
Il fumetto è il mio grande amore, difficilmente riuscirò a staccarmene, ma in questo periodo mi sta tornando una grande voglia di dipingere e credo che seguirò questo impulso.
E poi c’è Acme-Grosseto che comincia a pretendere sempre più attenzioni e cure da parte mia . èun’associazione culturale cho ho tirato su con un gruppo di amici appassionati di giochi e arte J Abbiamo debuttato lo scorso gennaio con il primo workshop tenuto dall’illustratrice Daniela Volpari e a marzo continueremo con il bravissimo modellatore Cyril Requelaine e poi sarà la volta di una delle illustratrici più famose e dotate del panorama mondiale (della quale presto sveleremo il nome, quindi state a ttenti ! ;))…insomma il calendario sarà bello fitto di workshop ed eventi interessantissimi (fidatevi, anche se sono io a dirlo :D)
Nel ringraziarvi per aver accettato l’intervista, vi auguriamo il meglio per il vostro futuro professionale. Fa sempre piacere vedere degli italiani che riescono ad emergere e a portare la qualità italiana all’estero.
Laura: Grazie, questo per noi è un grande complimento, non so se ce lo meritiamo, ma di certo fa molto piacere sentirselo dire ^_^
Ringraziamo di cuore Laura, Roberto e Marco che, vi assicuriamo, oltre ad essere gentili e disponibili, sono simpaticissimi!