Cavaliere Oscuro III Razza Suprema n. 5 [Recensione]
Pubblicato il 29 Dicembre 2016 alle 10:00
L’universo distopico di Frank Miller diventa sempre più cupo nel quinto capitolo di Dark Knight III! Il Cavaliere Oscuro deve affrontare la minaccia del popolo di Kandor insieme alle principali icone eroiche della DC! Non perdete un’opera che sta facendo discutere!
Come ho scritto in diverse occasioni, Frank Miller suscita polemiche a causa delle sue prese di posizione, sovente su argomenti extrafumettistici, e dell’attitudine provocatoria di molti suoi lavori. Dark Knight III The Master Race, ennesimo tassello della saga batmaniana distopica inaugurata negli anni ottanta con il capolavoro Dark Knight Return, da questo punto di vista non fa eccezione.
Incurante, infatti, delle accuse di fascismo e razzismo, Miller continua nella sua opera di denuncia di ciò che considera un male e un pericolo per l’Occidente e cioè l’Islam.
Come già in Holy Terror, Miller si concentra sulla minaccia del terrorismo islamista, utilizzando il popolo di Kandor, ben noto ai fan di Superman, come metafora dei musulmani. Il fatto che i kandoriani siano abbigliati in modo da ricordare i seguaci di Maometto è l’ulteriore provocazione dell’artista del Maryland. In questa serie, Batman è ridotto male e per un certo periodo è stato sostituito dalla fida Carrie Kelly.
L’invasione dei kandoriani ha comunque spinto Bruce Wayne a rimettersi in gioco. Benché non sia in forma, resta una delle menti più geniali del pianeta e ha deciso quindi di agire. In questo quinto capitolo la situazione è interlocutoria e Miller, coadiuvato da Brian Azzarello ai testi, concede ampio spazio ad altre importanti icone eroiche made in DC: Flash, Superman e Aquaman. Appare inoltre Wonder Woman che, lo si intuisce subito, rimarrà coinvolta nelle macchinazioni dei kandoriani.
Un ruolo rilevante è poi giocato da Kara, figlia di Superman e Wonder Woman, passata dalla parte dei kandoriani e che, nelle intenzioni di Miller, simboleggia il fenomeno inquietante dei ‘foreign fighters’. Frank dunque non le manda a dire e si pone palesemente dalla parte dell’Occidente che, pur con i suoi difetti e le sue mancanze, preferisce all’oscurantismo delle culture islamiche. Può piacere o no, ma questo è Frank Miller. Prendere o lasciare.
I disegni sono sempre di Andy Kubert che, pur non rinunciando al suo stile, tenta di avvicinarsi al tratto spigoloso di Miller, grazie alle chine di Klaus Janson, celeberrimo collaboratore di Frank nella sua storica run di Daredevil e in Dark Knight Return. Il risultato è spiazzante ma efficace e il dinamismo delle tavole, enfatizzato da un inventivo lay-out, è uno dei punti di forza della collana.
Nell’albo è incluso un altro di dimensioni più ridotte, appartenente alla serie Dark Knight Presents che approfondisce vari aspetti del mondo apocalittico immaginato da Frank. E’ dedicato a Kara, alle prese con un corteggiamento aggressivo del terribile Baal. La storia, bisogna ammetterlo, è piuttosto esile e va presa in considerazione più che altro perché a disegnarla è proprio Miller.
A causa della grave malattia che l’ha colpito, Frank si è limitato negli ultimi tempi a illustrare copertine e alcune brevi storie come questa. Il tratto è quello tipicamente contorto e aggressivo che i suoi fan apprezzano, sebbene lontano dai fasti del passato. Vanno però considerate le circostanze in cui il progetto è stato realizzato e non si può negare che le matite di Miller siano impreziosite da un’encomiabile potenza espressiva. Dark Knight III The Master Race è la prova di coraggio di un uomo che ha saputo reagire e non intende arrendersi di fronte alle difficoltà, proprio come i supereroi da lui descritti. Di conseguenza, è un lavoro che merita rispetto e che, nel bene e nel male, va letto.