Recensione: Lo Schifo – Grant Morrison
Pubblicato il 2 Agosto 2011 alle 11:00
Lo Schifo
Autori: Grant Morrison (testi), Chris Weston (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 30,00, 16,8 x 25,7, pp. 320, col.
Che Grant Morrison, al pari di Alan Moore, sia uno degli sceneggiatori più anti-convenzionali del panorama fumettistico anglosassone è risaputo e lo sanno tutti coloro che hanno avuto modo di leggere opere dirompenti come The Invisibles o Arkham Asylum, giusto per citarne un paio. Ed è altrettanto risaputo che Grant (come, del resto, Moore) sia profondamente influenzato dall’esoterismo e dall’occultismo.
In verità, tale interesse non è subito stato esplicito. Quando Morrison incominciò a pubblicare le sue storie su 2000 AD, per esempio, non c’era nulla o quasi che potesse far pensare a questa specifica tematica. E quando lo scrittore scozzese esordì alla DC con Animal Man la situazione non cambiò più di tanto, benché, nella quasi contemporanea Doom Patrol, in effetti, si iniziassero a intravedere elementi tipici delle tradizioni occulte occidentali ed orientali.
La svolta si ebbe con la miniserie Kid Eternity, in cui Grant, recuperando un vecchio supereroe magico e riproponendolo in chiave contemporanea, manifestò il suo palese coinvolgimento nella cosiddetta Magia del Caos, corrente di pensiero sincretico sviluppatosi nell’ambito della New Age e che ormai interessa un folto numero di persone, quasi sempre legate a cerchie ed ambienti che si potrebbero definire ‘alternativi’. Nel corso degli anni, Morrison, inoltre, arrivò addirittura a definirsi Mago del Caos.
E il fumetto divenne per Grant uno strumento per propagandare, appunto, la Magia del Caos. Alcune anticipazioni si videro nella miniserie Sebastian O. Ma fu con The Invisibles, forse la sua opera più complessa e controversa, che le tendenze dell’occultismo caotico diventarono l’elemento narrativo fondamentale, tanto che lo stesso Morrison definì il comic-book un vero e proprio ‘atto magico’. E The Invisibles, almeno nelle intenzioni dell’autore, rappresentò il primo tassello di una serie di fumetti ‘caotici’.
Kill Your Boyfriend ne fu un esempio e in questo caso Morrison descrisse implicitamente il Caos come una feroce distruzione del concetto del limite; The Mystery Play, invece, presentò la Magia del Caos sulla base di una visione esistenzialista della vita; e Flex Mentallo riprese la stessa corrente di pensiero, applicandola, però, all’immaginario fumettistico propriamente detto.
E con la maxiserie The Filth, tradotta in tp da Planeta con il titolo Lo Schifo, Morrison giunse all’opera che conclude, in un certo qual modo, la riflessione sulla Magia del Caos e può essere interpretata come la summa della sua creatività esoterica. Nell’arco di tredici, sconcertanti capitoli, Morrison conduce il lettore in un labirintico viaggio psichico nei meandri della follia, delle deviazioni e dei pensieri più reconditi di personaggi la cui identità è decisamente impalpabile.
Va detto che Lo Schifo non è affatto facile e richiede concentrazione durante la lettura. Ma piacerà certamente ai fans di Morrison, anche solo per il gradevole mix di fantascienza, teorie della cospirazione, cyberpunk e, di tanto in tanto, vaghi stilemi supereroici che lo contraddistingue. A tratti si riscontrano echi di The Invisibles, naturalmente, e Sebastian O, ma pure di una delle primissime opere dello scozzese, Gideon Stargrave.
Il protagonista è un uomo apparentemente qualsiasi; un solitario che vive in un appartamento insieme al suo gatto e che consuma materiale pornografico. Ma è davvero così? Chi è realmente costui? E siamo sicuri che quest’uomo esista? E che vogliono da lui i membri di una strana agenzia di intelligence, denominata la Mano? A quanto pare, l’agenzia in questione è impegnata a combattere lo Schifo. E cos’è questo Schifo? Una metafora che indica il male? O qualcosa di più concreto?
Tra riferimenti a Philip K. Dick, William Burroughs, il cinema di David Cronenberg, la new wave di Michael Moorcock, le spy-story di Ian Fleming, il post-modernismo, la meta-narrazione alla Animal Man e, naturalmente, l’occultismo di Crowley e riferimenti alle controculture, dalla Beat Generation al punk, Morrison delinea una story-line intensa e destabilizzante, con tocchi di estremismo e follia che non lasceranno indifferente nessuno: pornodivi che eiaculano seme nero; registi hard che vogliono erotizzare intere metropoli per filmarne la distruzione in una sorta di gigantesco snuff movie; microrganismi che fanno amicizia con il cancro; città bonsai; spermatozoi senzienti; un Presidente degli Stati Uniti con un paio di tette siliconate; scimmie intelligenti e assassine; terroristi surrealisti e, onnipresente ne Lo Schifo, l’insistente ossessione della pornografia e delle perversioni sessuali.
I testi di Morrison, come è facile intuire, sono allucinati e visionari e bene esprimono il Caos da lui fortemente perseguito. Ma anche la parte grafica è valida, grazie al bravo Chris Weston, coadiuvato da un efficace Gary Erskine alle chine. Il penciler si rivela particolarmente abile sia nei giochi d’ombra e nelle strampalate prospettive di molte pagine, con una cura dei dettagli certosina, sia nei lay-out, con esiti visivi che fanno pensare alle influenze dell’arte psichedelica e ‘acida’ dei sixties. Insomma, Lo Schifo è, senza ombra di dubbio, una delle opere migliori di Morrison e della Vertigo in generale e non va assolutamente trascurata.