Mangaforever intervista Marcello Quintanilha

Pubblicato il 21 Dicembre 2016 alle 15:00

L’autore del best-seller Tungsteno si racconta ai nostri microfoni.

Tungsteno è senza ombra di dubbio uno dei graphic novel più gettonati del momento avendo scalato non solo le classifiche di vendite ma anche quelle di gradimento attirando l’attenzione anche del pubblico più generalista e comparendo in numerosi “consigli per gli acquisti” per questo Natale.

Grazie ad Edizioni BD abbiamo avuto la possibilità di rivolgere a Marcello Quintanilha qualche domande sulla genesi di Tungsteno, sulle sue influenze e sull’esperienza italiana del Lucca Comics and Games 2016.

MARCELLO QUINTANILHA
MARCELLO_QUINTANILHA

Benvenuto su Mangaforever Marcello! Puoi presentarti per i nostri lettori che magari non ti conoscono e non hanno familiarità con te ed i tuoi lavori?

Ciao a tutti mi chiamo Marcello Quintanilha e sono nato a Niterói in Brasile. Che io ricordi ho avuto sempre a che fare con i fumetti. Ho vissuto gran parte della mia vita in un ex-quartiere industriale della città chiamato Barreto e il lavoro riflette proprio gli aspetti quotidiani della classe lavoratrice medio-bassa.

Tungsteno è il tuo primo lavoro pubblico qui in Italia, qual è l’idea dietro questo libro e quali sono state le principali influenze?

Nel 2003 mi fu chiesto di creare un libro su Salvador de Bahia – uscito poi nel 2005. Per realizzarlo la casa editrice mi mandò lì per 2 settimane per raccogliere materiale e l’impatto fu molto forte ed immediato e credo di essere stato toccato profondamente dalla città.
Salvador ha sempre avuto in significato particolare per me, è stata la prima capitale del Brasile, e sicuramente anche per questo, la città presenta tutte quelle peculiarità della società brasiliana contemporanea.
L’idea alla base di Tungsteno è la capacità delle persone di affrontare il “metallo” della vita di tutti i giorni e delle condizioni che essa impone. Siamo in grado di piegare questo “metallo”? di distruggerlo? di passarci attraverso?

Ho personalmente riscontrato alcune somiglianze fra il ritmo del libro e alcuni film di Spike Lee ma anche con City of God di Fernando Meirelles…se il cinema è stato indubbiamente un’influenza, ci sono stati dei fumetti hanno influenzato Tungsteno?

Le influenze non sono facilmente controllabili e ne siamo continuamente esposti da diverse fonti. Le influenze provengono dappertutto: film, musica, foto giornalismo ed ovviamente i fumetti.
Amo ancora gli stessi fumetti che amavo da giovane ad esempio François Boucq, Edgard Jacobs e John Buscema sono sempre state mie constanti influenze.

Il cuore del libro è l’escalation degli eventi, personalmente il mio personaggio preferito è Keira: per tutte le 184 la vediamo lamentarsi della sua situazione ma alla fine “decide” di rimanere bloccata in quel circolo vizioso che l’ha resa miserabile.
E’ sotteso al personaggio un commento sulle disuguaglianze della società brasiliana?

La mia principale motivazione è l’essere umano e le sua complessità. Ho lavorato per raffigurare l’umanità dei personaggi in un modo crudo e senza alcun tipo di restrizione. Così, i personaggi esprimono le sfumature del comportamento umano a prescindere dal contesto socio-culturale in cui si trovano.
Nonostante la preponderanza che un certo contesto storico può esercitare sul comportamento dei personaggi, sono sicuro che la loro scala di valori, l’angoscia e il dramma sono estremamente vicine a quelle di qualsiasi cittadino medio in tutto il mondo.
Quindi, a mio parere, sarebbe troppo semplicistico stabilire un collegamento, o una implicazione metaforica, se preferisci, fra il comportamento di alcuni personaggi in relazione al loro ambiente sociale. Quindi, la risposta è no, non necessariamente.

Hai anche disegnato il libro. Due cose hanno attirato la mia attenzione: 1) come sei riuscito a catturare le espressioni e la gestualità dei personaggio rendendoli così “del sud” non so se afferri quello che intendo…e 2) il modo in cui hai usato le didascalie per far esprimere il loro io interiore.
Quanto lo scrittore influenza il disegnatore e viceversa?

Non c’è una fase dello scrittore ed una del disegnatore, né credo che nei fumetti si debba necessariamente svincolare il codice scrittura e il codice del disegno, io personalmente affronto tutto il lavoro al fine di realizzarlo come un unico elemento – il fumetto stesso.
Sono tremendamente influenzato dal foto giornalismo e della capacità inequivocabile di questo linguaggio di catturare un preciso momento, una forma, nel corso di un movimento, senza alcun tipo di intenzionalità, di preparazione ma solo l’essere umano mostrato in modo molto diretto e crudo.
Ricordo che quando ero un bambino ero affascinato dalle immagini di calcio pubblicate sui giornali degli anni ’70 e passavo ore e ore completamente ipnotizzato da quelle immagini congelate in un unico momento. Inevitabilmente da lì sono scaturite le mie prime nozioni di anatomia così come il movimento.
Allo stesso modo, lavoro molto duramente affinché i personaggi si esprimano nel modo più naturale possibile e le loro espressioni facciali sono fondamentali in tal senso. Disegno il personaggio il più possibile di modo che sia parte integrante nella realizzazione del libro. I loro volti non hanno segreti per me e sono un aspetto fondamentale nel loro concepimento.

Tungsteno presto sarà un film. La produzione è già partita? In che misura sei coinvolto nel progetto?

Sì la produzione è partita anzi siamo già in fase di post-produzione. Ho scritto la prima versione della sceneggiatura ed il risultato mi ha soddisfatto molto. Recentemente sono stato a Salvador de Bahia per seguire un pò le riprese e ne sono rimasto molto impressionato.

Hai pubblicato altri due libri dopo Tungsteno, li vedremo in Italia? Sei al lavoro su qualcosa attualmente?

Sì ho pubblicato un libro intitolato Talco de Vidro ed uno invece intitolato Hinário Nacional, in Brasile ed in qualche paese europeo, e vorrei vederli approdare in Italia.
Al momento mi divido fra parecchie attività viaggiando ininterrottamente il che mi impedisce di lavorare su qualcosa di nuovo al momento. Ci sarà da aspettare ancora un pò al momento.

Hai iniziato la tua carriera molto giovane ed il tuo primo lavoro pubblicato risale al 1999, oltre scrivere e disegnare quali sono i tuoi hobby ed interessi?

Ho lavorato per tantissimi anni come cartoonist che è stato anche il mio principale lavoro per un lungo periodo. Ho anche lavorato come vignettista e per circa 10 anni ho collaborato con diverse
testate giornalistiche.

Sei stato ospite di Lucca Comics and Games 2016, cosa ricordi di Lucca e dei fans italiani? Conosci qualche fumetto italiano? Li apprezzi?

E’ stato meraviglioso venire in Italia e il calore ricevuto dal pubblico è stato davvero qualcosa di magnifico. Vorrei tanto tornarci il più presto possibile. Da brasiliano mi trovo molto a mio agio in Italia essendo le due culture molto simili fra loro.

Ovviamente ci sono tanti autori italiani che apprezzo e che sono da sempre presenti nel mio percorso professionale come Hugo Pratt, Pazienza, Crepax, Battaglia…
Ad esempio trovo affascinante l’abilità di Dino Battaglia di introdurre spazi vuoti come elementi nella composizione delle immagini. Utilizzando qualcosa che potremmo definire non “vuoto” ma, più correttamente a mio avviso, come “non disegno”, e far risaltare quindi da questo spazio non riempito la materia che lo riempie.

Muito obrigado, Marcello.
Grazie per il tempo concessoci e in bocca al lupo per i tuoi prossimi progetti speriamo di vedere molti dei tuoi libri sugli scaffali delle librerie e fumetterie italiane.

Grazie mille! Un saluto a tutti!

Se volete potete acquistare il volume dell’autore:

Nella prossima pagina l’intervista in lingua inglese!

Welcome to Mangaforever Marcello! Can you introduce yourself to our readers who are not familiar with you and your works…

Hello, everybody, my name is Marcello Quintanilha, I was born in Niterói, Brazil, and use to be involved with comics since I can remember. Having lived the most part of my life on a former industrial neighborhood of the city called Barreto, my work reflects aspects of day-by-day life of a sort of a low working class environment.

Tungsteno is your first work published here in Italy, what’s the idea behind it? What were the main influences?

In 2003 I was invited to create a book about Salvador de Bahia, that was published in 2005, in Brazil. To do so, the publish house sent me there for 2 weeks, in order to research material to do the job. The impact of visiting the place was huge and I’m afraid I got touched on a very deep way by this city.

Salvador has always been a personal reference to me, since it was Brazil first capitol, and surely because of the fact that, as a city, it is still very present all this range of factors that, together, resulted in the Brazilian society that we know today.
The idea behind Tungsteno is to deal with the capacity people have to deal with the “metal” of ordinary life, the metal imposed by ordinary life circumstances. Will they be able to force the strength of this metal? To destroy it? To pass though it?

There are certain similarities between the pace of the book and some Spike Lee’s movies but also with City of God by Fernando Meirelles… If the movies are definitely an influence there are any comics that maybe influenced you for this book?

Influences are not easily controllable properties, and we are continually influenced by different sources. My influence comes from everywhere. Movies, music, photojournalism, and, obviously, comics.
The comics that I loved when I was young are the same ones I love to date and authors like François Boucq, Edgard Jacobs or John Buscema have always been constant references.
The heart of the book is the escalation of the events but personally my favourite character is Keira: for all the 184 pages we see her complaining about her situation but in the end she “decides”to stand still in that vicious circle that made her a wretched person.
There is some sort of a social commentary behind Keira maybe about the Brazil’s social inequalities?

My main motivation is the human being itself and its complexities. Work to enter the humanity of the characters in a so raw way and without any kind of restriction. So, the characters express the nuances of human behavior regardless of the socio-cultural context in which they are.
In spite of the preponderance that a certain historical context can exert on the behavior of the characters, I am sure that their scale of values, anguish and drama are extremely close to those of any average citizen across the world.
So, in my opinion, it would be too simplistic to establish a link, or a metaphorical implication, if you prefer, to the behavior of certain characters in relation to their social environment.
So, the answer is no, not necessarily.
You also drew the book.
Two things catch my attention: 1) how you achieved to capture the expressions and the gestures of the characters that made them very “southerner” if you know what I mean…and 2) how you used the captions to let the characters express their innerself…
How much the writer influences the penciller and vice versa?

There is not a writer and a designer in this thing, nor do I think comics necessarily as the junction of written code and drawing code, because I really do all the work in order to deal with one single element – the comic.
I am tremendously influenced by photojournalism and the unequivocal ability of this language to capture a precise moment, a frame, in the course of a movement, without any kind of intentionality, of preparation. Only the human being shown on a very directly and raw way.
I remember when I was a kid I was fascinated by football pictures, published in the 1970s newspapers and spent hours and hours completely mesmerized by those images frozen in a single moment. Inevitably, from there came my first notions of anatomy, as well as movement.
Likewise, I work very hard for the characters to express themselves in the most natural way possible and their facial expressions are a cornerstone in this point. I draw the character as much as I can, in order to control it’s integrally throughout the book’s realization process. Their faces have no secrets for me. This is a fundamental aspect of how to conceive them.

Tungsteno soon will be a movie. The production is already started? In what way are you involved in the movie?

Yes, it has already started, and we are on post production fase right now. I wrote the first version of the script and the end result pleased me a lot. Recently I was in Salvador de Bahia to follow a little of the filming and the result is being very shocking.
You published another two books after Tungsteno, we’ll see them in Italy? Are you working on something right now?

Yes, I published a book called Talco de Vidro and another one called Hinário Nacional, in Brazil and in some European countries, and I would love to see them in Italian.
At the moment, I divided myself between a series of tasks conjured up with uninterrupted trips, which prevented me from working on anything new at the moment. We’ll still have to wait a little.

You started you career very young, and your first published work is from 1999, besides writing and drawing what are your hobbies and interests?

I worked for many, many years with cartoons, being my main activity for a long period. I also lean on the press illustration, and I worked for more than 10 years collaborating with several journalistic publications.

You were one the Lucca Comics and Games 2016 guest, how you recall your Lucca and the italian fans? Were you familiar with some italian comics? Do you like them?

Being in Italy was absolutely wonderful and the warmth I received from the audience was really something magnificent. I would love to come back as soon as possible.
As a Brazilian, the Italian culture is very close to us and every time I’ve been there I felt tremendously comfortable.
And yes, there are many Italian authors that I admire and who have always been present in my trajectory, such as Hugo Pratt, Pazienza, Crepax, Battaglia …
Dino Battaglia’s ability to introduce unfilled space as an element of the composition of the image, thus using something that we could define not by “empty”, but, more correctly, in my opinion, as “not drawing”, In which, from this unfilled space, it is understood the matter that fills it. Fascinating.

Muito obrigado, Marcello.
Thank you for your time and good luck for your next projects we hope to see more of your books on italian shelves.

Thank you very much! Best regards to everyone!

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