CAPITAN AMERICA 78 e il ritorno di Steve Rogers [Recensione]
Pubblicato il 20 Dicembre 2016 alle 10:00
Steve Rogers è tornato a indossare i panni di Capitan America! Tutto come prima, dunque? Niente affatto! Non perdete una delle storie più discusse e controverse degli ultimi mesi in questo albo che dà il via alla nuova serie della Sentinella della Libertà!
Come sanno i Marvel fan, in questi ultimi mesi l’universo narrativo creato dai leggendari Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko ha subito molti mutamenti, specialmente dopo la conclusione di Secret Wars. Ciò ha dato l’opportunità agli autori di inserire tante novità e le vicende di Steve Rogers non hanno fatto eccezione. Il celeberrimo Cap è invecchiato dopo che gli effetti del siero del supersoldato erano svaniti e il suo posto è stato preso dal fido Sam Wilson, l’ex Falcon.
A dire il vero, questo avvenimento si era verificato prima di Secret Wars ma la serie All-New All-Different Marvel dedicata a Sam, scritta dal bravissimo Nick Spencer, si è messa in luce come una delle migliori della Casa delle Idee, grazie a testi profondi e curati. Il fatto inoltre che lo scrittore abbia affrontato tematiche politiche, analizzando l’attuale clima di confusione degli Stati Uniti, sconvolti da scontri ideologici e tensione, è stato l’ulteriore elemento valido di Sam Wilson: Captain America.
Tuttavia, era evidente che presto o tardi Steve Rogers avrebbe di nuovo indossato i panni di Cap. La Marvel, però, ha spiazzato tutti, affiancando al comic-book di Sam un mensile incentrato su Steve. Ci sono dunque ora due Capitan America e la serie del Cap classico inizia proprio in questo albo. Anche in questo caso, al timone c’è Nick Spencer. Il sommario si apre con il n. 8 di Sam Wilson: Captain America. Sam si trova in una situazione di incertezza. Steve, infatti, è di nuovo giovane, grazie all’intervento di una bambina che è in realtà il Cubo Cosmico Senziente Kubik e Sam non sa se deve o no continuare ad agire nel ruolo di Capitan America.
Del resto, le scioccanti scoperte avvenute a Pleasant Hill non contribuiscono a farlo stare meglio e l’astio che prova nei confronti di Maria Hill, direttrice dello SHIELD dai metodi discutibili, non facilita le cose. Spencer scrive un episodio contrassegnato da un riuscito equilibrio di azione e introspezione, impreziosito dal tratto fluido ed elegante del bravo Angel Unzueta. Nel complesso è un’avventura interlocutoria che prelude però a interessanti sviluppi narrativi.
Si passa poi al piatto forte di questa uscita: un episodio tratto dallo speciale Free Comic Book Day dedicato a Steve Rogers e il primo, mitico albo di Steve Rogers: Captain America. Di fatto le due storie ne compongono una sola ed è tutto tranne che banale. Steve ha quindi ripreso ad agire come Sentinella della Libertà, assistito dalla bella Sharon Carter e da Rick Jones. In questa prima avventura, comunque, appaiono anche Jack Flag e Free Spirit, personaggi ben noti a coloro che da anni seguono le collane del Vendicatore.
Apparentemente, tutto sembra normale. Steve deve vedersela con la minaccia di Zemo che intende formare una nuova squadra di Signori del Male e con le macchinazioni del Teschio Rosso. Spencer scrive ottimi testi, denunciando la piaga del razzismo, rappresentata dalla classica nemesi di Cap. Tuttavia, compie un’operazione discutibile. L’autore infatti attribuisce al Teschio Rosso affermazioni di per sé non necessariamente razziste.
Denunciare la piaga della disoccupazione o puntare il dito contro privilegi che gli stati concedono alle banche e alle multinazionali, a scapito dei comuni cittadini che vivono con difficoltà, non è sinonimo di nazismo. Spencer, spiace scriverlo, dimostra di essere intellettualmente disonesto, tacciando di populismo e razzismo coloro che evidenziano problematiche non prese in considerazione da chi ha la fortuna di vivere nel privilegio. Una tendenza radical chic irritante, insomma. Spencer non capisce che Trump ha vinto le elezioni americane proprio perché una parte consistente di cittadini si è letteralmente stufata della correttezza politica che spesso nasconde solo una desolante ipocrisia.
Al di là di ciò, la storia ha fatto discutere a causa di un’incredibile colpo di scena che getta una luce diversa su Steve Rogers. Tanti lo conoscono già ma coloro che ancora ne sono all’oscuro rimarranno perplessi. E’ innegabile che si tratti di un cliffhanger spiazzante e bisognerà leggere gli episodi successivi per cercare di comprendere come stanno le cose. A questo stadio, va specificato che pare illogico e non in linea con la psicologia di un eroe storico del calibro di Capitan America.
I disegni di Jesus Saiz sono efficaci e il penciler realizza tavole dinamiche e accurate che rendono giustizia alla sceneggiatura di Spencer, autore comunque da considerare tra i più talentuosi attualmente in forza alla Casa delle Idee. Questo albo va assolutamente letto, se non altro per la sua importanza.