Spider-Man: Notti Oscure, la forza espressiva e il talento grafico di Frank Miller [Recensione]
Pubblicato il 17 Dicembre 2016 alle 10:00
Arriva un volume imperdibile per tutti i fan di Frank Miller: Notti Oscure! Non perdete le storie dell’Uomo Ragno illustrate dal grande autore di Dark Knight e Sin City, con l’apparizione di altri incredibili eroi della Marvel!
Frank Miller si mise in luce con la sua acclamata e rivoluzionaria run di Daredevil degli anni ottanta. Tuttavia, quando l’innovativo autore del Maryland iniziò a occuparsi del giustiziere cieco non era certo un novellino e aveva già avuto modo di disegnare varie collane. Quelle storie all’epoca non suscitarono grande entusiasmo ma in seguito vennero cercate dai collezionisti e dai fan.
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La maggior parte di esse fu realizzata per le testate dell’Uomo Ragno e Panini Comics ha deciso di proporle in questo secondo volume di Spider-Man Collection. Bisogna specificare che le sceneggiature, tranne una, furono firmate da Bill Mantlo, Dennis O’ Neil e Chris Claremont e Frank si limitò a illustrarle. Rappresentano comunque uno stadio importante della sua evoluzione artistica.
Il libro si apre con i nn. 27/28 di Peter Parker The Spectacular Spider-Man e hanno una rilevanza storica. Bill Mantlo, infatti, oltre all’Uomo Ragno, fa apparire Devil. E’ qui quindi che Miller incontrò il personaggio che gli avrebbe dato la fama. Mantlo descrive un momento drammatico della vita di Peter.
In seguito a una lotta con Marauder, un vecchio nemico di Devil, ha perso la vista e solo un eroe abituato ad agire nell’oscurità può guidarlo. Mantlo scrive testi e dialoghi curati e il tratto di Miller si collega a quello di Steve Ditko e, sebbene un po’ grezzo, è già valorizzato dal dirompente dinamismo che farà di lui un maestro dei comics.
Nelle storia esordisce pure il cadaverico Carrion che dà modo al penciler di dimostrare la sua capacità di illustrare esseri mostruosi e intimidenti. Si procede poi con Amazing Spider-Man Annual n. 14. Qui Dennis O’Neil decide di usare l’Uomo Ragno e il Dr. Strange, eroi resi celebri da Steve Ditko. E questa splendida avventura consente a Miller di rielaborare gli stilemi ditkiani (si rileva pure l’influenza di Gil Kane). Realizza dunque un sentito omaggio alla tradizione Marvel e il risultato è davvero valido.
Appaiono anche il Dr. Destino e Dormammu, classici villiain della Casa delle Idee, e con questi character Miller strizza l’occhio alle vecchie storie dei Fantastici Quattro di Lee e Kirby e a quelle di Strange Tales. O’Neil, invece, da un lato si collega alle vicende psichedeliche di impronta sixties tipiche del Maestro delle Arti Mistiche e dall’altro evoca suggestioni contemporanee (perlomeno erano tali nei primi anni ottanta). Vale per la curiosa sequenza ambientata nel CBGB’s, famigerato locale punk di New York, elemento lontano anni luce dalle istante pacifiste del Flower Power.
Il n. 100 di Marvel Team-Up è firmato da colui che diverrà il deus ex machina dell’universo mutante, Chris Claremont, e anche in questo caso abbiamo a che fare con un’avventura importante, se non altro perché segna l’esordio di Karma, futura componente dei Nuovi Mutanti. All’epoca l’episodio parve trascurabile ma con il senno di poi rappresenta uno degli innumerevoli tasselli del complesso e variegato universo X concepito dallo scrittore.
Ci sono inoltre i Fantastici Quattro che, insieme all’Uomo Ragno, rimarranno coinvolti nelle losche macchinazioni dello zio di Karma. Miller come sempre sfoggia lo stile contorto e ditkiano degli inizi ma incomincia a concedersi sperimentazioni.
E’ il caso delle pagine incentrate sul drammatico passato vietnamita di Karma. Miller usa stupendi chiaroscuri e rivela influssi alla Hugo Pratt, evidenti in particolare nei volti. Marvel Team-Up Annual n. 4 sarebbe, in tutta sincerità, poca cosa, se non altro perché il penciler è Herb Trimpe, uno dei meno validi del fumetto statunitense. Qual è dunque il motivo di interesse? E’ stato scritto proprio da Frank e si tratta perciò di uno dei primissimi esempi di sceneggiatura milleriana.
Ovviamente è lontano dalle atmosfere noir e adulte di Daredevil ma ci sono Devil e Kingpin. In un certo qual modo, Frank prende le misure dei personaggi che si riveleranno cruciali per la sua carriera. Prevalgono situazioni ironiche e divertenti e l’episodio piacerà comunque ai fan della Marvel, considerando che pure Moon Knight, Power Man e Iron Fist saranno della partita. Tutti questi eroi dovranno vedersela con le conseguenze di un’aspra rivalità tra Wilson Fisk e l’inquietante Killgrave, l’Uomo Porpora.
Il libro si conclude con un’altra storia scritta da O’Neill tratta da Amazing Spider-Man Annual n. 15. Stavolta Peter Parker affronta uno dei suoi nemici più ricorrenti, il Dr. Octopus, cosa non facile poiché si mette in mezzo il Punitore. I disegni di Miller sono più maturi e comunque non mancano nemmeno in tale occasione i riferimenti grafici a Ditko (la lotta tra Spidey e Doc Ock in una base sottomarina non può non far pensare, facendo i debiti distinguo, all’amatissima Saga del Coordinatore), così come le sperimentazioni visive.
I diversi capitoli della storia, infatti, vengono introdotti da una grande immagine che rappresenta la prima pagina del Daily Bugle e che anticipa gli eventi. Pur trattandosi, quindi, di una tipica avventura supereroica, è intrigante. Così com’è intrigante l’intero volume che ha il merito di proporre alcune opere milleriane, magari minori, ma di sicuro interesse.