DAREDEVIL n.6: Si conclude Daredevil/Punisher e il primo story-arc di Power Man & Iron Fist [ Recensione ]
Pubblicato il 15 Dicembre 2016 alle 09:00
Cosa ci fa Matt Murdock a Macao ? E perché sta giocando a poker ??? Continua inoltre la battaglia tra Daredevil e Punisher per la vita di un pericoloso boss della malavita, mentre Luke Cage e Iron Fist dovranno affrontare la loro ex segretaria posseduta da un demone !!!
Siamo arrivati al sesto numero della nuova “incarnazione” di Devil & I Cavalieri Marvel, antologico che raccoglie le avventure del Diavolo di Hell’s Kitchen ed altri eroi o antieroi urbani, per cui possiamo fare un primo bilancio di questo rilancio targato All-New All-DIfferent Marvel.
Grazie al clamoroso successo del serial tv su Netflix, il Diavolo Rosso è riuscito a riappropriarsi anche qui in Italia del suo nome originale, mentre a livello di contenuti è tornato alle atmosfere più cupe e violente di un tempo, dopo la parentesi “retrò” di Mark Waid.
Il cambio di rotta è stato subito evidente, anche solo scorrendo le tavole ruvide e crepuscolari di Ron Garney e Matt Milla, dove primeggiava un Daredevil dall’uniforme nera e fasce da pugile rosse alle mani. Lo scrittore Charles Soule ha voluto inoltre riportare l’avvocato cieco a New York, il suo habitat naturale, introducendo però nuovi elementi rispetto al passato.
Matt Murdock infatti non è più un avvocato difensore, ma un vice procuratore distrettuale che combatte in maniera ancora più determinata le ingiustizie, dentro un’aula di tribunale. I suoi legami affettivi però sembrano essersi sfaldati piuttosto bruscamente ( a cominciare da Foggy e la sua ex fiamma Kirsten ), ma in compenso ha iniziato ad addestrare un giovane giustiziere di China Town che si fa chiamare Blindspot, ricoprendo così l’insolito ruolo di mentore.
A questo aggiungiamo il fatto, non da poco, che nessuno ricorda più la sua identità segreta e ancora non è dato sapere come o quando sia avvenuto questo cambiamento. Speriamo solo che Suole tiri fuori dal cilindro qualcosa di diverso dal solito incantesimo del Dr. Strange o chi per lui, perché si tratterebbe di una “scappatoia” fin troppo abusata ( i fan del Ragnetto in primis sanno bene di cosa sto parlando… ).
In questi primi otto numeri di Daredevil Suole ci ha introdotti nel suo nuovo status quo, che in realtà non fa altro che aggiornare alcune tematiche e situazioni ricorrenti del Cornetto, come le guerre fra gang, gli scontri con la Mano e il difficile rapporto con Elektra. Insomma, è abbastanza chiaro che lo scrittore è voluto cadere sul morbido, occhieggiando alle fortunate saghe di Miller, ma per adesso le sue storie non vanno molto oltre l’azione e un po’ di mistero.
Per carità, nessuno pretende la stessa profondità di Miller, ma questo ritorno così marcato a quelle atmosfere, che abbiamo rivisto anche nel telefilm, avrebbe fatto sperare in qualcosa di più… C’è anche da dire, comunque, che siamo ancora all’inizio e Suole vuole chiaramente raccontare una storia molto più ampia, di cui abbiamo letto solo i primi tasselli, con molti interrogativi ancora in sospeso.
Aspettiamo dunque di entrare nel vivo del suo racconto per poter formulare un giudizio definitivo, sperando che alla base ci siano delle idee valide e non si riduca il tutto a una mera scimmiottatura milleriana al servizio dei fan…
E di fan-service puro e semplice si parla anche a proposito della miniserie Daredevil/Punisher: Il Settimo Cerchio, che si conclude proprio in questo numero ed è sempre scritta da Soule. Qui più che mai è evidente la volontà di cavalcare l’onda del successo del serial Netflix, il quale nella seconda stagione metteva in scena un duro e intenso faccia a faccia tra il vigilante mascherato e l’antieroe dal grilletto facile.
Anche nei fumetti i due si erano scontrati in più occasioni, ed è sempre interessante mettere a confronto due modi così diversi d’intendere la legalità e la giustizia, rimarcando la sottile linea che separa un eroe da un assassino. Peccato però che la miniserie in questione si riduca più che altro a una lunga scorribanda costellata da inseguimenti, sparatorie e scazzottate varie, senza elevare mai lo spessore del racconto.
A peggiorare le cose contribuiscono anche gli orribili disegni di Szymon Kudranski, il quale è in grado di rappresentare solo energumeni ipertrofici con pose e anatomie improbabili, per non parlare del pessimo storytelling e della cura di sfondi e dettagli pressoché inesistente. In una sola parola: anti-fumettistico.
Concludiamo poi con i comprimari di questo antologico, ovvero Luke Cage/Power Man e Iron Fist, anche loro protagonisti di altrettante serie targate Netflix. Negli anni Settanta i due fecero coppia formando i cosiddetti Eroi in Vendita, in quanto eseguivano missioni su richiesta, dietro compenso in denaro.
La loro storia editoriale ha subito diversi alti e bassi, per cui dopo un periodo di limbo hanno intrapreso strade solitarie, con risultati più che dignitosi: basti pensare alla lunga militanza negli Avengers di Cage e alle fortunate serie di Iron Fist scritte da Ed Brubaker e Kaare Andrews.
Adesso, vista l’attenzione sempre maggiore nei confronti di questi due personaggi, si è pensato bene di riunirli lanciando una nuova serie in tandem, dal taglio però decisamente ironico e scanzonato. Lo scrittore David Walker infatti rappresenta i due eroi un po’ come i nostri Bud Spencer e Terence Hill: un’improbabile coppia d’inseparabili amici, che trova sempre il modo di ficcarsi nei guai e menar le mani, azzuffandosi col cattivone di turno.
Il tratto grezzo e caricaturale di Sanford Greene suggella lo stile del racconto, mettendo ancora più in risalto la componente comica. Una scena su tutte: Luke Cage, da lui raffigurato come un bestione tutto muscoli alto due metri, costretto a guidare ricurvo dentro a una Smart, mentre Iron Fist se la ride accanto a lui. Quest’ultimo, tra l’altro, adesso ha sostituito l’austera uniforme da maestro di kung-fu con una più comoda tuta ( e scarpe ) da ginnastica…
Chi vuole avvicinarsi a questi due eroi dopo aver visto i serial Netflix rischia quindi di rimanere deluso, in quanto Power Man & Iron Fist è una serie molto leggera, da prendere unicamente come lettura disimpegnata e un puro divertissement. Niente a che vedere, dunque, con le atmosfere drammatiche e realistiche delle controparti televisive.
Concludo con un plauso al buon Giuseppe Guidi, che sfrutta le note di fine albo per raccontare la genesi del Diavolo Rosso e gli autori che lo hanno caratterizzato, svelando particolari e retroscena che non tutti conoscono.