L’Horror di Rowans Ruin e la casa infestata [Recensione]
Pubblicato il 5 Dicembre 2016 alle 11:25
Cosa succede quando si occupa una casa infestata? Di tutto, specialmente se c’è di mezzo l’autore di Lucifer e The Unwritten, l’inglese Mike Carey! Non perdete questa intrigante miniserie Boom! Studios disegnata da Mike Perkins e pubblicata da Editoriale Cosmo!
L’Editoriale Cosmo sta continuando a proporre materiale statunitense, attingendo al catalogo di case editrici come Dynamite e Boom! Studios. Ed è proprio questa seconda etichetta ad aver pubblicato negli Stati Uniti Rowans Ruin, intrigante miniserie horror scritta dall’inglese Mike Carey.
Come sanno i suoi fan, l’autore ha spesso avuto a che fare con storie del brivido, avendo firmato una run di Hellblazer e l’acclamata Lucifer. Di conseguenza, Rowans Ruin, che Editoriale Cosmo traduce con il titolo La Casa, è senz’altro nelle sue corde.
Carey affronta un classico tema della narrativa horror, quello della casa infestata. Da un certo punto di vista, non c’è originalità, ma ciò che più colpisce di Rowans Ruin sono le modalità espressive e narrative da lui adottate. La vicenda è infatti raccontata tramite e-mail, testi di blog e articoli di giornale, in uno stile che fa pensare a un’altra opera di Carey, The Unwritten; e sono proprio questi elementi a suscitare l’interesse del lettore.
La protagonista è Katie, una ragazza che vive in Florida. Nel complesso la sua esistenza è normale, sebbene abbia particolari abilità che lei stessa non comprende appieno. E’ in grado infatti di percepire le emozioni che impregnano un luogo e le sensazioni delle persone che l’hanno occupato.
Tramite internet, entra in contatto con Emily, una ragazza che vive a Stratford, il celebre luogo di nascita di Shakespeare, e a un certo punto le due decidono di scambiarsi gli appartamenti.
Tuttavia, mentre Katie vive in un monolocale, Emily abita invece in una grande costruzione denominata Rowans Ruin. Una volta che Katie vi si trasferisce, si rende presto conto che l’atmosfera è inquietante. Capisce infatti che forse ci sono oscure presenze. O magari si tratta di suggestione.
Tuttavia, dopo che Katie è entrata nella stanza di Emily, malgrado le proibizioni di quest’ultima, fa una spaventosa scoperta. Il fatto poi di apprendere che in passato a Rowans Ruin sono stati commessi efferati omicidi non contribuisce a farla stare meglio.
I fantasmi non mancano ma non sono loro a simboleggiare l’orrore di Rowans Ruin. Il terrore evocato da Carey è più realistico, legato alla devianza e alla malattia mentale. Lo scrittore scrive dialoghi intensi, caratterizzando in maniera egregia Katie, Emily e James, un agente di polizia che inizierà una relazione con la prima. E fa una contrapposizione tra il mondo statunitense, pragmatico e concreto, e quello inglese di Stratford, caratterizzato da leggende e tradizioni.
Strizza l’occhio pure all’Amleto di Shakespeare, considerando che anche in quell’opera si parlava di uno spettro, tra le altre cose, e fa di Rowans Ruin un fumetto carico di tensione, angoscia e pathos che può essere letto a più livelli, con un giusto equilibrio di azione e introspezione.
Rowans Ruin evidenzia una società apparentemente moderna, fatta di computer, cellulari e tecnologia dilagante, ma che al contempo cela orrori ancestrali e una spiritualità arcaica. A visualizzare tutto ciò c’è l’ottimo Mike Perkins.
Il suo è un tratto realistico e accurato, valorizzato da giochi d’ombra appropriati per una storia horror come questa. E’ un peccato che Editoriale Cosmo abbia deciso di pubblicarla in bianco e nero, poiché i colori avrebbero conferito un maggiore impatto visivo alle matite.
In ogni caso, la forza espressiva e il dinamismo delle tavole dal lay-out sempre mutevole emergono comunque e possiamo considerare quindi Rowans Ruin una delle opere più riuscite del penciler.
In definitiva, questo albo autoconclusivo piacerà di sicuro agli estimatori dell’horror.