La Potente Thor n. 7: è tempo di elezioni! [Recensione]
Pubblicato il 4 Dicembre 2016 alle 11:25
E’ tempo di elezioni e i cittadini americani sono chiamati a votare per… Loki??? Non perdete questo albo de La Potente Thor che propone il primo episodio della sconcertante serie dedicata al perfido fratellastro del Dio del Tuono!
Nell’ambito dell’operazione All-New All-Different Marvel si è messo in luce Jason Aaron, acclamato autore di Scalped, che ormai da diverso tempo presta il suo talento alla Casa delle Idee. E’ lui a firmare Doctor Strange, comic-book del Signore delle Arti Mistiche che molti considerano il migliore in assoluto dell’etichetta statunitense. Aaron, tuttavia, scrive pure regolarmente Mighty Thor, serie incentrata sull’attuale incarnazione del Dio del Tuono.
Si dovrebbe, in realtà, dire dea, dal momento che, come sanno i fan, l’eroico figlio di Odino, per una serie di circostanze, ha perso il diritto di possedere il martello magico Mjolnir. Ora al suo posto c’è nientemeno che Jane Foster, fidanzata storica di Thor nelle classiche avventure degli anni sessanta.
La ragazza è ora al centro di vicende che coinvolgono divinità asgardiane ed entità di vario tipo. Cerca di difendere l’umanità da svariate minacce ma nella sua identità mortale è affetta dal cancro e la sua autentica, disperata battaglia è appunto contro il male che la sta distruggendo.
Sebbene l’idea di vedere Jane in veste di eroina non sia piaciuta a molti, anche perché piuttosto illogica (negli episodi di Lee e Kirby si era rivelata indegna dell’immortalità), bisogna ammettere che Mighty Thor è una testata avvincente e ricca di pathos che ha confermato le capacità narrative di Aaron. In questo settimo albo la situazione è interlocutoria. Loki, il perfido fratellastro di Thor, è come al solito impegnato nelle sue macchinazioni e si è alleato con l’infido Dario Agger, amministratore della Roxxon, una delle società criminali più celebri della Marvel.
In questo numero il patto tra Loki e Dario viene ufficialmente suggellato e Aaron ne approfitta per narrare una storia ambientata nel passato, palese omaggio agli splendidi Racconti di Asgard che all’epoca di Lee e Kirby apparivano in appendice al mensile del biondo eroe norreno. Ovviamente Aaron insiste con ambientazioni fantasy e si avvale dell’estro grafico di Rafa Garres che abbellisce con il suo stile pittorico buona parte dell’episodio. Le ultime pagine sono però illustrate dal bravissimo Russell Deuterman, penciler regolare di Mighty Thor.
In ogni caso, l’albo si segnala perché propone il primo numero di Vote Loki, serie dedicata al Dio del Male, che definire particolare è un eufemismo. Per una serie di ragioni, infatti, il nemico per eccellenza di Asgard decide di candidarsi alla Presidenza degli Stati Uniti e tale scelta non può lasciare indifferente nessuno.
La story-line è firmata da Christopher Hastings che, al di là di una trama caratterizzata da sarcasmo e ironia, ha voluto di fatto svolgere una riflessione sull’America attuale, quella che ha visto di recente vincere alle elezioni il discusso Donald Trump.
Tramite Loki, l’autore analizza pregi e difetti sia di Trump sia di Hillary Clinton, considerando che Loki risulta uno sconcertante e spiazzante amalgama tra i due. L’effetto è scioccante e il messaggio di Hastings è evidente: le elezioni sono una farsa, paragonabili a una sit-com o a un reality show; nessun candidato è realmente valido poiché in balia di lobbies e di poteri forti; l’informazione, qui rappresentata da Jameson e altri ridicoli giornalisti, è inesistente; e se la politica è una menzogna, tanto vale eleggere qualcuno che ha fatto della menzogna, appunto, la sua ragione di vita: Loki.
Vote Loki è molto meno banale di quanto potrebbe sembrare a prima vista ed è di fatto un’acuta riflessione sul clima di confusione politica che tormenta gli Stati Uniti e l’Occidente. Nello stesso tempo, anticipa il contesto trumpiano attuale, in cui il politically correct tanto caro alla Marvel degli ultimi anni sembra aver subito un duro colpo.
Sarà quindi interessante vedere come si evolverà la storia e, in linea generale, come muterà la stessa Casa delle Idee, una volta instaurato il nuovo corso (è risaputo che la Marvel si è sempre adattata ai mutamenti politici, cercando di avvicinarsi alla mentalità dominante dei lettori o a quella che si ritiene essere tale). I disegni di Langdon Foss sono un curioso mix di elementi indie e vagamente cartoon.