DC Rebirth Week 18 & 19: proseguono Doom Patrol e Trinity
Pubblicato il 15 Novembre 2016 alle 15:25
In azione Gerard Way e Francis Manapul.
Con l’arrivo dei #2 sia Doom Patrol che Trinity si confermano due titoli diamentralmente opposti ma assolutamente interessanti.
Buona lettura!
TRINITY #2 di FRANCIS MANAPUL
Se con il primo numero Manapul aveva assolutamente sorpreso grazie ad un ritmo decompresso ed una narrazione molto introspettiva, con il #2 il disegnatore inizia a dare sostanza alla trama.
In questo senso il punto di vista attraverso cui vediamo il plot dispiegarsi è quello di Superman, personaggio che maggiormente ha bisogno di “legittimazione” visti i cambiamenti importanti avvenuti con il Rebirth, ed è infatti l’Azzurrone a monopolizzare l’albo proseguendo di fatto il cliffhanger visto nel primo numero.
Manapul gioca per certi versi sul sicuro con una “realtà alternativa” che viene “spiegata” a fine albo con la rivelazione del deus ex-machina il cui utilizzo non è originalissimo seppur rappresenta una scelta inusuale.
Rispetto al primo numero in questo secondo scema il senso di sorpresa per Trinity che però si dimostra una serie solida ed una piacevole alternativa ad esempio a Justice League che ha fatto dell’azione la sua chiave di volta.
Interessante è anche notare la lenta maturazione di Francis Manapul in veste di sceneggiatore: meno “effetti speciali” e più introspezione, con il ritmo della narrazione usando come strumento che si coordina con una parte grafica sempre stellare ma meno complessa e più attenta allo storytelling appunto.
VOTO: 7,5
DOOM PATROL #2 di GERARD WAY & NICK DERINGTON
Smorzatasi l’euforia creativa del #1 Gerard Way torna sul luogo del misfatto con il #2 della nuova Doom Patrol.
Con alle spalle 30 giorni per metabolizzare il nuovo corso della serie, risulta evidente come l’intento dello scrittore sia quello innanzitutto di creare un “nuovo” team intessendo in una intricata trama vecchi e nuovi membri. Ritroviamo così Larry Trainor – aka Negative Man – spaesato ed abbandonato salvato dalla nostra protagonista Casey che intanto inizia a sospettare che la sua ambulanza sia qualcosa di più di un semplice veicolo entrando brevemente in contatto con un altro personaggio “storico” ovvero Danny The Street.
Avevamo inoltre lasciato Robotman a casa di Casey dove lo ritroviamo lottare con quelli che in apparenza saranno gli antagonisti di questo primo ciclo anche loro alla ricerca di Casey e della sua ambulanza.
Questo #2 così come l’esordio è un pozzo di riferimenti meta, idee non convenzionali ed imperfezioni.
La progressione del plot è una geniale variazione sul tema della costruzione della squadra a cui però manca allo stato attuale un villain degno di questo nome che possa fungere da elemento di coesione, ruolo che invece gioca la protagonista Casey la quale è suo malgrado testimone delle stranezze prima di Robotman e poi di Negative Man la cui (re)introduzione è il vero highlight dell’albo: il panel a 9 riquadri di Derington con le origini del personaggio è essenziale ed efficace al cui centro troneggia una bambola matrioska che ricorda il gyro del primo numero – allegoria di un mondo nascosto in un altro mondo.
Come per il #1 Way non è il massimo della precisione – anche nel #2 infatti la sensazione è quella di qualcosa che manca – ma è l’autore stesso a giocare con un plot volutamente convulso, con 3 distinti binari narrativi e dai repentini cambi che fanno perdere qualsiasi punto di riferimento; dove non arriva Way arriva però Derington le sue tavole infatti sono costruite per raccontare da sole, arte persa in molti disegnatori, in cui non spicca solo il tratto del tutto peculiare ma anche l’uso ad esempio dei suoni così come quello delle inquadrature che rivelano ancora una volta qualora ce ne fosse bisogno un mondo in un altro mondo.
Doom Patrol è una serie da tenere d’occhio, da comprare se questo tipo di narrazione è pane per i vostri denti ma soprattutto se pensate che la DC non abbia più nulla da dire tanto in termini di sperimentazione che di innovazione.
VOTO: 8
VERDETTO
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