Con Stranger in Paradise Kids Terry Moore omaggia la propria serie [RECENSIONE]
Pubblicato il 7 Novembre 2016 alle 11:25
Bao Publishing porta in Italia Stranger in Paradise Kids l’ambizioso progetto di Terry Moore.
Stranger in Paradise è una serie che nasce nel 1993 dall’estro dello scrittore e disegnatore statunitense Terry Moore.
La storia ruota attorno a tre personaggi che provano sentimenti l’uno per l’altro. Katina Choovanski, detta Katchoo, ha una cotta per Francine Peters che in lei, però, vede solo una buona amica, mentre David Qin è infatuato, non corrisposto, di Katchoo. Attorno a questo strambo triangolo s’inseriscono altri personaggi ed elementi thriller legati al passato dei ragazzi.
Creato allo scopo di celebrare la serie che ha reso famoso l’autore, Stranger in paradise Kids ripropone al lettore i medesimi personaggi della serie originale, ma in una veste diversa: i protagonisti hanno, infatti, soltanto sei anni.
L’intenzione dello scrittore è evidente: realizzare un’opera dai toni tendenzialmente comici, affidandola alla tenerezza che ispirano i bambini e alle situazioni derivanti dalle loro interazioni. Alla buona riuscita delle gag contribuisce molto la caratterizzazione dei vari protagonisti: David amante della natura e, quasi sempre, nel luogo sbagliato; Katchoo, diretta e senza peli sulla lingua; la golosa e sognatrice Francine.
Le dinamiche nel loro insieme risultano piacevoli e simpatiche, ricordando da vicino le strisce dei Penauts di Schulz, ma senza averne la medesima profondità e vena caustica.
La trama è uno dei punti dolenti del progetto di Moore. Nascendo come strisce è difficile intravedere dietro agli episodi narrati il disegno di un racconto dal più ampio respiro e dotato della giusta coesione. I personaggi vengono, infatti, scaraventati da una situazione all’altra (dalla partita di calcio allo sci in montagna, dalla staffetta scolastica alla festa di turno) in modo piuttosto casuale e senza che gli eventi precedenti influiscano troppo su quelli successivi. In altre parole si ha la sensazione di trovarsi difronte più a una raccolta di racconti che a una storia ben strutturata.
I disegni svolgono bene il loro compito, dimostrando la versatilità dell’autore, capace di passare da uno stile realistico a uno comico-demenziale. La cosa è evidente in special modo in una tavola in cui uno dei personaggi batte la testa, immaginando di vedere se stesso e i suoi amici da adulti con uno splendido passaggio di stile.
Nel complesso Stranger in Paradise Kids è un’opera godibile, ma senza particolari degni di nota che possano farla emergere rispetto alla concorrenza. Consigliato soprattutto a chi cerca un fumetto leggero, o comunque attinente all’universo dello Stranger in Paradise originale.