Recensione – Westworld 1×05: “Contrapasso”
Pubblicato il 31 Ottobre 2016 alle 16:30
“Voglio una storia nella quale non sarò più la ragazza indifesa”.
Oggi è Halloween, e casualmente (o forse no, chissà) la nuova puntata di Westworld vi regalerà alcuni dei momenti più disturbanti dell’intera serie (almeno finora).
Autopsie, oggetti nascosti sotto la pelle, dissanguamenti e fontane di sangue abbellite con teste di maiale … e si, c’è anche una lunga scena corredata con un’orgia alla Eyes Wide Shut. Insomma, ci sarà da divertirsi.
Con Contrapasso, Westworld punta molto nella direzione di Dolores: l’host originale del parco ormai è sempre più radicalmente mutata, e vedrete come i nuovi livelli di auto-coscienza che ha raggiunto le permetteranno di compiere scelte autonome, come un essere umano in carne ed ossa.
Sarà interessante vedere cosa accadrà se e quando anche altri host (o magari tutti) riusciranno a liberarsi del codice comportamentale impiantato nei loro sistemi dai programmatori, ma per ora, restando concentrati sul “viaggio alla scoperta di se” della bella Dolores, c’è da dire che è estremamente affascinante il modo in cui Nolan e Lisa Joy stanno facendo evolvere caratterialmente questo personaggio.
Vederla uccidere quei bandidos per salvare William è stato elettrizzante (per noi) e molto liberatorio (per lei), così come la scena in cui finalmente indossa nuovi abiti da cowgirl invece del solito vestito azzurro (il vestito azzurro predefinito, mi verrebbe da dire).
E poi ancora il bacio con William, estremamente indicativo per comprendere quanto Dolores stia iniziando a vivere liberamente e non più secondo i loop narrativi creati dai narratori del parco: lei è stata programmata per amare Teddy, del resto.
La cosa in cui Contrapasso eccelle, poi, è il fatto che l’evoluzione di Dolores vada di pari passo con quella di William, che prima si libera delle proprie paure e, per salvare lei, uccide i suoi primi host, e dopo addirittura riesce a ribellarsi al prepotente cognato.
In mezzo a tutta questa doppia storyline sul prendere coscienza di se e sull’incontrare il proprio io, la sceneggiatura è imbottita con sequenze oniriche nelle quali scopriamo che Dolores è stata creata niente meno che dal misterioso Arnold, e che qualcuno (Bernard? Arnold, addirittura?) le ha spiegato come raggiungere l’altrettanto misterioso labirinto.
Ma non solo: mentre Elsie scopre che qualcuno sta usando gli host per portare informazioni fuori dal parco (ecco dov’era diretto il randagio del terzo episodio) continua il viaggio dell’Uomo in Nero, accompagnato da Teddy e non più da Lawrence, e che in questo episodio terminerà in una delle scene più attese dai fan, l’incontro con il dottor Ford.
Con Ed Harris e Anthony Hopkins che condividono un bel whisky e si scambiano frecciatine glaciali nel saloon la serie ha raggiunto uno dei picchi di massimo fascino narrativo: a parte la bravura dei due attori, i dialoghi sono calibrati alla perfezione e gestiti ancora meglio, se possibile, con una sequela di frasi indecifrabili e per questo avvincenti.
Il dottor Ford si dimostra ancora una volta molto infido, quando prova addirittura a giocare con la mente dell’Uomo in Nero suggerendo che egli non sia altro che l’ennesima attrazione del parco. E, giusto per aggiungere quel pizzico di inquietudine in più, il modo in cui Ed Harris sbatte gli occhi per lo stupore sembra volerci dire che l’Uomo in Nero potrebbe aver accusato il colpo (del resto non è mai simpatico quando qualcuno prova a giocare con la tua mente).
Non sorprende che la scena del primo incontro fra questi due meravigliosamente ambigui personaggi sia riuscita così bene, così come non sorprende la dichiarazione dell’Uomo in Nero, che si autoproclama il villain della storia (mmm, ma va!).
Sorprendente, invece, il fatto che dopo gli eventi dello scorso episodio, in questa puntata Maeve abbia causato la propria morte più e più volte offscreen, col solo obiettivo di riuscire a svegliarsi nei laboratori. E la prossima settimana vedremo perché.