Sausage Party: vita segreta di una salsiccia – Recensione in anteprima

Pubblicato il 31 Ottobre 2016 alle 16:40

Nel supermercato Shopwell, gli alimenti e gli altri articoli in vendita venerano gli acquirenti umani come le divinità che li condurranno nel Grande Aldilà quando li compreranno. Frank è un wurstel chiuso nella confezione con i suoi amici e sogna di poter stare finalmente con Brenda, un panino da hot-dog. Quando un vasetto di mostarda che ha visto il mondo esterno cerca di metterli in guardia sul grande inganno che li attende, si scatena il caos. Frank e Brenda finiscono fuori da un carrello della spesa e devono tornare nella loro corsia cercando di scoprire la verità sulla loro condizione.

Sausage Party poster

Una salsiccia desidera penetrare tra due morbide fette di pane per raggiungere l’estasi. L’allusione sessuale non è affatto casuale. Gli alimenti sigillati nelle loro confezioni sugli scaffali del supermercato sono metafora di una comunità puritana le cui convinzioni, espresse con la gioiosa, ottimistica canzone tipicamente disneyana in apertura di film, verranno puntualmente disattese quando scopriranno come i prodotti vengono brutalmente consumati.

Irriverente parodia dei film d’animazione Disney-Pixar, Sausage Party nasce dalle menti di Seth Rogen e Evan Goldberg, la coppia di sceneggiatori che, oltre ad aver portato sullo schermo diverse commedie politicamente scorrette, ha anche realizzato la trasposizione televisiva di Preacher.

Sfuggendo alle convenzioni dei cartoon per famiglie, Rogen e Goldberg si concentrano sul messaggio piuttosto che sull’esigenza di far sganasciare il pubblico ad ogni costo, evitano facili battute comiche e gag slapstick vecchio stampo ma ricorrono a dialoghi adulti ricchi di turpiloquio e a sequenze action citazioniste che spaziano dal cinema catastrofista al genere bellico.

La caduta dei prodotti dal carrello della spesa è uno spassoso riferimento a Salvate il soldato Ryan e dà il via all’avventura nel supermercato che diviene un microcosmo multietnico in cui si mescolano culture e religioni. Incontriamo un lavash mediorientale, un bagel ebreo (con la voce di Edward Norton nella versione originale) e una taco lesbica (Salma Hayek). Il villain è invece una lavanda vaginale versione maniaco sessuale.

Il protagonista Frank è l’eroe-antieroe deciso a sfidare i preconcetti e a portare alla luce il grande inganno che si rifà alla storia delle religioni, strumento di controllo dei popoli, e alle distorsioni che hanno condotto ad aberranti assolutismi. Tutto riassunto in una sequenza in animazione classica. Peccato che nell’adattamento italiano si perda il gioco di parole juice-jewish (succo-ebreo). La luce della ragione è rappresentata da Stephen Hawking in versione chewing-gum masticata.

C’è spazio anche per un pizzico di metacinema nella seconda linea narrativa del film, ambientata fuori dal supermercato, in cui uno sgangherato tossicodipendente assume una sostanza allucinogena che gli permette di vedere la quarta dimensione e quindi gli alimenti animati. Il passo ulteriore in tal senso viene fatto nell’epilogo.

Non c’è solo una filosofia atea all’interno della storia. Il dito viene puntato anche contro il consumismo e gli umani conosceranno la legge del contrappasso nella battaglia finale. Laddove gli altri film animati terminano spesso con uno stucchevole numero musicale, qui si passa ad una liberatoria orgia di cibo. E non è una metafora per un’abbuffata. Ci riferiamo proprio ad un festino sessuale che libera i protagonisti da ogni repressione e convenzione sociale.

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