Berserk 70
Pubblicato il 20 Luglio 2011 alle 00:00
Berserk 70
Autore: Kentaro Miura
Casa Editrice: Planet Manga
Provenienza: Giappone
Prezzo: 2,20 €
Recensione
A cura di MikiMoz Capuano
Numero tondo, questo nuovo albetto del capolavoro di Kentaro Miura.
Avevamo lasciato il vascello di Roderick che colpiva la nave stregata dopo la pulizia dei mostri fatta da Gatsu, tornato in piena forma dopo gli atroci combattimenti sostenuti al molo di Vritanis.
E’ da qui si riparte: i pirati battono in ritirata per non essere distrutti né dalle cannonate né dal sorgere del sole, immergendosi nelle nere acque: purtroppo non sono stati sconfitti, e tramano ancora contro i loro avversari. Ma il segreto della loro nuova natura sta per essere portato alla luce: pagina dopo pagina, come in un giallo che si autoalimenta nel mistero, riusciamo a sapere qualcosa in più degli effetti dell’esplosione di luce avvenuta per mano del Cavaliere del Teschio e Phemt, sebbene il tutto continui ad intricarsi.
Lo sbarco su un isolotto senza nome divide il gruppo di Gatsu: Miura si concentra ora sui “giovani” (Isidoro e Shilke, con Puck e Ibarella) ora sugli adulti, lasciando spazio a tutti i personaggi.
Veniamo a sapere, attraverso Shilke, qualcosa in più sul mondo passato (remoto) di Berserk. Il Dio del Mare venerato in queste zone era una divinità antica, scomparsa nel mondo spirituale quando si affermarono le religioni come quella della Santa Sede, ma la sua influenza non è mai del tutto scomparsa.
Si aggiunge all’affresco un nuovo personaggio, per ora abbastanza misterioso ed ambiguo: Isma la pescatrice. Si intuisce che non è una ragazza normale, e le sue parole non fanno che allargare il mistero dell’isola sia quando parla di sé (dice di essere una sirena ma poi si rimangia tutto, eppure Shilke nota degli elementali del mare attorno a lei…), sia quando parla della sua famiglia (suo padre l’avrebbe avuta da una relazione con una donna-pesce…) e quando parla della storia del Dio del Mare, confinato dalle sirene, dopo una lunga guerra, su quei misteriosi lidi.
Così l’autore, oltre a parlarci del nuovo mondo di Berserk attraverso i fatti dell’isola, dei suoi abitanti – che si rivelano essere posseduti esattamente come i pirat i- e di ciò che sarebbe successo dopo lo “strano vento” soffiato nel volumetto 68, ci racconta un po’ anche del mondo generale di Berserk, quello passato, quello delle vecchie religioni e di altre razze (le sirene) che vengono accostate, come natura, agli elfi.
L’ultima parte di questo volumetto davvero ricco di dialoghi ed eventi, vede Gatsu tornare all’azione più sfrenata, in un capitolo dove il Guerriero Nero deve affrontare gli abitanti dell’isola che stanno per celebrare la rinascita del Dio del Mare.
E’ il classico scontro “minore” cui Miura ha sempre infarcito l’opera (magari prima dello scontro portante) e che ultimamente è usato spesso e volentieri in mancanza di Apostoli da affrontare.
La conclusione è al fulmicotone: Gatsu è costretto, anche a causa del ritorno dei pirati maledetti, a lasciarsi possedere dallo spirito della corazza, e Shilke è per ora troppo lontana per poterlo aiutare…
Dopo i primi capitoli di narrazione, con scenette anche rilassanti, si piomba di nuovo nel pericolo e già si intuisce che, come minimo, siamo solo all’inizio: il segreto del Dio, della grotta misteriosa e delle sirene non potrà che essere svelato, probabilmente sempre alla moda di Miura: accumulare misteri ed eventi, e poi risolverli (non sempre del tutto) con un finale esplosivo.
E’ un bel numero, questo Berserk 70, una lettura ritmata e sceneggiata in maniera impeccabile, che tra l’altro si lega perfettamente al narrato precedente e in cui si riesce davvero a respirare la piega avventurosa-marinara che la storia ha preso. Numerosi accenni a cose già viste o spiegate in passato (i talismani, la luna piena, le religioni antiche e moderne…) impreziosiscono queste pagine, che la Planet Manga adatta in modo più che buono, nonostante il piccolo problema del termine tradotto come “sirena”, causato dalla nostra lingua che non ha un corrispettivo adeguato. La qualità di stampa, anch’essa molto buona, rende bene i tratti spesso scuri del disegnatore. Unica sbavatura riscontrata, un refuso che aggiunge una x al titolo del primo episodio: una cosa di pochissimo conto.
Inoltre, si segnala una curiosità sulla confezione esterna: da quattro volumetti, il colore del bordo superiore della copertina è sempre uguale (rosso scuro).
L’autore non manca di autocitarsi, chissà se volontariamente, una volta con la pomata per ferite contenuta nella conchiglia (la usò anche Gatsu da piccolo, per curarsi lo sfregio sul naso) e poi con la scena d’azione nella locanda, la cui sequenza con le pose di Gatsu ricalca quella del primissimo capitolo di Berserk. I disegni sono come sempre superlativi, anche se stavolta mancano i grandi pannelli in cui Miura è maestro, ma il panorama dell’isola e gli interni della locanda, peraltro sempre molto realistici e mai fantastici o impossibili, come sempre ci fanno vivere l’azione come se ci si trovasse lì.
Da questo volumetto appare sempre più chiaro che Miura tiene salda l’opera nelle sue mani, opera che sicuramente tornerà ad interessare nuove frotte di fans ora che il progetto animato sta per cominciare.