Omega Men, lo sci-fi complesso ma intrigante [Recensione]
Pubblicato il 3 Novembre 2016 alle 11:25
Chi sono gli Omega Men? Lo scoprirà la Lanterna Verde Kyle Rayner in questo volume che include i primi episodi di una delle serie DC più sperimentali e anti-convenzionali degli ultimi anni! Non perdete questa incredibile saga cosmica!
Non è facile recensire Omega Men, collana DC dai toni cosmici. In apparenza, non si discosta molto dalle tante serie fantascientifiche e supereroiche presenti nel mercato statunitense. Ci sono, in effetti, razze aliene, battaglie spaziali e tutti gli elementi che ci si aspetta di trovare in questo tipo di storie. Il comic-book è incentrato su un team da tempo presente nel DCU e sulla Lanterna Verde Kyle Rayner che da diversi anni appare in numerose collane.
Eppure è tutto diverso dal solito e, lo ripeto, non è semplice cercare di spiegare cos’è Omega Men. Questo perché lo sceneggiatore Tom King ha optato per una scansione narrativa sperimentale e, specialmente all’inizio, non rivela ogni cosa al lettore, creando volutamente un senso di disorientamento. E’ lo stesso Kyle Rayner a sentirsi disorientato, essendo finito per una serie di svariati motivi nel sistema interspaziale di Vega.
Si intuisce che in questo settore dell’universo, popolato da razze aliene in lotta tra loro, incombe una non meglio identificata minaccia (in questo primo tp non ci sono comunque informazioni più dettagliate al riguardo). Kyle è in realtà stato rapito dagli Omega Men che, almeno formalmente, dovrebbero essere considerati supereroi. I loro metodi discutibili li rendono però più assimilabili ad avventurieri senza scrupoli, se non a criminali veri e propri.
Il team è composto da Primus, subdolo e spietato; dal robot Doc; dai mostruosi e aggressivi Tigorr e Broot e dalla letale Scrapps. Un ruolo importante lo gioca inoltre l’ambigua e seducente Kalista che, come si scoprirà nel corso dei primi sei episodi della serie inclusi nel volume, sarà in un certo senso la vera manipolatrice di tutti i personaggi. Kyle è costretto, suo malgrado, a unirsi a loro, per un motivo che viene spiegato in questa prima story-line, e la situazione per lui non sarà affatto piacevole.
Con il pretesto di un’avventura fantascientifica, King affronta tematiche religiose e filosofiche. La fede e la concezione che ogni essere vivente ha di Dio è l’argomento essenziale della trama; tutto ruota poi intorno a due concetti ricorrenti: l’Alpha e l’Omega e le interpretazioni al riguardo possono essere molteplici. Come se non bastasse, la struttura della story-line è ispirata alle teorie del tempo dello psicologo William James, costantemente citato alla fine di ogni episodio.
Omega Men non è quindi un fumetto facile, quasi impensabile per la DC mainstream degli ultimi anni; ma risulta affascinante e coinvolgente, poiché suscita nel lettore il desiderio di scoprire e di capire di più. Le psicologie dei personaggi sono ben delineate per ciò che concerne Kyle e Kalista, meno per gli altri protagonisti; ma sicuramente nei capitoli successivi King si concentrerà anche sugli ulteriori membri del cast.
Pure dal punto di vista dei disegni Omega Men è pregevole. Il penciler Barnaby Bagenda costruisce la maggior parte delle tavole con una griglia di nove vignette stile Watchmen ed è evidente che il capolavoro di Moore e Gibbons è per lui fonte di ispirazione; questa impostazione ricorda pure la run di Legion of Super-Heroes realizzata in ambito post-Crisis da Keith Giffen (e anche in quel caso si aveva a che fare con un comic-book di lettura impegnativa). Lo stile di Bagenda è contorto ma espressivo e il risultato finale è di grande qualità.
In alcune pagine si concede illustrazioni di ampie dimensioni, quasi sempre relative a conflitti deflagranti che avvengono nella vastità del cosmo, e pure in queste occasioni dimostra innegabile talento. Un episodio è invece illustrato da Tony Cypress, dal tratto più ostico e grezzo e meno suggestivo di quello di Bagenda. Il lay-out è senz’altro inventivo nonché appropriato per una serie complessa e visionaria come Omega Men.
Da tenere d’occhio, infine, i colori intensi e psichedelici di Romulo Fajardo jr. che conferisce un tocco lisergico ai disegni. In definitiva, come giudicare Omega Men? Come una serie davvero diversa dal consueto che sarebbe un peccato trascurare.