Mortal Kombat X, la recensione del fumetto
Pubblicato il 23 Ottobre 2016 alle 11:25
Dopo il grande successo su console, Mortal Kombat X arriva anche sulle pagine a fumetti delle DC Comics con un prequel sanguinolento che non fa rimpiangere la sua controparte videoludica.
Mortal Kombat è un brand d’indiscusso richiamo per il grande pubblico. Lo dimostrano i film, le serie TV e gli innumerevoli seguiti che il titolo Midway ha sfornato negli anni dall’ormai indimenticato primo capitolo.
Anche il mondo dei comics ha dato il suo contributo, arricchendo il già variegato universo creato da Boon e Tobias. Negli anni ’90, infatti, la Malibù comics pubblicò, sull’ondata del successo di Mortal Kombat 2, una serie a fumetti, edita in Italia da Star Comics.
Il fallimento dell’editore statunitense e la successiva acquisizione da parte di DC comics dei diritti di pubblicazione hanno quindi reso una mera questione di tempo il ritorno del beat’em up più violento di sempre sugli scaffali delle fumetterie.
Il timore di trovarsi di fronte ad un titolo senza mordente è forte in ogni lettore navigato: l’esperienza insegna che gli adattamenti da videogiochi popolari siano spesso una semplice operazione commerciale, atta ad attirare sprovveduti giocatori presi da collezionismo compulsivo. I fan di MK, però, possono dormire sogni tranquilli, perché il fumetto in questione è assolutamente meritevole.
La DC comics ha imparato bene quanto importante sia l’interazione tra media, ne sono testimonianza i fumetti tratti dalla serie Arkham, quelli altrettanto duraturi del picchiaduro Injustice, ma anche la recente saga su He-man, l’eroe nato dalle action figures Mattel.
È per tale ragione che la trasposizione dell’ultima fatica Netherealm studios, la software house subentrata alla Midway, non poteva essere preso sotto gamba.
La trama di Mortal Kombat X narra le origini dei nuovi personaggi introdotti nell’ultimo capitolo della serie, ma ripercorre anche i trascorsi di alcune vecchie glorie come Skorpion e Sub-zero.
A beneficiare di tale trattamento sono soprattutto le new-entry del videogioco Netherrealm (una su tutte Kotal Khan), che hanno modo di essere delineate con attenzione e senza eccessivi rimandi al passato più remoto del game.
Più difficile per chi è all’asciutto di fatality, brutality e babality cogliere appieno il ruolo giocato da alcuni personaggi che nella storia fanno fuggevoli apparizioni o sono soltanto citati, come ad esempio Quan Chi, Liu Kang o Jax Briggs.
Non che sia necessariamente un limite, considerando che il target di riferimento della serie è piuttosto circoscritto e si rivolge a esperti videogiocatori che hanno sviscerato a dovere il mondo di Outword, ma tale aspetto rende arduo consigliare gli albi a chi non ha mai smanettato sui sistemi Sega e Nintendo, prima, e Sony e Microsoft, poi.
Lo sceneggiatore della serie Kittelsen Shawn fa un ottimo lavoro nel tratteggiare le personalità dei vari characters e concede spazio anche alla nuova generazione di guerrieri che nel videogame aveva l’obbiettivo di rinfrescare l’ormai vetusto roster di personaggi.
Jacqui Briggs, figlia dell’imponente Jax, Cassie Cage, il frutto dell’amore di Sonya Blade e Johnny Cage, e Takeda Takahashi, l’allievo di Hanzo Hasashi, saranno, loro malgrado, coinvolti nelle lotte tra le forze del bene e quelle del male per il possesso dei Kamidogu e per il dominio di Netherealms.
A fare da sfondo alle loro vicende, tutti i personaggi storici della saga, presi anche dai capitoli più datati come per esempio Kintaro.
I vari disegnatori che si assecondano negli albi, con Dexter Soy matita principale, riescono a dare alle pagine un inaspettato senso di continuità, merito anche della colorazione digitale, che riesce a ricreare egregiamente le giuste tonalità del videogame, ma anche interessanti effetti di luce per i colpi dei personaggi.
Pur lontano dall’esplicita violenza, che contraddistingue il gioco da sempre, il fumetto non si fa mancare nulla, esibendo decapitazioni, scene splatter e le famose x-ray, pronte a evidenziare ossa rotte e danni interni a seguito di uno scontro.
Lion pubblica la serie in Italia nella sua collana Videogames limited con un formato d’indubbio pregio, volumi cartonati da circa 128 pagine a colori, contenenti, ciascuno, quattro numeri americani.
In conclusione Mortal Kombat X è da considerarsi un’operazione riuscita, un must per tutti i fan delle serie e un buon antipasto per solleticare la curiosità di chi non mai ingaggiato duelli mortali su console e vuole avvicinarsi alle trame di una saga videoludica ormai leggendaria e dal grande seguito.