Halloween: come lo festeggiano in Giappone?

Pubblicato il 27 Ottobre 2016 alle 12:00

La festività più spaventosa dell’anno. La notte in cui fantasmi, spiriti e demoni escono dalle loro dimore per far visita a noi che siamo ancora in vita; il giorno in cui possiamo abbuffarci di dolci e cioccolata senza sentirci troppo in colpa. Halloween è un periodo amato e atteso in molte parti del mondo, e le sue tradizioni sono influenzate da molte delle culture in cui viene celebrato. Ma come viene festeggiato in Giappone, un paese così distante sia geograficamente che culturalmente dal luogo delle sue origini?

Prima di addentrarci a esplorare quello che è il vero Halloween giapponese, festa di dolci, scherzi e spaventi, facciamo un passo indietro e scopriamo quella che è la vera Festa dei Morti nipponica: l’O-Bon, che trova le sue origini all’inizio dell’Epoca Meiji (1868 – 1921).

Esattamente come per noi la vera festa sacra è il primo novembre: il Giorno dei Morti in cui commemoriamo i ricordi dei nostri cari e dei nostri antenati defunti, anche per i giapponesi Halloween rimane una festività pagana che non ha nulla di sacro o di religioso. Il vero periodo sacro in Giappone, dedicato alla celebrazione dei defunti, si tiene in estate, più precisamente fra il 13 e il 15 di luglio e fra il 13 e il 15 di agosto.

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“O-Bon” significa “appendere a testa ingiù”. La tradizione narra infatti che un monaco buddista, durante le sue meditazioni quotidiane, riusciva a vedere chiaramente lo spirito della madre morta, appesa a testa ingiù in quello che è l’Inferno buddista. La povera donna, infatti, era stata condannata per aver mangiato della carne, pratica vietata e assolutamente tabù nella tradizione buddista.

Il monaco, con l’aiuto del suo spirito puro e santo e anche grazie all’amore che provava per sua madre, riuscì a discendere i meandri dell’Inferno, a salvarla, e a farle passare il Nirvana, donandole la pace eterna.

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(Un’antica raffigurazione che omaggia la tradizione del Bon-Odori.)

Durante i giorni dell’O-Bon si usa portare cibo, acqua e altri doni davanti alle foto e alle tombe dei defunti, e sopratutto accendere fuochi in loro onore.

Nel primo giorno dell’O-Bon si usa ripulire le tombe, ornarle con dolci, frutta e acqua. Nel secondo giorno, si allestisce un tipico altare che verrà onorato e presso cui tutti i parenti e amici potranno pregare lo spirito del defunto.

Nel terzo giorno si esegue la Bon-Odori: una tradizionale e antica danza collettiva che di solito viene eseguita in gruppi anche di centinaia di persone.

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(Balli e danze di gruppo non sono mai passati di moda, e continuano a essere un importante elemento delle feste tradizionali.)

Il lato più scenico e spettacolare di questa antica festività si mostra sicuramente durante la sua chiusura, quando si costruiscono e si liberano centinaia e centinaia di Omiyage: lanterne rosse che vanno accese e lasciate scivolare in acqua, trasportate dalla corrente.

È una cerimonia simbolica, che rappresenta il passaggio delle anime dei defunti da una sponda all’altra, in modo che possano raggiungere un luogo nell’Aldilà dove poter riposare in pace.

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(L’attraversamento delle lanterne che prendono il largo è uno spettacolo incantevole e suggestivo. Le luci gialle e arancio ricordano molto le nostre zucche intagliate.)

Danze, musica e canzoni tradizionali accompagnano questa antica festività che non ha nulla di macabro e spaventoso, e che viene celebrata non solo in Giappone, ma anche paesi esteri come Corea, Cina, e anche in Occidente, in paesi come il Brasile o l’Argentina.

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L’Halloween come lo conosciamo tutti ha iniziato a integrarsi e a espandersi nella cultura giapponese solo durante il Ventunesimo Secolo, più precisamente negli Anni Ottanta, quando il boom economico ha raggiunto il suo massimo picco di espansione e il Giappone si è visto travolto da un enorme fenomeno di occidentalizzazione. Proprio in questi anni, feste come Natale, San Valentino e Halloween sono entrate a far parte anche della cultura nipponica.

Esattamente come accade per il Natale, di cui vi avevamo già parlato in questo articolo, la sacralità di queste feste viene a perdersi per lasciare spazio solo a fini commerciali e consumisti che tendono a svilire il significato che queste tradizioni mantengono da centinaia di anni. Halloween non ne esce immune, ed è anzi una delle più amate e commercializzate dai giapponesi.

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(Persino i Pokémon Center si abbelliscono in tema Halloween!)

Dolci, maschere e spettacoli spaventosi: considerando che sono proprio questi tre elementi i punti cardini attorno a cui ruota l’intera festività di Halloween, non è difficile comprendere il perché sia diventato così popolare in Giappone.

L’amore dei giapponesi per i dolciumi e dessert occidentali è un dato di fatto. Durante il periodo di Halloween, quindi già agli inizi di ottobre, i negozi e i locali pubblici si riempiono di prodotti tutti a tema “spooky”, e tutto assume quel gusto che richiama le atmosfere tipiche di Halloween. Cioccolata, caramelle, biscotti e torte si decorano con fantasmi, zombie, vampiri e mostri di ogni genere.

Meno popolari sono forse le pietanze a base di zucca. Al contrario di quelle americane che, come tradizione vuole, diventano le protagoniste della tavola con torte, sformati e altri dolci, quelle giapponesi non sono così gustose, e così vengono solamente intagliate e usate come le famosissime decorazioni che ormai invadono tutto il mondo.

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(Fra i famigerati e strampalati dolci giapponesi non poteva di certo mancare il gusto zucca.)

“Dolcetto o scherzetto?” Lo slogan di Halloween non è poi così apprezzato in un paese così cortese e corretto come il Giappone, dove girare di casa in casa durante la sera aspettandosi di riempirsi le tasche di dolci e leccornie viene considerata una pratica poco educata. L’idea poi di “punire” coloro che non offrono il classico dolcetto con scherzi e dispetti è ancora più malvista.

I bambini non rimangono comunque a bocca asciutta. Anzi, Halloween viene considerata una vera e propria occasione per far avvicinare anche i piccoli alla cultura e alle tradizioni occidentali, insegnargli alcuni termini inglesi e accrescere il loro vocabolario tutto in tema “Halloween”.

Molte scuole, durante il 31 ottobre, organizzano piccole feste per dare occasioni anche ai bambini di sfoggiare vestiti da streghetta e da diavoletto, mostrando loro e facendoli interagire in prima persona con la celebrazione di questa festa appartenente a una cultura così diversa dalla loro.

Halloween, per quanto riguarda il Giappone, continua a rimanere una festa rivolta più agli adulti che ai più piccoli che si limitano a mangiare qualche dolce in più. I più grandi hanno molte più occasioni e opportunità di divertirsi ad Halloween, a cominciare dalle numerose parate in maschera organizzate in tutto il Paese.

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(Giovani ragazze vestite da carinissimi e spaventosissimi zombie.)

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Considerando che uno dei piatti più succulenti della festa di Halloween sono i costumi con cui mascherarsi, spaventare i nostri amici, o semplicemente sentirci qualcuno di diverso per un giorno dell’anno, e unendo questo al fatto che il Giappone è la patria del cosplay, non è difficile comprendere il successo di questa festa nel Paese del Sol Levante.

Tutto è cominciato nel lontano 1999, quando il parco di Disneyland con sede a Tokyo decise di imitare i gemelli occidentali e di vestirsi in tema Halloween, abbellendo le attrazioni con decorazioni a tema, organizzando eventi, parate in costume. La “Happy Halloween Twilight Parade” ebbe così tanto successo che si decise di ripeterla anche durante gli anni successivi, e di iniziare i festeggiamenti nel mese di settembre per farli durare fino alla fine di ottobre.

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Gli “Universal Studio”, sempre all’interno del Parco con sede a Tokyo, non sono da meno e contribuiscono allo spaventoso e divertente evento con il loro: “Hallywood Halloween” o anche la “Halloween Horror Night” che offre l’opportunità di incontrare mostri, fantasmi e zombie provenienti dai più famosi film dell’orrore di sempre.

Ma Halloween non si festeggia solamente nei parchi! Ovviamente anche le vie e i quartieri delle più grandi città si gremiscono di visitatori, appassionati, ragazzi e adulti con tanta voglia di divertirsi.

La città di Kawasaki fu la prima a ospitare una parata in costume con la sua “Kawasaki Halloween Parade”. Rimane tutt’oggi una delle più grandi e variegate, e quest’anno festeggerà il suo Ventesimo Anniversario regalandoci spettacoli, concerti, eventi live e tanti costumi.

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(Folla durante la “Kawasaki Halloween Parade”. Quanti costumi riuscite a riconoscere in mezzo alla calca?)

Un’altra delle più grandi parate di Halloween è quella di Shibuya, noto quartiere di Tokyo, che detiene i maggiori record di presenze e partecipazioni.

C’è chi confessa addirittura di essere imbarazzato nel passeggiare vestito con abiti “normali” in mezzo alla quantità di travestimenti che sono radunati. Secondo la “Japan Anniversary Association”, in Giappone gireranno più di 122 miliardi di yen quest’anno solo per finanziare i festeggiamenti di Halloween.

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