American Jesus: Mark Millar in una delle sue opere più dirompenti di sempre [Recensione]

Pubblicato il 7 Ottobre 2016 alle 11:25

Cosa succederebbe se un adolescente qualsiasi scoprisse di essere la reincarnazione di Gesù Cristo? Di tutto e ce lo racconta Mark Millar in una delle sue opere più dirompenti di sempre: American Jesus! Non perdete questo primo volume illustrato dal disegnatore di Lucifer e The Unwritten: Peter Gross!

Un’opera firmata da Mark Millar, trasgressivo autore di Ultimates e altri fumetti di successo degli ultimi anni, non può lasciare indifferenti e se Panini Comics propone il primo volume di una sua trilogia intitolata American Jesus, è lecito aspettarsi provocazioni.

E’ ciò che perlomeno mi aspettavo io e devo dire che la lettura del tp non è stata in linea con le mie aspettative. Non perché American Jesus non sia provocatorio, tutt’altro, ma perché Millar ha realizzato un’opera imprevedibile e non risaputa.

Se infatti qualcuno pensa di trovare turpiloquio e blasfemia, come nel caso di certe serie di Garth Ennis, rimarrà deluso. Millar ha agito in modo intelligente, ideando una story-line intrigante e avvincente, affrontando ovviamente tematiche legate alla fede ma senza ricorrere a offese gratuite. Si può affermare con un certo margine di sicurezza che American Jesus è uno dei suoi lavori migliori, senz’altro uno dei più validi della sua linea Millarworld.

Il protagonista della testata è John Christianson (il cognome è significativo), tipico tredicenne che ama andarsene a zonzo con gli amici, è attratto dalle ragazze, legge i fumetti di John Byrne e Frank Miller e apprezza pure la pornografia.

E’ apparentemente uno come tanti e la sua vita, nel complesso, è normale e priva di problemi, sebbene percepisca la mancanza di armonia tra i suoi genitori. Un giorno, però, tutto cambia. John, infatti, viene investito da un camion. Chiunque sarebbe morto ma lui sopravvive senza riportare danni.

Al suo risveglio in ospedale, per giunta, un’infermiera gli fa uno strano discorso che in principio lui non comprende ma che, con il senno di poi, assumerà un senso inquietante.

Nei giorni successivi, John incomincia a dimostrare incredibili doti. Non è mai stato uno studente modello ma di punto in bianco conosce la risposta a ogni domanda, tanto da sapere più cose dei suoi insegnanti. Proprio come il giovane Gesù che insegnò la dottrina agli scribi e ai farisei.

Man mano che la trama procede, John scopre di poter guarire le persone. Guarda caso, come Gesù. A un certo punto, alcuni dettagli ci fanno intuire che sarebbe persino in grado di resuscitare i defunti. Come si spiega? I suoi genitori hanno qualche informazione al riguardo e gli suggeriscono di leggere la Bibbia. Ben presto, John si mette in testa di essere nientemeno che la reincarnazione di Gesù Cristo. E’ vero? E’ questa la spiegazione?

I suoi amici ne sono convinti e anche molte persone lo pensano, via via che la fama di John si diffonde. Ma è qui che Millar ci sorprende introducendo una misteriosa organizzazione che tiene sotto controllo John sin dal momento del suo concepimento e che ha sede a Washington.

E ci sarà un allucinante colpo di scena. Lo scrittore con American Jesus realizza un’intensa e appassionante riflessione sulla fede e sul fondamentalismo religioso che permea parte della società statunitense, costruendo un’atmosfera di suspense e tensione che non concede tregua.

Descrive poi con efficacia le incertezze e gli stupori dell’età adolescenziale. John è credibile con le sue paure, i suoi timori e le sue insicurezze, ed è altresì credibile il contesto in cui Millar lo inserisce, fatto di telefilm, di romanzi fantasy, di fumetti Marvel, insomma di tutto ciò che attrae l’immaginario giovanile. C

oncepisce, inoltre, personaggi interessanti, a cominciare da Padre O’Higgins, un sacerdote che ha perso la fede e che la recupera proprio grazie a Chris; o il professor Fremont, uno dei suoi insegnanti, in apparenza burbero e antipatico ma, come si scoprirà, pieno di problemi.

American Jesus, come capirà il lettore alla fine, è pure un attacco impietoso alla politica statunitense. Il potere di Washington, infatti, giocherà un ruolo importante nelle vicende e lo stesso vale per il concetto biblico dell’Apocalisse.

La struttura narrativa è inventiva. Gli eventi sono narrati in prima persona da un John ormai adulto che rievoca i giorni della sua giovinezza, quelli in cui ha ritenuto di essere la reincarnazione del figlio di Dio. Ed è il John adulto a scioccarci nel finale. Lo ripeto, American Jesus è una delle opere più riuscite di Mark Millar, grazie a testi e dialoghi profondi ed evocativi, e a una trama ben articolata.

I disegni sono di Peter Gross che molti conoscono per acclamate serie Vertigo del calibro di Lucifer, Books of Magic e The Unwritten. Come nel caso dei lavori citati, Gross opta per uno stile un po’ grezzo ma espressivo, nel complesso dimostrandosi efficace e funzionale.

A volte le figure umane appaiono poco rifinite ma è una delle sue particolarità. In definitiva, American Jesus è un must!

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