Recensione – Lego Dimensions

Pubblicato il 30 Settembre 2016 alle 16:30

Il gioco è disponibile per PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360 e Wii-U.

TT Games nel corso degli anni avrà anche avuto il pregio di sfornare una serie di titoli che potevano vantare licenze di lusso (Star Wars, Indiana Jones, Batman, Harry Potter, Il Signore degli Anelli, The Avengers, tutto ovviamente in salsa Lego), ma proprio per colpa di questa abbondanza, alla lunga, il risultato qualitativo ha iniziato a calare.

Per carità, ogni titolo aveva il suo perché – soprattutto perché generalmente rivolto al pubblico dei più piccoli – ma ai palati fini le storie spesso scontate e/o riprese di sana pianta dai film cui facevano riferimento, avevano annoiato. C’era il bisogno di qualcosa di nuovo, un vento che portasse freschezza al brand dei videogiochi ispirati ai celebri mattoncini gialli.

E infatti era questo lo scopo che gli sviluppatori di Traveller’s Tales si erano prefissati con Lego Dimensions.

Il concept alla base di questa nuova serie è quello reso celebre da brand riuscitissimi come Skylanders Disney Infinity: un microchip all’interno dei pupazzetti Lego viene rivelato da una piattaforma dotata di USB, che connessa alla console ci permetterà di “trasferire” il nostro giocattolo fisico nel mondo virtuale di Dimensions. 

Il pezzo forte ovviamente è la griffe LEGO, che nel futuro garantirà una produzione di giocattoli praticamente illimitata e che andrà ad ampliare notevolmente l’esperienza di gioco: e infatti, oltre a personaggi, avremo anche tantissimi mattoncini con i quali costruire e personalizzare il portale da connettere alla nostra piattaforma di gioco.

La trama del gioco, a differenza dei titoli precedenti targati LEGO, che spesso si rifacevano fin troppo ai film dai quali prendevano ispirazione, in questo caso è completamente inedita, se pur non esattamente originalissima: una creatura mostruosa sta invadendo tutti i vari universi LEGO visti nei titoli precedenti, con l’obiettivo più in voga fra i malvagi di turno, ovvero quello di dominare la razza umana.

E così tutti i personaggi dei giochi precedenti (da Batman a Gandalf il Grigio, da Doc e Marty di Ritorno al Futuro, ai Ghostbusters di Bill Murray) dovranno unire le forze per impedire a questa diabolica creatura di riuscire nel suo intento.

Naturalmente stiamo parlando di un prodotto tipicamente per bambini, ed è facile chiudere un occhio di fronte ad un cattivo così monotematico e alla trama scontata, eppure il pregio della sceneggiatura è senza dubbio quella di essere sempre divertente ed ironica, molto meno scontata che nelle iterazioni passate.

Uno dei (pochi) problemi del gioco è strettamente legato al roster di personaggi, che nello starter pack di per se è ben nutrito, ma chi volesse ampliarlo si vedrebbe costretto a spese non proprio trascurabili: i pacchetti di espansione comprendono tantissimi brand, come il già citato Ghostbusters, oppure Animali Fantastici e Dove Trovarli, Portal 2, I Simpson, Doctor Who, Mission Impossible, Jurassic World, Scooby-Doo, personaggi DC Comics come il Joker e Harley Quinn, Superman, Wonder Woman e altri membri della Justice League, Harry Potter, E.T. e perfino l’A-Team!

Se siete dei collezionisti LEGO probabilmente sarete spinti a comprare tutti gli add-on (che si tradurranno in tantissime ore di gioco extra), ma se non potrete o non vorrete mettere continuamente mano al portafogli (i prezzi variano dai 14 euro ai 30 per i pacchetti più corposi) non scoraggiatevi: il gioco può essere completato al 100% con i personaggi dello starter pack, che include Batman, Gandalf e Wyldstyle.

Un plauso agli sviluppatori, quindi, che hanno preferito andare incontro agli utenti a differenza di titoli simili come Skylanders, dove acquistare nuovi giocattoli vi garantirà una progressione più facilitata all’interno del videogame.

A parte l’introduzione dei giocattoli fisici, comunque, il gameplay non offre nulla di diverso da quanto già precedentemente visto nei giochi LEGO: scazzottate a gogò, tanta azione spassosa, enigmi ambientali da risolvere con un minimo di arguzia (il livello di difficoltà è pensato per bambini di età inferiore ai dieci anni, ma progredire nelle varie fasi di gioco sarà comunque più soddisfacente rispetto ai titoli passati).

Dal punto di vista artistico il gioco è perfetto: ogni personaggio ha le sue animazioni, curatissime in ogni più piccolo particolare.

L’open world di ciascuna ambientazione è credibilissimo e divertente da esplorare, pieno di side-quest e mattoncini da raccogliere, e l’amalgama di questa enorme accozzaglia di stravaganti e divertenti giocattoli parlanti funziona in maniera sublime.

Ottimo il doppiaggio in italiano, che se la cava alla perfezione anche con le battute-citazioni riprese dai film di riferimento.

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