Blair Witch – Recensione
Pubblicato il 22 Settembre 2016 alle 23:42
James Donahue è intenzionato a scoprire cosa sia accaduto a sua sorella Heather, scomparsa 17 anni prima nella foresta di Black Hills, nel Maryland, mentre girava un documentario sulla leggenda della Strega di Blair. James e i suoi compagni, guidati da due abitanti del posto, si addentrano nella foresta. Per loro avrà inizio una notte da incubo, perseguitati da oscure e sinistre presenze.
Il successo de Il Mistero della Strega di Blair, uscito nel 1999, è da ricondurre a diversi fattori difficilmente replicabili. Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez, registi del film originale, diedero vita ad un’innovativa campagna virale sul web in un’epoca in cui internet era ancora una relativa novità per il pubblico. Molti pensarono addirittura che la documentazione fittizia sulla Strega di Blair e sulle persone scomparse nella foresta di Black Hills fosse vera.
Il film ottenne un riconoscimento al Festival di Cannes ed è, ad oggi, il prodotto più proficuo nella storia del cinema, costato solo 60.000 dollari e capace di incassarne più di 248 milioni in tutto il mondo. Il pubblico non era abituato al concetto di mockumentary (falso documentario) e l’esperienza si rivelò immersiva e realistica. Con un budget così basso, i registi non poterono far altro che procedere per sottrazione e giocare tutto su una persistente tensione che reggeva fino ai titoli di coda.
Tanto per cambiare, critica e pubblico si divisero ma il successo al box-office portò alla realizzazione di un trascurabile sequel, Il libro segreto delle streghe – Blair Witch 2, girato in maniera tradizionale. Il film diede comunque la stura ad una sfilza di mockumentary horror inventando di fatto un nuovo genere. Proprio per questo motivo, il nuovo Blair Witch non può risultare in alcun modo innovativo limitandosi a ripercorrere le orme dell’originale a mo’ di remake, con tutta la consapevolezza del genere e senza la natura sperimentale e giocosa del primo episodio.
Anche stavolta si è tentato di realizzare una campagna promozionale ad effetto, basata in questo caso sulla sorpresa. Era noto che il regista Adam Wingard (You’re next, The Guest, la prossima trasposizione cinematografica del manga Death Note per Netflix) fosse al lavoro su un horror intitolato The Woods. All’ultimo Comic-Con di San Diego è stato rivelato che il film in questione è in realtà il sequel de Il Mistero della Strega di Blair ed è stato proiettato durante la kermesse.
Stavolta si tratta di una produzione da 5 milioni di dollari, quindi siamo lontani dallo stile amatoriale del capostipite. Inoltre non abbiamo la stessa sospensione dell’incredulità. Non c’è lo stesso realismo e ci accorgiamo che quelli sullo schermo sono attori tra cui riconosciamo James Allen McCune (The Walking Dead) e la bella Callie Hernandez (Dal tramonto all’alba – La serie, il prossimo Alien: Covenant).
Per buona parte degli 89 minuti di durata non succede niente di rilevante, la tensione non regge, c’è un contrasto all’interno del gruppo privo di autentiche conseguenze. La giovane Ashley si ferisce ad un piede ed è costretta a zoppicare. E’ questo l’unico vero problema su cui si concentra la storia con un risvolto raccapricciante da body horror. Tutto precipita nel consueto finale confuso durante il quale la handycam mostra tutto e niente.
Se vi farete suggestionare dalla campagna promozionale, potrete entrare in sala tesi abbastanza da saltare sulla sedia ad ogni “Bù!” ma è solo l’ennesimo mockumentary senz’anima, girato col pilota automatico, destinato a perdersi nella confusione come i protagonisti in una foresta senza via d’uscita e sempre uguale a se stessa.